Dalla festa del raccolto a critical weed – Per l’orgoglio e l’autodeterminazione degli utilizzatori di cannabis

critical-weed_2014_defLa cannabis è una sostanza oramai diffusa in tutto il mondo, in Italia si stima che quasi il 20% della popolazione ne faccia uso, ed è noto a tutti il suo potenziale terapeutico per numerose patologie; eppure l’utilizzo viene ancora perseguito con pesanti sanzioni amministrative e penali che finiscono spesso per rovinare la vita a chi viene scoperto, ed il diritto di curarsi con questa pianta è consentito ad un numero molto ristretto di pazienti. La recente sentenza d’appello del processo di Stefano Cucchi ha inoltre fatto emergere in maniera preponderante che le barbarie commesse nei confronti degli utilizzatori di sostanze da parte della “forza pubblica” trovano legittimità in un sistema giuridico, sociale e culturale che negli anni ha fatto pagare ai “consumatori” di droghe il caro prezzo di posizioni ideologiche e di politiche fallimentari sul tema.
Sommando gli anni di galera, le condanne, le limitazioni di libertà personali si arriva ad un quadro di repressione senza precedenti, che chiaramente stride con l’aumentare dei consumi, delle sostanze sul mercato, e dei cartelli legati alle narcomafie. Le cose peraltro sembrano proseguire nello stesso modo, e poco è cambiato dopo la cancellazione dell’infame legge che per otto anni ha fatto una strage: proprio la legge Fini Giovanardi che i “nostri” parlamentari hanno dovuto abolire perché incostituzionale e non certo per propria volontà. In questi anni tutte le forze politiche istituzionali hanno volutamente taciuto la mattanza nelle carceri e sono rimaste confinate nella logica proibizionista e nella mitologia del “tossico da curare” incapaci di difendere i diritti dei consumatori e di aprire un dibattito pubblico consapevole sul fallimento della decennale “guerra alle droghe”. Un altro triste primato per i nostri politici, mentre in tutto il mondo si respira da tempo una nuova aria antiproibizionista.

Era il 1999 quando come CSOA Gabrio lanciammo la prima festa del raccolto. Partimmo da una provocazione il cui scopo era quello di squarciare il velo di ipocrisia proprio del proibizionismo, denunciare le pratiche assassine di uno Stato che con una legge vieta la libertà di autodeterminare le proprie scelte ma la cui politica rende possibile comprare ed assumere qualsiasi sostanza. Per 14 anni ci siamo dati come obiettivo il contrasto alle assurde logiche del mercato, delle piazze, del dover pagare per avere una “merce” che formalmente è illegale ma reperibile praticamente ovunque.
Con le pratiche delle feste del raccolto e della semina abbiamo cercato di promuovere un modo di stare in relazione differente, la cui qualità non fosse necessariamente legata alla quantità di denaro posseduto: l’autoproduzione è uno strumento che permette di uscire dalle tristi categorie che ci hanno imposto ed abbracciare le logiche della condivisione e della socialità, molto più affini nella nostra visione all’uso di sostanze rispetto a quelle consumistiche.
Negli anni abbiamo registrato un forte incremento (e sempre crescente) di presenze, effetto evidente delle politiche di un sistema fortemente proibizionista come è quello Italiano. Non abbiamo mai creduto che la Festa del Raccolto rappresentasse un monolite non modificabile nelle forma e nella sostanza, ne abbiamo valutato criticamente aspetti negativi e positivi, chiedendoci se un momento pensato come rivendicazione all’autodeterminazione, condivisione e avversione alle logiche di mercato e di “piazza”, non corresse il pericolo di essere inglobato dal mercato in un evento di stampo consumistico.
Per questo abbiamo deciso di rimetterci in gioco, proponendo un modello di festa diverso che si ponga comunque in continuità con il percorso che abbiamo collettivamente deciso di iniziare 15 anni fa. Una giornata in cui confrontarsi sulle diverse pratiche di coltivazione e di lavorazione del prodotto grezzo, di informazione e controinformazione rispetto ai molteplici usi che la canapa offre, di ragionamento e critica rispetto quali forme riuscire a darsi per scardinare il proibizionismo.

Quest’anno nasce Critical Weed, un evento che partirà nel primo pomeriggio e che terminerà nella prima serata, proprio per avere la possibilità di guardarci, di interagire, di scambiarci opinioni, esperienze e punti di vista. Auspichiamo che in quella giornata il sistema dello scambio e della socializzazione sia preponderante rispetto alle dinamiche che pure abbiamo visto negli anni e che paiono ridurre la nostra scelta politica ad una fumata “aggratis”, per lo più occasionale.

Il tema della cannabis sarà come al solito centrale e verrà affrontato creativamente con dibattiti, workshop, spettacoli, proiezioni e musica sia nei due incontri preparatori che durante la giornata. Avremo anche modo di approfondire la tematica delle sanzioni amministrative nel corso di uno degli incontri preparatori all’evento con un noto avvocato che da anni difende chi incappa nei terribili meccanismi della legge: cercheremo insieme a lui di capire se qualcosa è cambiato e quale strada percorrere per fare in modo un giorno di poter affermare a testa alta l’uso che facciamo delle sostanze senza per questo avere le vite rovinate. Presenteremo infine, nell’altro incontro preparatorio, un libro che descrive gli interessi sottesi alle numerose guerre in corso, tra cui quello da parte delle potenze occidentali di assicurarsi il controllo del traffico di droga.
Crediamo che questa sia una lotta di tanti e tante di noi per la promozione della salute, per il diritto a coltivare ed utilizzare una pianta che è da sempre patrimonio dell’umanità e che rischia di essere assoggettata alle speculazioni delle multinazionali del farmaco e del tabacco, che non aspettano altro che il cambiamento della legislazione federale statunitense per gettarsi pienamente nell’affare.

Ma questa è anche una lotta contro il ricatto quotidiano che subiamo in quanto utilizzatori di sostanze, all’interno dei movimenti e delle nostre vite: questo scempio potrà avere fine solamente se insieme riusciremo a trovare il coraggio e la determinazione per venire fuori, per portare le nostre rivendicazioni, uscendo da quest’immobilità che ci lascia soli ed inerti di fronte all’avanzamento del regime di proibizione.

CSOA Gabrio

 

Un commento su “Dalla festa del raccolto a critical weed – Per l’orgoglio e l’autodeterminazione degli utilizzatori di cannabis”

  1. È notevole il fatto che ci sia così tanta gente interessata agli usi di questa pianta. Una pianta che cresce spontaneamente sulla Terra dalla notte dei tempi, conosciuta ed utilizzata da tutte le culture della Storia, che nella nostra epoca è dichiarata illegale.
    C’ero anch’io comunque alla Festa del Raccolto nel 2015 però 😉

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