Ven 4 Novembre: Assemblea pubblica sul diritto all’abitare (ore 21 – Via Moretta 55bis)

3.500 SFRATTI A TORINO LO SCORSO ANNO, CASA ATC E DI PRIVATI SFITTE DA ANNI, POLITICHE COMUNALI INSUFFICIENTI E COSTOSE.

RIPRENDIAMOCI IL DIRITTO ALLA CASA!!!

ASSEMBLEA CITTADINA
VENERDI’ 4 NOVEMBRE, ALLE ORE 21
Via moretta n. 55 bis

Lo Sportello Diritto alla Casa di Zona San Paolo nasce dall’esigenza di dare delle risposte concrete al disagio abitativo che troppe famiglie e singoli vivono oggi nella nostra città. Dopo due anni di innumerevoli resistenze agli sfratti, dopo l’occupazione di due stabili vuoti da anni, lo Sportello, gli occupanti e le famiglie sotto sfratto che da anni seguono il percorso di lotta, resistenza e riappropriazione, sentono l’esigenza di confrontarsi con le altre realtà cittadine che si occupano del problema casa. L’imbarazzante silenzio istituzionale Continua la lettura di Ven 4 Novembre: Assemblea pubblica sul diritto all’abitare (ore 21 – Via Moretta 55bis)

Sab 29 Ottobre 2011: Ore 21 Cena Benefit “Mercatino zona Bandita” / Ore 23 Ministry of Dub #10 – Ras Muffet + Idren Natural

SABATO 29 OTTOBRE 2011:

Ore 21 c/o Cucina Popolare CSOA Gabrio

CENA DI AUTOFINANZIAMENTE DEL MERCATINO “ZONA BANDITA”
CSOA GABRIO Continua la lettura di Sab 29 Ottobre 2011: Ore 21 Cena Benefit “Mercatino zona Bandita” / Ore 23 Ministry of Dub #10 – Ras Muffet + Idren Natural

NO TAV – Diamoci un taglio (23 Ottobre 2011)

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Piccolo contributo video sulla grande manifestazione del 23 Ottobre; nonostante da una parte la demonizzazione del movimento attraverso il fango dei media, e dall’altra la militarizzazione dell’intera valle con controlli e perquisizioni a tappeto, più di 15mila persone sono entrate nuovamente nel cantiere violando la zona rossa imposta dal prefetto. E questo è solo l’inizio…

A cura dei/delle compagn* del CSOA Gabrio di Torino

Solidarietà a Luca e Fabio!

“Negro di merda vieni qua! Dove scappi! Coniglio! Zecca!” Ci ricordiamo distintamente la sera del 28 gennaio 2009 le frasi che gridavano i poliziotti dei reparti mobili mentre caricavano con violenza il corteo di rifugiati e attivisti del Comitato di Solidarietà.

Dopo un fallimentare incontro al Comune di Torino avevamo infatti deciso di raggiungere la Prefettura. Arrivati sotto i portici della Prefettura eravamo ancora un centinaio di persone. Abbiamo chiesto ai funzionari di piazza un dialogo con la prefettura per ottenere almeno garanzie di non sgombero per lo stabile che i rifugiati e le rifugiate stavano occupando in corso Peschiera; mentre i funzionari ci illudevano che la nostra richiesta di interlocuzione fosse stata presa in considerazione, invece di veder comparire un interlocutore, arrivarono diverse camionette della celere. Poi un applauso sarcastico, qualche slogan ironico rivolto alle forze dell’ordine e immediatamente, senza alcuna ragione, le forze dell’ordine operarono una prima carica.

A quella carica ne seguirono molte altre lungo tutta piazza Castello, mentre il corteo provava a difendersi da quell’aggressione a freddo. Il bilancio di quella violenza della polizia fu di una ventina di feriti tra i manifestanti di cui un compagno del csoa Gabrio con 30 giorni di prognosi, una mano rotta e il volto tumefatto dai colpi inferti dagli agenti. I giornali del giorno successivo parlavano di 6 agenti lievemente feriti.

A distanza di più di due anni, oggi due compagni del csoa Askatasuna presenti in piazza in solidarietà con i rifugiati e con la loro lotta sono stati condannati in primo grado a 1 anno e sei mesi. Una condanna che nega l’aggressione che tutte e tutti abbiamo subito quella sera, in un momento di lotta e di legittima rabbia di chi da mesi occupava l’ex clinica San Paolo in attesa di una risposta da parte delle istituzioni. Una condanna che si inserisce a pieno dentro la tesi politica sostenuta dall’allora sindaco Chiamparino e da tanta parte degli uomini di potere del PD cittadino, una tesi secondo la quale le lotte dei rifugiati erano lotte create ad arte dai centri sociali cittadini e non lotte che partivano dai bisogni reali di uomini e donne che le nostre istituzioni trattavano e trattano come pacchi postali, senza diritti e senza dignità. Lo dicevamo allora e lo ribadiamo oggi: pensare che alcuni compagni possano essere responsabili di aver “sobillato” la rabbia di centinaia di rifugiati politici significa sostenere una tesi profondamente colonialista: gli uomini e le donne africani che ottengono l’asilo politico in Italia non lotterebbero da soli per i propri diritti se non ci fosse qualche “bianco” a soffiare sul fuoco.

Con Luca e Fabio e tutti i compagni e le compagne che hanno attraversato l’esperienza del Comitato di Solidarietà, abbiamo ben conosciuto la rabbia dei rifugiati, ci abbiamo convissuto giorno dopo giorno dentro le occupazioni, ed è la stessa rabbia che brucia i campi di accoglienza, che esplode a Lampedusa, che infiamma ogni luogo in cui i migranti vengono ignorati e privati dei più elementari diritti.

Quella rabbia continuerà a esplodere, per fortuna a prescindere da noi tutt*.

A Luca e Fabio tutta la nostra solidarietà!

 

CSOA GABRIO

In 200 per le vie dello shopping: DIRITTI – LIBERTA’ – DIGNITA’!

Almeno 200 persone si sono radunate oggi pomeriggio a partire dalle 15 davanti alla stazione di Porta Nuova. In gran parte giovani richiedenti asilo africani da mesi in attesa all’interno di diverse strutture di accoglienza di Torino. Proprio da loro e dalle loro condizioni reali di vita è partita l’esigenza di scendere in piazza per rendersi visibili nel centro città. Alla loro mobilitazione abbiamo risposto insieme a compagni del sindacalismo di base e ad un altro gruppo di migranti in protesta contro la sanatoria truffa e contro i suoi effetti devastanti sulla vita delle persone.

Da Porta Nuova è quindi partito un corteo che ha attraversato tutta via Lagrange, centrale via dello shopping. Durante il corteo sono state più volte ribadite le ragioni della protesta ed è stato posto l’accento sulle pesanti contraddizioni e sugli interessi politici che stanno dietro la situazione che centinaia di richiedenti vivono nelle “strutture di accoglienza” nella nostra città e probabilmente un po’ ovunque.

Negli ultimi anni infatti il decentramento delle commissioni territoriali Continua la lettura di In 200 per le vie dello shopping: DIRITTI – LIBERTA’ – DIGNITA’!

Siamo noi il limite al dilagare della barbarie: Comunicato sul 15 Ottobre.

A Roma, il 15 ottobre, ci siamo uniti alle  centinaia di migliaia di uomini e donne che avevano deciso di mostrare la loro rabbia. Rabbia contro la banda di cialtroni che, al governo come all’opposizione, gestisce la cosa pubblica; rabbia contro le istituzioni finanziarie, le banche, pronte ad affamarci pur di mantenere lo status quo di un sistema iniquo e fallimentare.

Il corteo del 15 era un corteo determinato a far sentire la propria voce e che  volentieri si sarebbe diretto verso i salotti buoni della capitale: in tutto il mondo la protesta ha preteso ed ottenuto di svolgersi là dove stanno i Palazzi del potere. All’unisono l’indignazione globale ha deciso di colpire i nodi nevraligici di questa rete che ci ingabbia, mostrando le potenzialità rivoluzionarie di chi non ha più nulla da perdere, ma sa quello che vuole.

Forse aggrappati ancora a dinamiche vetuste, alla vetrina elettorale, si è deciso di smorzare il potenziale del 15 ottobre, di annacquarlo in un corteo con comizio finale. Così una giornata che poteva essere di riscatto globale diveniva una enorme passeggiata creando un vuoto conflittuale che avrebbe potuto invece essere riempito con modalità e percorsi diversi, anche solo a livello simbolico.

Evidentemente qualcuno ha voluto sovradeterminare con le proprie istanze o per volontà autorappresentativa la giornata del 15. Non ci interessa sapere quale fine regista più o meno politicante ci sia dietro. I movimenti hanno tutti gli strumenti per comprendere. Ma se non partiamo da questi dati non possiamo farci un’idea corretta della giornata di sabato.

E certamente non facciamo finta che questa sovradeterminazione sia stato l’unico tentativo di autorappresentazione portato avanti il 15 ottobre.

Questo vuoto conflittuale è andato colmandosi in maniera furiosa, talvolta superficiale, purtroppo talvolta pericolosa, e la rabbia che permeava il corteo e che s’è espressa poi in piazza San Giovanni, è inciampata su chi ha colto l’occasione per marcare la propria presenza.

Spiace vedere come gli unici elementi che avrebbero dovuto determinare il corteo, le lotte reali e sostanziali che tutti i giorni portiamo nei nostri territori contro quel mostro che si chiama crisi, le lotte per la casa, per i diritti dei migranti, per un libero sapere, abbiano visto da un lato ridurre il loro potenziale conflittuale a poca cosa e dall’altro siano stati mortificati da altre istanze.

Ma anche in questo caso siamo convinti che i movimenti sappiano muoversi per fare, al loro interno, le valutazioni più corrette.

Nonostante queste contraddizioni, il potenziale conflittuale che permeava il corteo ha avuto la sua dimostrazione nella resistenza in piazza San Giovanni, dove i corpi, che subiscono la violenza della crisi tutti i giorni, hanno reagito, questa volta esprimendo la loro sacrosanta rabbia. E sia chiaro, resistere alle cariche demenziali e criminali degli apparati di sicurezza pubblica (cariche fatte con mezzi sparati a tutta velocità contro i manifestanti, uso massiccio di gas urticanti, idranti, ma chissà perché di tutto ciò nessuno si scandalizza, dove sono in questi casi le anime nobili, i giornalisti sempre con la parola violenza in bocca?) è stato giusto e doveroso.

Il corteo si è semplicemente, e giustamente, difeso. E non poteva fare altrimenti.

A maggior ragione in questo caso, rimandiamo al mittente il giochetto dei buoni e dei cattivi, chi era lì ha saputo come comportarsi.

E le biografie dei fermati e degli arrestati sono chiare: sono precari, sono parte del nostro mondo. Hanno manifestato in maniera radicale. Devono tornare presto liberi!

Chi si scandalizza non ha ancora chiaro quanto sta succedendo, o fa finta di non vedere. Spiace dirlo, ma chi si scandalizza è complice.

Condanniamo lo schifo che è la pratica della delazione che da molte parti viene perorata, perché non ci si può trasformare da indignati contro il sistema che ci opprime a strumento di repressione contro chi prova i vostri stessi sentimenti e vive i vostri stessi, drammatici, problemi. Esprimiamo tutta la nostra solidarietà alle realtà di movimento che stanno subendo da parte di stampa e politica, attacchi infamanti

D’altra parte i media, come sempre hanno avallato le esigenze dei poteri forti, riducendo quella che era la piazza del 15 ottobre ad un fatto meramente di ordine pubblico, non accennando alla forza mobilitante di centinaia di migliaia di persone autorganizzate scese in strada con rivendicazioni radicali, e queste sì realmente portatrici di consenso. Nello stesso ambito di demonizzazione è chiaramente da inserire la  macchina del fango che da subito si è messa in moto rispetto alla manifestazione NO TAV di domenica,  sintomo di come sia oggi più che mai, il frangente in cui dover isolare i movimenti di lotta, per lo più se popolari.

Ci auguriamo che le tante anime innocenti sappiano indignarsi di fronte alle proposte liberticide che da Di Pietro a Maroni vengono proposte. Attaccare la libertà di manifestare è tipico di coloro che stanno lavorando per sfasciare le istanze di riappropriazione che dalla Val Susa a Roma emergono in tutta la loro potenza.

Noi siamo arrivati a Roma con alle spalle le nostre lotte e i nostri percorsi, con un immaginario di riscatto e di cambiamento, con la volontà di opporsi ad oltranza al sistema fallimentare che ci sta trascinando nel baratro.

A Roma abbiamo visto che l’indignazione tanto eterea che si percepisce nei network, riesce a sublimarsi in centinaia di migliaia di corpi, determinati e decisi a non inginocchiarsi più, ed in una lotta che ha molteplici fronti ma un unico obiettivo: cambiare il sistema.

Siamo noi il limite al dilagare della barbarie…

NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO!

TUTT* LIBER*!

CSOA GABRIO

 

Ven 21 Ottobre 2011: REGOLARIZZIONE GENERALIZZATA – ACCOGLIENZA – SOLIDARIETA’ – DIRITTO DI ASILO

A oltre due anni di distanza dalla regolarizzazione del 2009 per soli colf e badanti voluta dal governo Berlusconi-Bossi, la situazione dei migranti “truffati” continua a dilagare. Risultato di una politica “miope” e fatta di demagogia e razzismo.

Inoltre la situazione drammatica che si è venuta a creare in Italia con gli arrivi delle persone fuggite dalla guerra in Libia (guerra voluta  e sostenuta dai principali Paesi europei Italia inclusa) continua a rendere evidente l’incapacità della politica di dare risposte reali ai bisogni di chi fugge dalle guerre, dalla fame in cerca di un futuro e di una vita degna. Da mesi e mesi persone provenienti da Costa d’Avorio, Somalia, Sudan, Tunisia, Egitto, Eritrea, Etiopia, Mali, Ghana, Burkina Faso, Nigeria, sono stipati come merce in “centri di accoglienza” in attesa che le Commissioni Territoriali valutino le singole storie, in attesa che la burocrazia dica loro se hanno il “permesso” di immaginare una vita qui o se invece respingerli (come questo governo criminale continua a fare nei nostri mari) e condannarli di fatto ad una vita nella clandestinità.

Fino a qualche tempo fa questa situazione succedeva nei principali campi del sud Italia: Lampedua, Crotone, Siracusa etc. Oggi “l’emergenza” Lampedusa della scorsa primavera e il decentramento delle commissioni che valutano le richieste di asilo ha fatto sì che anche in Piemonte (a Torino e in molte provincie) si siano moltiplicati questi “luoghi di accoglienza”, che sono però luoghi di contraddizioni, di veri e propri drammi, nei quali si stanno consumando nella solitudine e nell’indifferenza, la negazione di diritti basilari, come quello di poter accedere a un degno sistema di accoglienza e di tutela dei richiedenti asilo.

Poiché si tratta di uomini e donne fuggiti da guerre e persecuzioni, riteniamo che l’accoglienza non possa e non debba trasformarsi in un sistema di “gara di appalti” a scapito dei bisogni che  le persone esprimono.

Invitiamo tutti i cittadini e le cittadine, le associazioni, i movimenti e le forze politiche e sociali a partecipare e condividere questa manifestazione per dare voce a chi voce non ha.

VENERDI 21 OTTOBRE 2011 Ore 15.00

MANIFESTAZIONE

DA PIAZZA CARLO FELICE –

FRONTE STAZIONE PORTA NUOVA

 

Per lo sblocco dei permessi di protezione internazionale per tutt*

Protezione umanitaria per chi fugge dalla Libia in guerra a prescindere dal proprio paese di provenienza

Permesso di soggiorno a tutti i migranti e le migranti

No al businness della finta accoglienza

Solidarietà e piena accoglienza

 

Richiedenti Asilo – Collettivo Immigrati Auto-organizzati – CSOA Gabrio – USB Torino

 

Venerdì 21 Ottobre: JUNGLE PRIDE OPENING PARTY stagione 2011/2012

Torna l’autunno e pian piano rifanno capolino gli appuntamenti più riusciti dell’anno appena trascorso. Capita quindi che eventi come Jungle Pride arrivino alla terza stagione consecutiva più caldi emassicci che mai! Come ogni anno a razzolare dietro la consolle ci saranno i soliti noti Jazzatron, Dj Peecador, Dj Rastal, MC Bubbaz e Vj LFZ.

Quindi non mancate venerdì 21 ottobre per inaugurare questa nuova stagione che si preannuncia densa di sorprese!!!

//// Residents Dj’s ////

Jazzatron feat. Nadya (dnb live-set)

Dj Rastal

Dj Peecador

//// MC ///

Bubbaz

/// Visual artist ////

LFZ

www.junglepride.it

Roma 15.10.11 – See you on the barricades!

Il 15 ottobre a Roma, nel resto d’Europa, nel resto del Mondo scenderà in piazza la rabbia e l’indignazione di milioni di persone. Rabbia ed indignazione per una crisi che ci vogliono far pagare ma di cui non abbiamo colpe. Rabbia ed indignazione contro chi preferisce affamare intere nazioni per salvare banche ed istituti di credito, loro sì colpevoli di questa situazione.

Ormai sono strutture antidemocratiche come il Fondo Monetario o la Banca Europea a determinare la sorte di migliaia di persone, il loro futuro, la possibilità di una vita migliore. Ed una qualsiasi Agenzia di Rating può distruggere l’economia di un intero stato.

A fronte di tale barbaria si deve alzare forte la voce di chi grida “se ne vadano via tutti!”

Governi, banche, circoli finanziari loro hanno creato la crisi, la paghino loro!

Per questo saremo a Roma e ci scioglieremo nel fluire creativo di migliaia di uomini e donne.

Ci ritroveremo lavoratori e lavoratrici, precar*, migrant*, student*, ognuno con il proprio percorso di lotta, di resistenza, di azione nei propri territori, pronti a diventare un unico soggetto perché nelle condizioni degli altri riconosciamo la nostra. Ed il volto di chi cerca di relegarci ai margini della storia è sempre lo stesso.

Per chiedere con forza il diritto all’insolvenza, noi il debito non lo paghiamo; reddito e casa per tut*; libero accesso ai saperi.

Ed allora la nostra rabbia e la nostra indignazione diventeranno la gioia di riprendere in mano le nostre vite, per tornare protagonisti delle nostre esistenze. Perché chiunque di noi vale 1000 volte più di una banca.

Perché ovunque ci sia una piazza Tahir, un luogo di resistenza, un luogo per riprenderci la dignità.

Ci si vede a Roma…