Saluzzo e Savigliano – Usciamo dai “campi”, ma per restare: CASA PER TUTTI E TUTTE!

10649971_736417549726641_7186425568154609123_ndal sito COO.BRA Saluzzo

Con l’avanzare dell’autunno, le condizioni di vita nei container e nelle tende, dove vengono alloggiati braccianti e disoccupati alla ricerca di lavoro nelle campagne, diventano ancora più insopportabili. Freddo, pioggia, umidità da gelare le ossa. Difficile adesso sostenere che i campi della Coldiretti e del terzo settore rappresentino una “accoglienza dignitosa”, come qualcuno ha dichiarato ad inizio stagione; difficile fare e farsi pubblicità, perchè se irecinti si possono camuffare, nessuna fotografia riuscirebbe a nascondere le prime nebbie, l’acqua ed il gelo che attraversano i teli e i box di lamiera. Nei campi, come ripetiamo da mesi, si alimenta la ghettizzazione e si attenta alla salute di lavoratori e disoccupati, migranti e rifugiati.

La precarietà abitativa di braccianti e disoccupati, alle aziende ed ai loro rappresentanti ovviamente non interessa, anzi hanno trovato il modo di vendere i loro container come “Campus”, richiamando l’immaginario delle università americane che in comune con i campi del saluzzese hanno solo l’isolamento dai centri urbani. Dei lavoratori parlano al massimo quando devono proporre l’utilizzo del salario di crisi, provando ad usare la congiuntura economica come pretesto per erodere ulteriormente i nostri miseri compensi e diritti.

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