Non potete nascondere i danni del proibizionismo

Ieri siamo stati convocati in questura per problematiche relative al percorso, evidentemente dava fastidio il passaggio della Cannabis Parade nel cuore commerciale della città, il sacro shopping del centro non può essere messo in discussione da una festa autorganizzata che di commerciale non ha nulla.  In una città come Torino è chiaro che sembra più importante per le istituzioni tutelare lo shopping piuttosto che portare in città temi e rivendicazioni legate principalmente all’autodeterminazione e alla promozione della salute. Di questo ne prendiamo atto. A ridosso dell’evento e con migliaia di partecipanti previsti abbiamo dovuto scegliere di cambiare la parte iniziale del percorso, preservando l’integrità ed i contenuti dell’iniziativa, piuttosto che incorrere in un possibile divieto della piazza con tutte le conseguenze che ciò avrebbe comportato. Sa anche un po’ tanto di beffa il fatto che queste “problematiche” siano sorte due giorni prima a fronte di una comunicazione del percorso inviata alla questura 15 giorni orsono.
Nonostante tutti i tentativi di imbavagliarci, sabato scenderemo in piazza forti della solidarietà raccolte in questa mesi dalla campagna#quellerbaèanchemia e delle nostre idee di libertà: l’energia della nostra musica invaderà corso Vittorio risvegliando le stazioni ferroviarie e i portici grigi fino a far tremare la bara vuota del grattacielo della finanza assassina e il tribunale luogo principe delle “esecuzioni” proibizioniste.
Il nuovo percorso prevede comunque partenza e arrivo nei luoghi inizialmente designati, ma da Piazza Vittorio si percorrerà Corso Cairoli, Corso Vittorio Emanuele, Corso Inghilterra, Piazza Statuto, Via S.Donato, Corso Appio Claudio, Corso Lecce, Pellerina.

Cannabis Parade: la strada per uscire dal proibizionismo

Nella città delle mafie e del perbenismo piccolo borghese invaderemo con le nostre musiche le grigie strade per squarciare i veli dell’ipocrisia proibizionista e ricordare tutte le sue vittime!

18 agosto: in una delle 1.418 operazioni condotte dalle FFOO su tutto il territorio italiano finalizzate a perseguire la coltivazione di cannabis nel 2016 viene perquisito il centro Sociale GABRIO, con sequestri di materiali, piante e la denuncia di due compagni presenti.

Appunto una delle tante operazioni effettuate che nel 2016 hanno portato a più di 13.000 persone denunciate per condotte concernenti i derivati della cannabis di cui più di 800 minori. Uno sforzo repressivo enorme che non sortisce un grande effetto dato che una ricerca europea del 2015 mostra che tra i teenager europei quelli italiani siano ai primi posti per facilità di accesso alla cannabis e derivati.

Uno sforzo che comporta però un costo sociale altissimo dato che, invece di prevenire, lo stato italiano si preoccupa solo di punire con la carcerazione che produce esclusione sociale e marginalizzazione spingendo anche al suicidio, come è avvenuto recentemente a Lavagna. A questo va aggiunto il conto economico per mantenere attivo questo enorme sistema repressivo: si calcola questa spesa in oltre 10 miliardi di euro negli ultimi 10 anni, ovviamente soldi pubblici.

Invece chi ci guadagna? Le mafie che, sempre secondo le stime del 2012, grazie al narcotraffico guadagnano oltre 22 miliardi di euro, soldi che poi vengono riciclati con un sistema ormai consolidato fatto di politici corrotti Continua la lettura di Cannabis Parade: la strada per uscire dal proibizionismo

Cannabis Parade – Comunicato

Cannabis Parade- Torino 29 Aprile 2017

Canapisa- Pisa 20 Maggio 2017

Network Nazionale Antiproibizionista- Fine del mondo proibizionista

Cannabis  parade e Canapisa…

E’ giunto il momento di scendere nelle nostre strade, nei nostri parchi e nelle nostre piazze per riaffermare quel diritto ad autodeterminare i propri corpi e le proprie vite che leggi liberticide e decreti fascisti limitano sempre di più. Ci vogliono consumatori asserviti al mercato e a speculatori senza scrupoli pronti a farsi in quattro pur di venderci qualcosa, e chi non ha nulla da comprare o non vuole farlo, viene sorvegliato, punito, allontanato perché rovina il decoro urbano. Se diversi quartieri delle nostre città si apprestano a diventare centri commerciali a cielo aperto eliminando quei pochi spazi di socialità che restituiscono dignità a chi li abita, altri sono vittime dello spaccio di droga, organizzato e gestito dalle mafie nostrane che trovano in questa attività il sostentamento economico necessario per la loro sopravvivenza. In questo scenario politiche fallimentari insistono con l’inutile azione repressiva che sperpera denaro pubblico, non ha alcuna efficacia in termini di abbassamento di domanda ed offerta, e finisce per alimentare il gioco del narcotraffico che solo in Italia vale diversi miliardi di euro. Secondo questa insensata logica vengono quotidianamente sguinzagliati poliziotti con cani antidroga nelle scuole alla ricerca di pochi grammi di cannabis, pratica di controllo che nulla ha a che vedere con la prevenzione vera che andrebbe fatta parlando agli studenti di droghe, effetti che producono e dei rischi che si corrono. E’ ideologico punire senza educare, o peggio dire che si fa educazione punendo, ma tutto questo è tutt’altro che efficace e porta con sé diversi effetti collaterali che pesano sempre di più sulle nostre vite. Serve cambiare registro, e serve farlo in fretta ora che i pionieri del proibizionismo in Italia hanno tolto la maschera e rivelato gli sporchi interessi che c’erano dietro la loro folle ideologia, imposta con l’inganno nonostante i dati e le evidenze scientifiche. La politica istituzionale oggi ci illude con proposte di legge che vorrebbero fare della cannabis un monopolio, non rendendosi conto che una legge sulle droghe obsoleta e dannosa come quella attuale   andrebbe   cancellata totalmente. Così come non si rende conto che l’uso di Continua la lettura di Cannabis Parade – Comunicato

Sabato 29 aprile – Cannabis Parade. Street Antiproibizionista Nazionale

Sabato 29 aprile

Ore 15 – Piazza Vittorio – Torino
AUTOPRODUZIONE CONTRO MAFIE E NARCOTRAFFICO
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• Autoproduzione per contrastare e sconfiggere mafie e narcotraffico
• Per fare sentire la voce di chi non vuole più subire il ricatto dell’inganno proibizionista
• Contro lo strapotere delle mafie che esistono proprio grazie al narcotraffico
• Per riaffermare il diritto di autodeterminare i nostri corpi e le nostre vite
• Contro leggi liberticide che quotidianamente uccidono, arrestano e controllano
• Per riappropriarci della coltivazione della cannabis, storica pianta nostrana
• Contro politicanti e speculatori che vorrebbero farci un business
• Per una spinta radicale dal basso contro l’indifferenza della politica istituzionale ormai orientata unicamente ai profitti

RI-ORGANIZZIAMOCI ED ALZIAMO LA TESTA!
PARTECIPA, NON DELEGARE CHI NON TI RAPPRESENTA!

Partigiani razza meticcia

La lotta al nazismo e al fascismo attraversò tutta l’Europa, fu una lotta senza quartiere e confine a cui tutti i popoli coinvolti parteciparono, in una nuova esperienza meticcia per ottenere la libertà.
Nella Resistenza e nella lotta partigiana italiana furono presenti molti combattenti stranieri: sono quasi 2000 infatti i nomi elencati nel registro del partigianato in Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta, Lombardia e Emilia Romagna.
La maggior parte di loro giunse in Italia come prigionieri oppure inquadrati, a volte a forza, nelle file dell’esercito tedesco che dal 1942 in poi iniziò ad arruolare reparti anche tra la popolazione dei paesi occupati e tra i carcerati di guerra. Già il 16 dicembre del 1943 l’Ost-Btl. 617, composto da russi e da popoli caucasici facenti parte dell’Unione Sovietica, venne stanziato a Susa e subito fu impiegato nelle sanguinose azioni di rappresaglia e rastrellamento antipartigiano nelle provincie di Torino e Cuneo, diventando presto tristemente noto tra la popolazione con il nomignolo di mongoli per i tratti somatici dei membri del battaglione. Il numero delle diserzioni era molto alto in questi reparti: gli elenchi riportano il nome di ben 220 partigiani registrati provenienti dalle nazionalità della disciolta URSS nel territorio del Piemonte e della Liguria.
Nel rapporto firmato dal comandante del Sicherungs-Regiment 38, un comando della Wehrmacht per la lotta contro le “bande” con sede a Pinerolo, si descrive l’attività operativa di due battaglioni dell’Est, dal novembre 1943 alla fine di giugno 1944: proprio in questo mese ben 4 marescialli, 15 sottufficiali e 114 uomini del battaglione georgiano (Georg. Feldbtl. II./198) disertarono con armi e bagagli, raggiungendo i partigiani della Valle di Susa. I nomi di 25 di loro sono ricordati a Bussoleno dove dal 1978 è presente, di fianco all’ingresso della Scuola Media Statale in via Don Carlo Prinetto 2, una lapide interamente in georgiano che riporta anche il reparto a cui si unirono, la 106° Brigata Garibaldi “Giordano Velino”, attiva nella media Val di Susa.
Sempre in Val di Susa si costituirono battaglioni specifici nelle varie divisioni partigiane Continua la lettura di Partigiani razza meticcia

25 aprile – Festa della Liberazione. Festa della Resistenza

25 APRILE DI LOTTA CONTRO FASCISMO E RAZZISMO
Contro muri e confini: Resistenza, Ribellione, Solidarietà

Ora e sempre Resistenza
Morte al fascio

Dalle 14 e per tutto il giorno:
– Banchetti
– Distro
– Tiro al bersaglio e giochi di strada
– Spazio bimbe e bimbi
– Live music con Malateste (Jazz militante) Fusia (Acoustic duo) Skulla (cantautore) Errico Canta Male (Folk)
– Grigliata
– Musica
– Bar & more…

Ore 15
CORTEO per le vie di Borgo San Paolo nei luoghi della resistenza & letture partigiane dal libro “Una fame instancabile” di Silvio Borione e Giaka.

ZONA PEDONALE VIA DANTE DI ANNI
ZONA SAN PAOLO ANTIFASCISTA

Aldo dice (ancora) 26×1

Ancora amianto nel cantiere Diatto

Rilanciamo il comunicato del comitato SniaRischiosa sullo stato dei lavori intorno alla Diatto, speculazione in Borgo San Paolo targata PD e di fatto confermata dall’attuale giunta.

 

Le ultime analisi contenute nel nuovo progetto di bonifica consegnate a marzo dal proprietario dell’area Prelios confermano che all’interno del cantiere Diatto sono stati rinvenuti “inaspettatamente” altri materiali contenenti amianto.
Il progetto però non specifica quale sia la provenienza dell’amianto:
si tratta di un deposito di materiali delle lavorazioni fatte nel passato nella fabbrica?
oppure sono residui provenienti dall’abbattimento della fabbrica fatto senza le apposite precauzione nel giugno del 2013?
Il progetto specifica invece che il proprietario non intende rimuovere l’amianto!
L’unico interesse di Prelios è il profitto, a breve infatti dovrebbero iniziare i lavori per costruire l’ennesimo supermercato in via Fréjus.
Ancora una volta Prelios non rispetta la salute degli abitanti del quartiere
E’ ora di dire basta! Chiediamo che venga fatta chiarezza sulla provenienza dell’amianto, e soprattutto che questo venga subito rimosso
Il Comune ha richiesto a Prelios un’integrazione della bonifica che sarà consegnata entro il 3 maggio 2017: saremo pronti a richiedere questi nuovi documenti per verificare la completa rimozione dell’amianto e degli altri materiali pericolosi ancora presenti nel cantiere, per la salute degli abitanti del quartiere.