Sugli arresti all’Ex MOI – Comunicato dei solidali

“Altro che bloccato, il progetto prosegue”. Questa è una delle dichiarazioni dell’Assessora Schellino che questa mattina abbiamo letto pubblicata sul quotidiano la Stampa, all’interno dell’ennesimo articolo del solito Federico Genta dedicato al progetto di ‘sgombero soft’ delle palazzine olimpiche ideato da Compagnia San Paolo.
Probabilmente l’Assessora rilasciando ieri queste dichiarazioni era già in qualche modo informata di quanto sarebbe successo nella mattinata di oggi, quando la Questura di Torino ha arrestato 3 occupanti del MOI che insieme a molti altri si erano resi protagonisti delle proteste contro il progetto di sgombero con alcune iniziative all’ufficio del Project Management di Compagnia San Paolo.
Nel dicembre scorso, molti occupanti del MOI avevano simbolicamente sgomberato l’ufficio poco distante dall’occupazione portandone in strada gli arredi, e chiedendo e ottenendo che quella sede fosse spostata altrove.
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Sabato 24 febbraio – Antinazi Carnival Party 2018

Palestra Popolare Dante Di Nanni e Dynamo Dora Rugby presentano:

Antinazi Carnival Party 2018

Dalle 16 alle 19.30 allenamenti in maschera TRAVISTATI E TRAVESTITI: si inizia subito con un bel riscaldamento per far viaggiare le braccia con la Boxe e ad avvinghiarsi con l’MMA. Si continua poi con gesti tecnici sulla parete della Palestra e con una serie di Mischie e Touche direttamente dai campi di Rugby. Per concludere un po’ di defaticamento acrobatico con un sessione di Acroyoga.

Dalle 20.30 Cena Benefit Dynamo Dora, i migliori Chef del panorama Rugbistico Italiano vi delizierano con una cena da sballo.

Il menu fisso a 10€ è in fase di definizione ma sarà dall’ Antipasto al Dolce con opzione Veg. Per la cena è gradita la prenotazione al numero 3299342066.

Dopo cena danze&karaoke fino a tarda notte.

No Nazi in our Town!

Venerdì 23 febbraio – Proiezione di “Binxet – Sotto il confine”

VENERDI 23 FEBBRAIO 2018
CSOA Gabrio – Via Millio 42

Proiezione di

“Binxêt – Sotto il confine”, il film-documentario di Luigi D’Alife con la voce di Elio Germano

Un appuntamento per informarsi rispetto all’aggressione turca contro Afrin e la rivoluzione della Siria del Nord

• Dalle 19 – Apericena BENEFIT in sostegno alla popolazione di Afrin
• Ore 21:00 – Proiezione di Binxêt – Sotto il confine (2017 – 94′)
A seguire

DIBATTITO con il regista Luigi D’Alife ed alcuni ex-combattenti italiani dello YPG

INGRESSO AD OFFERTA LIBERA
Benefit a sostegno della popolazione di Afrin

#DefendAfrin

http://www.binxetsottoilconfine.net/

https://www.facebook.com/binxetsottoilconfine/

Domenica 11 febbraio – Corteo di sostegno alla resistenza di Afrin

Piazza Carlo Felice h 14

Da ormai diversi giorni una città siriana, Afrin, si trova sotto i bombardamenti dell’aviazione turca assieme alle campagne circostanti, con esiti umanitari e sanitari disastrosi. Centinaia tra morti e feriti, case e distrutte, persino i campi profughi e le loro strutture sanitarie bombardati. Quel che è peggio è che l’offensiva portata avanti dalla Turchia utilizza milizie di jihadisti siriani simili a quelli dell’Isis (appartenenti ad Al-Qaeda o a gruppi analoghi), ed è rivolta contro un cantone che aderisce alla Federazione Democratica della Siria del Nord, l’unica esperienza di pace, femminismo e autogoverno uscita dall’orrore siriani di sette anni di guerra civile.

Non solo: la popolazione di Afrin, assieme a quelle di Kobane e di altre zone del Rojava (il Kurdistan siriano) ha lottato duramente contro l’Isis in questi ultimi tre anni, decretandone la sconfitta totale in Siria. Di Afrin era la combattente delle Unità di protezione delle donne – Ypj che nel 2014 si sacrificò per uccidere i miliziani dell’Isis che occupavano la collina Mishtenur, a Kobane. Di Afrin sono migliaia di giovani e meno giovani, donne e uomini, curdi, arabi, ezidi e cristiani che hanno combattuto l’Isis a Gre Spi, Manbij, Tabqa, Raqqa e Deir El Zor, decretandone la sconfitta anche nell’interesse delle popolazioni europee più volte attaccate da quell’organizzazione nelle loro metropoli.

La Turchia agisce contro Afrin perché il suo governo è un governo islamista, e lo stato stesso è presieduto da un islamista, il sanguinario e brutale Tayyp Erdogan. Erdogan non può tollerare di avere un cantone femminista, socialista e democratico a ridosso dei suoi confini: pur essendo un fazzoletto di terra, grande un terzo della provincia di Torino, potrebbe ispirare idee di apertura e cambiamento anche in Turchia! Ciò che aggrava la situazione è che i carri armati e gli aerei turchi, così come i jihadisti che ne costituiscono la fantera, agiscono per conto dell’alleanza Nato di cui fa parte anche l’Italia e con armi molto spesso italiane.

L’esperienza rivoluzionaria di Afrin è sotto attacco e assedio da parte di tutto e tutti, dagli islamisti jihadisti alla Turchia, dagli Stati Uniti che cinicamente stanno a guardare dopo aver approfittato del valore delle Unità di protezione popolare – Ypg e delle Forze Siriane Democratiche curdo-arabe, che ora difendono Afrin con grande dedizione e valore, per sconfiggere l’Isis, fino alla Russia dell’infido Putin che ha ritirato i suoi militari d’interposizione nella zona per far spazio ai bombardamenti di Erdogan.

Fermiamo il massacro di Afrin!
Scendiamo in piazza per la Siria del Nord e per la sua rivoluzione
Sosteniamo la resistenza delle Ypj-Ypg e delle Forze Siriane Democratiche

 

Lunedì 5 febbraio – Presidio contro la presenza di Erdogan in Italia

Presidio lunedì 5 febbraio 2018, h 16
Piazza Castello, Torino

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan sarà ricevuto da Papa Francesco lunedì 5 febbraio. Oggetto della discussione, la questione di Gerusalemme capitale di Israele: ma mentre Turchia e Vaticano intrecciano i loro fumosi giochi diplomatici, le truppe turche proseguono nel loro feroce attacco contro il cantone di Afrin, una piccola enclave nel nord della Siria animata dalla rivoluzione confederale fondata sull’autogoverno popolare e sulla centralità delle donne. I combattenti che hanno strappato Kobane ai jihadisti dell’Isis, insieme a migliaia di civili (non solo curdi ma arabi, cristiani, ezidi, e innumerevoli famiglie di profughi siriani) muoiono sotto i bombardamenti sponsorizzati NATO, con la complicità attiva della Russia e di tutti i paesi occidentali. Questo rivoltante atto di guerra genocida, battezzato “Ramo d’ulivo”, richiede un’immediata presa di coscienza e una reazione da parte di tutte le persone libere in tutto il mondo. Sosteniamo il confederalismo democratico del Rojava. Facciamo sentire la nostra voce.

Contro la presenza di un criminale di guerra in Italia e in Vaticano
Fermiamo il massacro di #Afrin

#DefendAfrin