Mailbombing contro l’accordo Politecnico-Frontex

Facciamoci sentire da chi deciderà se un’università si renderà complice delle violenze nelle rotte migratorie!
Domani mattina (6 dicembre ’22) inviamo il nostro dissenso tra le 8:00 e le 12:00
Le università dovrebbero costruire ponti fra culture, non muri e gabbie!
COPIA IL TESTO QUI SOTTO E GLI INDIRIZZI AL FONDO

 

Buongiorno
Le scrivo in quanto rappresentante al Senato Accademico per chiederLe di non confermare gli accordi con Frontex.
È passato quasi un anno dall’ultima votazione sull’accordo tra il Politecnico e l’Agenzia della Guardia costiera e di frontiera europea conclusasi con l’inserimento della clausole di rispetto dei diritti umani, nota come Consortium Agreement.
Oggi, avete di nuovo la possibilità di decidere su questo accordo, dopo che l’Università degli Studi di Torino ha espresso “totale contrarietà” alla collaborazione in essere tra l’Ateneo e l’Agenzia europea.
Vorremmo allora ricordavi chi è e cosa fa Frontex, così che non vi concentriate solo sull’opportunità economica dell’accordo.
Le stesse istituzioni europee hanno ammesso e denunciato pubblicamente le violenze e le violazioni commesse o di cui si è resa complice l’Agenzia di frontiera.
«Frontex ha partecipato ai respingimenti illegali degli immigrati e la sua collaborazione è stata fondamentale».(https://www.youtube.com/watch?v=FCIytK-MA3g)
Poco meno di un mese fa è stato respinto il bilancio consuntivo dal Parlamento Europeo https://www.youtube.com/watch?v=YGNHxMdlkFQ
Il Presidente Fabrice Leggeri si è dimesso ad aprile di quest’anno in seguito al rapporto di OLAF, l’ufficio europeo per la lotta antifrode, che ha individuato comportamenti irregolari di vari dirigenti di Frontex nella gestione dei flussi migratori verso l’Europa.
Poco tempo prima era stata pubblicata un’inchiesta di alcune testate giornalistiche europee, tra cui Le Monde e Spiegel, che mostrava le prove dei respingimenti e dell’abbandono di barchini in mezzo al Mar Egeo.
Una seconda inchiesta pubblicata da poco da Le Monde conferma, inoltre, le relazioni tra Frontex e la guardia costiera libica,su cui speriamo di non dover aggiungere altro.
Un rapporto compilato nell’estate del 2021 dal Parlamento Europeo sul lavoro di Frontex (https://www.europarl.europa.eu/cmsdata/238156/14072021%20Final%20Report%20FSWG_en.pdf) ha concluso che «nonostante diversi soggetti credibili abbiano sistematicamente raccontato di violazioni di diritti umani alle frontiere di diversi stati membri, Frontex ha generalmente ignorato queste segnalazioni».
All’incirca un anno fa, Jonas Grimheden, il responsabile dei diritti fondamentali di Frontex, ha dichiarato che dopo sette mesi dall’incarico non erano state prese in considerazione le sue perplessità ed alcuna azione era stata intrapresa per evitare la violazione dei diritti umani. https://euobserver.com/migration/153666
I soggetti con i quali Frontex sviluppa delle collaborazioni sono soprattutto aziende del settore degli armamenti o delle tecnologie per la sorveglianza.
Intelligenza artificiale, droni, e-gate, riconoscimento biometrico oltre ad un esercito di agenti di frontiera destinato a raggiungere diecimila unità entro il 2027 per combattere la guerra contro i migranti. Mentre i cosiddetti monitor per i diritti umani saranno 40!
Le responsabilità di Frontex di fronte alle morti dei e delle migranti e alle violenze contro tutte le persone che cercano di attraversare i confini dal Mediterrano, dalla rotta balcanica, dalla Bielorussia, dalla Polonia oppure da Ceuta e Melilla in Spagna sono sotto gli occhi di tutti e tutte.
Come pensa il Politecnico di tenere l’agenzia sotto controllo con un accordo non vincolante? 
Come pensa il Politecnico di non rendersi complice di tali violenze se lo stesso accordo al punto “e” della lista dettagliata di possibilità di utilizzo dei risultati di ricerca menziona la facoltà di “modifica del contenuto”?
Come pensa il Politecnico di mantenere fede alle parole espresse dalla professoressa Montanaro a fine settembre in merito ad una Università accogliente?
Come pensa il Politecnico di rispettare il Manifesto dell’Università Inclusiva a cui ha aderito nel 2019 “per facilitare l’accesso all’istruzione superiore da parte di richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale” se collabora con chi respinge e chi si tappa gli occhi davanti alle violenze in frontiera?
L’accordo in questione tra Dist e Frontex è un accordo criminale, che rende l’università complice, non meno di altri, delle morti in frontiera, dai Balcani alla Spagna, dalla Manica al Mediterraneo.
Le università dovrebbero costruire ponti fra culture, non muri e gabbie!
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