Libertà per le rivoluzionarie e i rivoluzionari comunist* arrestat* in Francia

Tra ieri ed oggi, politici e giornalisti di ogni schieramento gongolano per l’arresto di 9 militanti appartenenti a formazioni rivoluzionarie comuniste ,da anni rifugiati e rifugiate in Francia per evitare la persecuzione politica dello Stato Italiano.

Vogliamo esprimere innanzitutto la nostra solidarietà ai ed alle militanti che a distanza di più di 40 anni continuano ad essere braccat* dalle forze della repressione borghese. Ignobile vendetta di stato, che però ci restituisce la misura della paura che le idee rivoluzionarie ancora incutono nelle elites politico-economiche europee.

Nove persone scelte come vittime sacrificali di un bieco gioco politico tra Macron e la destra Francese ed in seconda battuta tra i governi di Italia e Francia .

Arresti che arrivano dopo la di estradizione di 200 rifugiati politici da parte dello stato italiano e trovano le loro fondamenta nelle nuove leggi contro il terrorismo promulgate dal governo francese.

Lo Stato italiano si dimostra ancora una volta assetato di vendetta ,uno stato che all’epoca dei fatti ignorò le istanze e la delusione  di una generazione e preferì  zittirla con la violenza , uccidendo, arrestando e tortutando, decapitando il movimento della sua componente intellettuale ,  criminalizzando ogni idea che fosse al di fuori del teatrino della politica parlamentare. 

Una caccia senza campo a comunisti e comuniste, anarchici e anarchiche, armat* o non armat* , che ricalcava quanto successo nel primo dopo guerra, dove l’amnistia per gli infami fascisti procedeva parallelamente ai processi per centinaia di partigiani e partigiane.

 

Dal  ’75 in poi il governo Italiano, messo  spalle al muro da una generazione che lottava senza mezzi termi per un cambiamento radicale di un paese stritolato da crisi,disoccupazione e disparità economiche,   applicò   le famose “Leggi speciali ” , un tritacarne legale  in cui finirono migliaia di persone ,solo tra il ‘ 75 e l’82 si stima un numero tra le 4000 persone arrestate accertate e le 6000 presunte  ,  quasi tutti dell’età compresa tra i 21 e 30 anni .

Ci furono operazioni  come il “processo 7 Aprile ” del ’79,  che vide migliaia di indagat* ed arrestat*,tutti e tutte appartenenti a vario titolo all’area dell Autonomia Operaia. 

Passando dalle torture per ottenere confessioni ,ai processi sommari , dalle carceri speciali , alle pene altissime,  arrivando al “concorso morale” e alla strategia del pentitismo,le “leggi speciali”  portarono lo Stato al risultato sperato, vincere ed annientare il nemico ,in quella che fu una guerra civile , ma che si rifiutò sempre di definire tale .

Quella degli anni ’70 fu una lotta per il cambiamento  aspra e trasversale , portata avanti con diverse forme da una moltititudine di persone,lavoratori,lavoratrici  e collettivi  , che sì , persero la loro lotta , ma a cui non è  mai stato riconosciuto l’onore delle armi, semplicemente sono stati e state schiacciate o costrettae alla resa , cancellati dalla storia o bollati e bollate come semplici criminali ed invasat*.

Proprio a causa del rifiuto di prendere atto della politicità di quanto succedeva in quegli anni e delle promulgazione delle leggi speciali, che portarono a processi inquisitori fuori dallo stato di diritto, alcuni paesi, come ad esempio la Francia di Mitterand ,  concessero l’asilo politico ai latitanti della lotta armata italiana, a patto che dichiarassero  cessata la loro attività politica .

Nel 2019 abbiamo visto sbarcare in Italia un Cesare Battisti ammanettato,  che a distanza di trenta anni dalla sua fuga è finito ad ingrossare le fila di un esercito di prigionieri politici.

Oggi quelle fila rischiano di ingrandirsi ancora una volta di prigionieri e prigioniere mai riconosciut* dallo stato italiano e processati e processate in maniera arbitraria,  facendo leva su leggi speciali che hanno modificato per sempre il diritto al dissenso e la libera espressione  in questo paese , spesso pagando con anni di carcere duro il solo fatto di avere un’idea e un’appartenenza ad un area politica, senza  aver neanche  mai sparato uno colpo di pistola.

Qualcosa che  paghiamo anche noi ai nostri giorni,  ogni qual volta decidiamo di non essere indifferenti , ma partigiani e partigiane .

Questi fatti si inseriscono a pieno titolo nella “nuova Europa” che Repubblica saluta con piacere: un’Europa, quella che sognano, in cui il potere del capitale non ha più confini, protetto da una parte dallo stato neo-liberale con le sue polizie, dall’altra dai cani da guardia del sovranismo di destra.

Contro questo sogno distopico, un incubo di miseria e sfruttamento per il 99% della popolazione, promettiamo battaglia: se adesso ridono, presto arriveranno le lacrime.