E L’ANTISESSISMO?

Sabato 17 dicembre, Torino, come altre città italiane, ospiterà una street parade, nata dalla comune esigenza di riprendersi le strade, anche in seguito al decreto anti-rave ovvero al tentativo del nuovo governo di minacciare le esperienze non conformi, lontane da logiche di impresa e capitalizzazione, attive nella nostra società. Ma non solo: il decreto anti-rave è solo una delle tante facce di una repressione ben più estesa volta a silenziare, sorvegliare, emarginare, incarcerare sulla scia dei precedenti ” decreti sicurezza ” promossi da Salvini.Per quanto riportare l’attenzione su queste tematiche ci sembri fondamentale e urgente, ci ritroviamo impossibilitatə ad aderire, supportare e attraversare questa street parade. Perché?

Negli ultimi anni a Torino sono nate varie discussioni e dibattiti, anche trasversali a vari spazi e realtà, sul tema della violenza di genere. Ci siamo confrontatə spesso e più volte abbiamo segnalato atteggiamenti sessisti, prevaricatori , transfobici , abilisti e talvolta razzisti, giustificatori nei confronti di chi perpetua violenza e oppressione. Alcune delle realtà che promuovono questa street hanno spesso chiuso il dibattito relegando la violenza di genere e le forme di oppressione citate, senza neanche riconoscerle come tali. Relegandole a questione domestica, privata, passate o superate, o mere “divergenze di opinione”. In questi anni non hanno mai fatto un passo indietro sulle loro posizioni, scegliendo la via della diffamazione, o della irrisione denigratoria, piuttosto che quella dell’autocritica e della decostruzione.

Abbiamo deciso di non partecipare perché crediamo, ancora una volta, che non si possano considerare safe o transitabili spazi dove il transfemminismo intersezionale é considerato un valore divisivo.

Non possiamo parlare di convergenza delle lotte se fra le parole Antirepressione, Antiproibizionismo, Antifascismo, Antirazzismo, non pratichiamo l’Antisessismo , l’antiabilismo come necessità da cui ripartire per poter lottare insieme, unə a fianco dell’altrə riconoscendo anche e soprattutto in questa parola la nostra forza rivoluzionaria.

Siamo chiamatə alla coerenza nella lotta. Se la violenza di genere è considerata uno “scazzo fra partner, amicx, conoscentx e sconosciutx” allora, la prossima volta che unx compagnx viene presx a schiaffi da un gruppo di fascisti, non parlateci di azioni squadriste ma di “scazzi tra ideologie.”

La prossima volta che unx immigratx viene pestatx di botte per strada, non parlateci di odio razziale, ma di “scazzi tra etnie”.

La prossima volta che si negano le rivendicazioni legittime di una persona trans o con necessità mediche differenti, si negano in nome di chi quelle necessità non le ha e quelle oppressioni non le vive.

Le strade sicure le fanno le donne , le corpe, le frocie e le persone libere che le attraversano e non abbiamo bisogno di machi o atteggiamenti machisti, grazie!