Stiamo assistendo in queste settimane ad una legittima, quanto tardiva, indignazione di parte della società civile, rispetto alla mercificazione del corpo femminile che i festini di Mr B. hanno portato alla ribalta. Indignazione ben incanalata e sfruttata da buona parte della sinistra che, non smentendosi mai, scende in piazza per chiedere le dimissioni di un premier pappone che ammalia gli italioti col trito e ritrito stereotipo del self made man, questa volta in salsa macho latino, e chiede alle donne di fare la loro parte: “se non ora quando”…
Ma le donne, quelle buone e quelle cattive, con il proprio corpo ci fanno i conti da sempre: corpo svenduto per pochi euro con la tratta delle clandestine, corpo legittimamente venduto nella prostituzione esercitata come libera scelta, corpo violentato e ucciso da troppi uomini-padri-padroni, corpo che cura altri corpi nel difficile mestiere della cura e della badanza, corpo precario che si ostina a inseguire il miraggio di un posto di lavoro stabile e si ingegna giorno dopo giorno per mettere insieme un salario dignitoso, corpo soggetto e oggetto di piacere, corpo mutilato dagli aborti clandestini e dalla barbara pratica dell’infibulazione, corpo di donna e non solo/per forza di madre.
E in Piemonte, in questi mesi, il corpo delle donne è oggetto di un pesante attacco dal sapore coatto-reazionario: la delibera Ferrero, approvata il 25 ottobre 2010, promuovendo e finanziando l’ingresso dei volontari del Movimento Per la Vita nei consultori pubblici, mette in discussione non solo il fondamentale ruolo dei consultori (istituiti per volere delle donne nel 1975) nella promozione di una sessualità consapevole, ma soprattutto il diritto all’autodeterminazione delle donne in materia riproduttiva, con il chiaro obiettivo di cancellare progressivamente il diritto all’aborto, sancito dalla legge 194 del 1978. Nel contempo si propone di saggiare il consenso popolare al progetto di smantellamento del sistema sanitario nazionale (attraverso la progressiva privatizzazione del settore assistenziale a partire dai consultori) che Cota, Formigoni e Polverini stanno mettendo in campo nelle regioni che governano.
Alcune associazioni femminili torinesi hanno presentato ricorso contro questa vergognosa delibera al TAR, , che si pronuncerà l’8 giugno. Non lasceremo che decidano al nostro posto. Non resteremo in silenzio. Lottare per riappropriarci del nostro corpo e riaffermare il nostro diritto di scelta è indispensabile!
L’8 marzo saremo in piazza per ribadire che
SUI NOSTRI CORPI DECIDIAMO NOI!
VENERDI 4 MARZO
Ore 18:00 Assemblea Pubblica
“RIPRENDIAMOCI I CONSULTORI”
A seguire Apericena, Spettacolo Teatrale e Dj Set Nadya Mc
Per info: contact@csoagabrio.info