Venerdì 16 settembre 2011, ci siamo trovati in Largo Borgaro, sotto casa di Luana e Daniel, ad aspettare l’arrivo dell’ufficiale giudiziario che avrebbe dovuto effettuare il terzo accesso per rendere esecutivo lo sfratto di questa famiglia con 5 bambini minori.
I proprietari, che possiedono altri alloggi in questo e in altri stabili, a luglio avevano concesso un rinvio di soltanto due mesi e si sono presentatati nel primo pomeriggio per reclamare che venisse svuotato l’alloggio.
La richiesta di emergenza abitativa fatta al Comune dagli inquilini è stata respinta e in due soli mesi, in piena estate, in piena crisi economica non è semplice trovare un’altra soluzione abitativa.
In questa mattinata di solidarietà e resistenza abbiamo strappato altri 10 giorni ed è stato notificato un rinvio ancor più ridicolo del precedente.
La proprietà pensa che in dieci giorni si possa trovare casa per un nucleo famigliare di 7 persone?
E quali sono i ruoli delle istituzioni che si fanno sorde ai diritti delle persone?
Quante case popolari vuote ci sono in questa città?
Quanti alloggi sfitti che aspettano di essere venduti con speculazioni finanziarie per soddisfare gli interessi di pochi?
Quante persone senza casa si ritrovano in condizioni precarie, costrette a tornare a vivere coi genitori, o a dormire in auto, o in dormitori che non soddisfano le richieste crescenti di posti?
La casa è un diritto che difendiamo con la nostra presenza in una giornata come quella appena trascorsa e che rivendichiamo quotidianamente attraverso la lotta come inquilini e inquiline, precarie e precari, studenti e studentesse, lavoratori e lavoratrici. Crediamo che questa sia una lotta di tutte e tutte per un diritto fondamentale e non una questione privata di chi si ritrova a dover fare conti con avvocati di proprietari e ufficiali giudiziari.
Nessun proprietario -soprattutto quando si tratta di palazzinari che vivono di rendita e speculazione- può vantare diritti davanti a chi paga il prezzo della precarietà, della crisi, di un welfare scarso se non assente e di politiche pubbliche inefficienti.
Ognuno di noi si potrebbe trovare nella situazione di essere impossibilitato a pagare un affitto soprattutto, come nel caso di questa famiglia, in seguito ad un licenziamento.
Il Comune non soddisfa la maggior parte delle richieste di emergenza abitativa regolarmente presentate da persone, singoli e famiglie, che si trovano davanti ad uno sfratto esecutivo, ma le stesse istituzioni sono pronte ad eseguire sfratti e lasciare le persone in mezzo alla strada.
Tutto ciò è inconcepibile per un’Amministrazione che da un lato si vanta di riqualificare quartieri, come questo della spina3, spendendo milioni di soldi pubblici in opere di cementificazione e dall’altro butta fuori di casa interi nuclei famigliari, singoli e singole.
Vogliamo la moratoria degli sfratti!
Non possiamo essere noi a pagare la crisi portata da decenni di politiche pubbliche sbagliate a danno della collettività.
10 giorni sono pochi, la lotta non si arresta.
La dignità non si sfratta!
Sportello diritto alla casa Zona San Paolo