Che a Torino ci siano enormi problemi sociali è cosa risaputa.
Che il problema casa sia uno di questi è noto a noi come all’Amministrazione, visto che Torino è la città in Italia con il più alto numero di sfratti in relazione alla popolazione.
Ci si aspetterebbe allora che il comune promuovesse delle politiche per incoraggiare dei piani di edilizia popolare, attuando magari allo stesso tempo una pratica di requisizione degli innumerevoli edifici vuoti.. Ma niente di tutto questo avviene. Il comune ritiene che il problema casa sia principalmente un problema di ordine pubblico e demanda alla forze di polizia una possibile soluzione.
Risale a poche settimane fa il recapito di 7 denunce per l’occupazione di via Muriaglio, palazzina abbandonata da decenni. La colpa di queste persone sarebbe quella di aver contribuito a dare un tetto a diverse famiglie, molte delle quali con bambini, trovatesi per strada dopo aver subito uno sfratto. Quello cioè che dovrebbe fare l’amministrazione.
Ma ancora più sconcertante è ciò che sta avvenendo agli occupanti della palazzina di via Monginevro, vuota da parecchi anni e tornata a vivere grazie ai nuovi inquilini.
Negli scorsi giorni infatti, questi sono stati avvicinati da solerti funzionari della DIGOS che, prima informalmente e poi con tanto di notifica, li hanno invitati a presentarsi presso gli uffici della questure (come “persone informate dei fatti”) per accertamenti atti a verificare a che titolo abitino in via Monginevro.
Come se la questura già non lo sapesse!
Sono in via Monginevro perché senza un tetto, abbandonati dai servizi sociali al loro destino, ma pronti a riaffermare la propria dignità e ad affrontare la crisi. Perché è immorale lasciare alloggi vuoti, palazzi interi, e gente a dormire per strada.
Ci chiediamo quale sia l’intenzione reale della questura di Torino per queste convocazioni. Intimidire con minacce di denunce? Rompere la solidarietà tra gli occupanti con “promesse” per il futuro? Ottenere i nominativi di chi in questi mesi ha sostenuto la lotta per la casa? Sapere se pagano affitti a qualcuno? (potrebbe essere ridicola questa ipotesi se non conoscessimo l’arguzia dei funzionari di polizia..).
Certo siamo di fronte ad episodi inquietanti, episodi che svelano sempre di più l’incapacità di questa giunta comunale, PD in testa, ad affrontare il problema della casa. Solo nella pochezza delle proprie posizioni si può pensare che la polizia possa mettere un freno alla voglia di uscire dalla crisi che le occupazioni abitative in città rappresentano. Che poi la questura si presti a giochetti allusivi o intimidatori, minacci sgomberi o denunce, è indice dell’incapacità di arginare un tale fenomeno.
Non potranno essere piccole manovre da questurini a disfare la voglia di solidarietà, la fratellanza ed il senso di comunità che una occupazione abitativa crea e valorizza.
Senso di comunità, di appartenenza che nessun politicante o poliziotto potrà mai capire.