KOBANE NON E’ SOLA – ASSEMBLA PUBBLICA
Domenica 18 Gennaio 2015 – Ore 16 @ Csoa Gabrio – Via Millio 42
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Da più di 100 giorni la città di Kobane in Rojava (Kurdistan) è sotto assedio, da parte delle milizie fondamentaliste dell’ISIS che attaccano da sud e da est della città. Contemporaneamente la Turchia che
controlla il confine turco siriano, vieta a chiunque di andare a Kobane a dar sostegno alle 7000 persone rimaste ancora in città; il passaggio è concesso solo se si è siriani.
Da quando è iniziata la guerra sono fuggite più di 100 mila persone da Kobane e altre 30 mila dai villaggi circostanti. Al momento nella provincia di Urfa (sud est della Turchia) si trovano più di 150 mila profughi e nella zona diSuruc-Aligor ne sono presenti più di 50 mila: le esigenze di sopravvivenza di tutte queste persone vengono affrontate in maniera autogestita, con l’appoggio di piccole organizzazioni locali. A Suruc si trovano 5 campi profughi e un sesto è in costruzione in cui si trovano quasi 10 mila persone, altre 20 mila si trovano per strada o ospiti da famiglie.
Nei campi profughi serve di tutto, medici e infermieri, container per creare postazioni mediche, medicine che iniziano a scarseggiare, garze, cerotti, vestiti, coperte, scarpe e materiali di prima necessità.
Inoltre serve organizzare scuole provvisorie, sia per dare istruzione di base ai bambini sia per alleviare loro la sofferenza della guerra.
Oltre a tutto questo, sappiamo bene, che a Kobane è in corso una guerra, non solo contro la città in sé e contro i suoi abitanti, ma contro una possibilità, quella rappresentata dall’esperienza di autonomia del Rojava, non uno stato per un popolo, ma un’esperienza di autogoverno per tutte le comunità che vivono quella terra.
I curdi non stanno combattendo per avere un loro Stato con delle bandiere delle frontiere della polizia, ma si stanno difendendo per affermare la libertà di un popolo ad autogovernarsi come “confederazione democratica” del territorio.
Il popolo curdo ha trasformato l’esercito di liberazione nazionale in truppe di difesa popolare del territorio.
I kurdi, anche in questi mesi di resistenza e di guerra, hanno anche intrapreso la strada per superare le differenze di genere nella vita quotidiana ed abbandonare il modello maschilista e patriarcale.
Nel modello di confederazione autonoma che i curdi hanno intrapreso c’è l’assunzione di responsabilità nel preservare l’ambiente e difenderlo
dalle aggressioni del classico capitalismo di sfruttamento delle risorse.
Sono dunque davvero tante le ragioni per provare a darci un obiettivo ambizioso: portare dalla nostra città e dalla nostra regione una solidarietà concreta e reale alle vittime della barbara aggressione dell’ISIS che continua tra la complicità della Turchia da un lato e gli interessi di destabilizzazione dell’area delle potenze occidentali.
Per discutere, coordinarsi, costruire una rete di solidarietà con il popolo curdo del Rojava proponiamo alle realtà autogestite e antagoniste, a tutte le realtà che amano la libertà e hanno a cuore la
questione curda un incontro il 18 Gennaio alle 16 al C.S.O.A. Gabrio per un’assemblea pubblica.
Kobane non è sola!
Sosteniamo la resistenza delle YPG/YPJ
Organizziamo la solidarietà con i profughi di Suruc-Aligor