L’ipocrisia delle modifiche al Decreto Sicurezza in un’Europa che si fa sempre più fortezza
In questi giorni, quotidiani e telegiornali hanno aperto con alcuni titoloni sull'”abolizione” dell’odioso Decreto Salvini. I leader del centro sinistra si sono lanciati in annunci trionfali, intonando inni al ritorno ad un Italia più accogliente ed umana.
L’ipocirsia o l’ingenuità di chi canta vittoria davanti a così tanta pochezza, fingendo di non essere a conoscenza della linea sempre più dura e disumana che adoterrà l’Unione Europea in tema di gestione dei flussi migratori e di controllo dei confini non ci sorprende e manifesta, se mai ce ne fosse ancora bisogno, quanto le decisioni istituzionali in materia di migrazioni siano inscindibili da un razzismo dilagante sempre più discriminatorio.
Alcune settimane fa è stato presentato dalla commissione europea il nuovo patto sull’immigrazione e l’asilo. Il nuovo regolamento, annunciato strategicamente durante i giorni dell’incendio al campo profughi di Moira, sull’isola di Lesbo, dovrebbe portare alla concreta abolizione del regolamento di Dublino, in vigore dal 2014, che obbligava i migranti a presentare la domanda di asilo nel primo paese dell’UE dove essi mettono piede.
Gli obiettivi dichiarati mirano ad organizzare l’immigrazione legale tenendo conto delle priorità, delle esigenze e delle capacità d’accoglienza stabilite dagli stati membri e favorire l’integrazione degli immigrati; controllare l’immigrazione clandestina e favorire il ritorno volontario dei migranti nei loro paesi di origine o di transito; rendere più efficaci i controlli alle frontiere; costruire un quadro europeo in materia di asilo e creare un partenariato globale con i paesi terzi per favorire le sinergie tra migrazione e sviluppo.
Nel concreto la forma che si prefigge questo nuovo sistema di governance delle migrazioni risulta in linea con la tendenza securitaria su cui poggia parte della propaganda sovranista/nazionalista delle destre europee. I paesi dell’unione europea potranno richiedere l’intervento della Commissione ogni volta che aumentarà il flusso migratorio o anche solo se si prevede tale aumento. La commissione a questo punto interverrà a sostegno del paese richiedente che però potrà decidere quante persone accogliere, oppure se utilizzare il programma “return sponsorship” sovvenzionando i paesi di frontiera che opereranno i rimpatri.
La modalità con cui l’Unione Europea intende affrontare i flussi migratori nei prossimi anni prevede: la velocizzazione e la standardizzazione delle pratiche di valutazione delle domande d’asilo, rendendo quel delicato processo un semplice e matematico dentro o fuori, come se dietro quelle richieste ci siano numeri e non persone con storie, drammi e speranze; maggiore centralità e il potenziamento informatico e logistico degli Hotspot: “non luoghi” di frontiera sempre più distanti dal territorio nazionale, atti alla detenzione preventiva durante le procedere di identificazione dei e delle migranti; ottimizzazione della macchina delle espulsioni stringendo accordi con un numero sempre maggiore di paesi di provenienza ed allargando la lista dei paesi terzi sicuri, procedendo parallelamente alla creazione di database per velocizzare l’identificazione dei migranti.
Il tutto preceduto dallo spostamento del controllo delle frontiere Europee sempre più a Sud, tramite l’elargizione di fondi e tecnologie di controllo a stati che confinano con l’Europa ed alla militarizzazione con tecnologie sempre più sofisticate del mar Mediterraneo, accompagnata da progetti di cooperazione tra polizie di frontiera nazionali,o sovranazionali come Frontex, marine militari e guardie costiere degli stati di confine ( vedi progetto ANDROMEDA – An EnhaNceD Common InfoRmatiOn Sharing EnvironMent for BordEr CommanD, Control & CoordinAtion Systems).
Una valanga di fondi che andrà a realizzare su scala europea i sogni di razzisti e fascisti di tutta europa (e non solo) che da anni criminalizzano la solidarietà e fomentano le discriminazioni a colpi di decreti sicurezza, oltre che a riempire le casse di aziende specializzate nella creazione di software e tecnologie di controllo e nella produzione di armamenti, come Leonardo-Finmeccanica, Thales Alenia Space Italia, Avio S.p.A. , Piaggio Aereo Industries e Codin SPA
Un metro di giudizio sulla disponibilità dell’UE nell’investire soldi ed energie in una governance delle migrazioni sempre più securitaria ce lo da il voto favorevole del consiglio europeo ha approvato il nuovo regolamento di Frontex (agenzia europea della guardia di frontiera e costiera) che prevede un consistente aumento nelle casse dell’agenzia. Se nell’anno in corso gli investimenti contro la lotta all’immigrazione raggiungono i 320 milioni, nel 2021 toccheranno quota 1,1 miliardi fino ad arrivare 1,9 miliardi nel 2025. Termoscanner e scanner del battito cardiaco da montare sulle motovedette della guardia costiera, droni e investimenti per potenziare i respingimenti in africa e asia vanno in direzione contraria rispetto a quella solidarità che tanto viene richiamata dalla leadership europea per il controllo dell’immigrazione.
Questo è quello che l’Unione Europea intende per solidarietà, questa è la linea che l’UE sta tracciando per gli stati membri in materia di gestione dei flussi migratori e controllo delle frontiere. Questa è l’europa razzista che avanza.