🔥 Sorellə riprendiamoci le strade 🔥

Più controlli, più telecamere, più personale adibito alla preservazione della nostra sicurezza: queste sono le risposte delle istituzioni di fronte all’ennesimo caso di stupro.

La risposta a queste violenze pare essere sempre la stessa e allora noi ci domandiamo: a che numero di guardie siete arrivati? Se le aumentate ogni volta, ormai quante sono? E quale effetto positivo può sortire una soluzione del genere se il problema è il patriarcato e le istituzioni fanno di tutto per non riconoscerlo? Anzi, sappiamo bene che i dispositivi securitari altro non fanno che rafforzarlo e legittimarlo.

A cosa ci serve una guardia, cresciuta e assoldata in un corpo machista e violento e quindi incapace di riconoscere una richiesta d’aiuto se non ben urlata a squarciagola e scandendo bene le parole? (almeno questo ci insegnano i vari pm/giudici/guardie così solerti durante gli interrogatori).

L’unica risposta che sanno dare le istituzioni fondamentalmente è “siccome non sappiamo come fare (e il patriarcato è troppo funzionale alla macchina di oppressione, shh!), sarebbe meglio che tuttə rinunciassero ad un po’ della loro libertà.

Questa logica risolutiva che ci viene propinata ogni volta ha l’unico scopo di chiudere il dibattito, mettere a tacere la rabbia e l’angoscia che si provano di fronte a questa brutale violenza.

Noi non ci stiamo e vogliamo urlarlo forte e chiaro, ben coscienti che lo

stupratore è figlio sano del patriarcato e che per combatterlo dobbiamo

vivere libere e riprenderci con i nostri corpi le strade, gli spazi e tutto l’universo.

💥 Sorellə tenetevi pronte, l’8 novembre facciamoci sentire.

Ore 18.30 Presidio contro la violenza di genere, a seguire camminata

rumorosa nel quartiere San Paolo.

Ci vediamo a Comala (piazza Adriano, angolo Corso Ferrucci).

Porta fischietti, pentolacce, qualsiasi cosa faccia rumore!