Nuovi complici, vecchi sistemi

Nella giornata di ieri, si è compiuto il passo decisivo che segna l’imminente riapertura del CPR di Corso Brunelleschi a Torino. 

La Cooperativa Sanitalia Service è stata dichiarata vincitrice dell’appalto da 8,4mln di euro per la gestione biennale del campo detentivo, battendo la concorrente Ekene (unica rimasta in gara).
Si prevede, dunque, che in un mese circa il CPR verrà riaperto e la macchina razzista potrà tornare a regime.
Sanitalia Service è una azienda (mascherata da cooperativa sociale) molto radicata nel territorio torinese, nota per la gestione di diversi servizi legati all’assistenza socio-sanitaria e alla residenzialità psichiatrica.
Alla voce “Chi siamo” nel proprio sito, si presenta come realtà che opera “un’attenzione costante alla persona, al suo benessere e al contesto nella quale è inserita o da cui proviene”, omettendo la conscia scelta di investire nella detenzione amministrativa come settore di lucro.
L’ingresso nel “settore dell’accoglienza” però è stato il cambio di passo per la cooperativa che ha visto crescere i propri profitti.
La gestione dei CAS nell’astigiano, come spesso accade quando questa è sinonimo di disservizi e speculazione, ha permesso di toccare con mano il corposo business sulla pelle delle persone migranti. 
Non ci stupisce, quindi, che sia agevolmente entrata nel settore della detenzione amministrativa, prima come fornitrice di servizi interni in collaborazione con Gepsa (ente gestore di Torino fino al 2021) e successivamente presentandosi da sola ai vari bandi per la gestione dei CPR (Albania, Milano e Torino).
D’altronde cosa aspettarsi dall’ennesima cooperativa inglobata in un sistema di scatole cinesi, sistema fondato su  grossi investimenti in società che lucrano sulla privatizzazione dei servizi sottratti al welfare pubblico.
Come sempre solo speculazione e brutalità mascherate dcortesia. 
La gestione di questi luoghi, anche se decorata con belle parole, non può che produrre morte e tortura. Chi gestisce i centri detentivi è complice di chi li crea e li finanzia e la lotta contro queste istituzioni totalizzanti non può esimersi dall’opporsi a chi ne consente la riproduzione materiale.
Continueremo a tornare in Corso Brunelleschi per sostenere oltre le mura di quell’infame luogo le persone detenute. 
Per la libertà di movimento di tutte e tutti
NO CPR, NÉ QUI NÉ ALTROVE!