Per
l’autodeterminazione – Contro carcere e repressione per consumatori e consumatrici Contro le narcomafie – per tutte le vittime del proibizionismo Venerdì 18 Aprile
ore 21 – incontro dibattito
è reato? Oramai ho seminato – la coltivazione in Italia e in Europa con .Alessandra Viazzi – PIC
.Franco Casalone – autore di “Il canapaio” .Martin Barriuso – PANNAGH (Bilbao) a seguire serata concerto dei Fratelli Sberlicchio |
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http://www.youtube.com/watch?v=GfpvasZoZwE
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Sabato 19 Aprile
ore 22:00 – Concerto 24 Grana
Un altro anno festeggiamo la semina. non un appuntamento rituale o semplicemente una occasione |
Il meccanismo perverso e criminale del proibizionismo si alimenta e trae linfa da leggi securitarie e vive e si
rugenera in un clima culturale e politico spessissimo dominato dall’ignoranza. Si tratta di un meccanismo
perfettamente oliato che proibisce criminalizza e al tempo stesso incrementa in maniera vertiginosa i profitti
delle narcomafie, stringendo il consumatore in una morsa tra la repressione da un lato e le dinamiche legate
al mercato dello spaccio dall’altro.
All’interno della recente campagna elettorale però, le problematiche e le questioni legate alle sostanze
sono state un tema pressochè assente dal dibattito politico: il consumo di sostanze psicoattive trova infatti
cittadinanzna all’interno dello spazio pubblico solo quando deve essere declinato in termini emergenziali.
E la nostra festa della semina è innanzitutto un voler superare dal basso e con le nostre forze i tempi e le gabbie
di un dibattito politico sordo alle nostre istanze: due anni di governo di centro-sinistra hanno ridotto la questione
ad un’insensato balletto di ipotesi sulla quantità di principio attivo di cannabis consentito, e questo è stato
probabilmente il punto più alto che il quadro istituzionale è stato in grado di esprimere!
La nostra festa, la nostra semina annuale è dunque un gesto di liberazione e di riconquista dello spazio pubblico,
perchè dice in maniera molto semplice e lineare che è possibile sgretolare il fronte proibizionista a partire dalla
nostra quotidianità, da gesti che possono apparire anche banali e simbolici, come quello di piantare un seme!
Piantare un seme per liberarsi appunto dalla logica delle mercificazione a cui la ganja -così come tutte
le altre sostanze- è sottoposta; per liberarsi dallo strapotere delle narcomafie; per ricostruire un rapporto
anche culturale nei confronti di una sostanza naturale che ha tempi e ritmi che vanno rispettati e che
necessita di attenzioni. L’autoproduzione e la condivisione unite alla consapevolezza sono logiche proprie di
una sana cultura antiproibizionista, ed è questa la cultura che vogliamo diffondere organizzando eventi come la semina,
convinti che ogni singolo seme, ogni singola pianta che riesce a crescere rappresenta una scelta di sottrazione
dalle logiche di mercificazione delle sostanze e contribuisce a togliere un mattone dal muro del proibizionismo.
Ovviamente festeggiando la semina non possiamo dimenticarci di chi ha pagato, a volte anche con la propria vita,
le proprie scelte antiproibizioniste: Aldo Bianzino -morto in carcere a Perugia in autunno in circostanze ancora non chiarite
dopo essere stato arrestato per una coltivazione domestica di cannabis- è forse il caso che in maniera
tragicamente paradigmantica rappresenta tutti e tutte.
Perchè il proibizionismo sulle sostanze continua ad uccidere, e di fronte a questo è oggi più che mai
urgente piantare il seme del nostro dissenso per raccogliere ed ottenere le nostre libertà!
rugenera in un clima culturale e politico spessissimo dominato dall’ignoranza. Si tratta di un meccanismo
perfettamente oliato che proibisce criminalizza e al tempo stesso incrementa in maniera vertiginosa i profitti
delle narcomafie, stringendo il consumatore in una morsa tra la repressione da un lato e le dinamiche legate
al mercato dello spaccio dall’altro.
All’interno della recente campagna elettorale però, le problematiche e le questioni legate alle sostanze
sono state un tema pressochè assente dal dibattito politico: il consumo di sostanze psicoattive trova infatti
cittadinanzna all’interno dello spazio pubblico solo quando deve essere declinato in termini emergenziali.
E la nostra festa della semina è innanzitutto un voler superare dal basso e con le nostre forze i tempi e le gabbie
di un dibattito politico sordo alle nostre istanze: due anni di governo di centro-sinistra hanno ridotto la questione
ad un’insensato balletto di ipotesi sulla quantità di principio attivo di cannabis consentito, e questo è stato
probabilmente il punto più alto che il quadro istituzionale è stato in grado di esprimere!
La nostra festa, la nostra semina annuale è dunque un gesto di liberazione e di riconquista dello spazio pubblico,
perchè dice in maniera molto semplice e lineare che è possibile sgretolare il fronte proibizionista a partire dalla
nostra quotidianità, da gesti che possono apparire anche banali e simbolici, come quello di piantare un seme!
Piantare un seme per liberarsi appunto dalla logica delle mercificazione a cui la ganja -così come tutte
le altre sostanze- è sottoposta; per liberarsi dallo strapotere delle narcomafie; per ricostruire un rapporto
anche culturale nei confronti di una sostanza naturale che ha tempi e ritmi che vanno rispettati e che
necessita di attenzioni. L’autoproduzione e la condivisione unite alla consapevolezza sono logiche proprie di
una sana cultura antiproibizionista, ed è questa la cultura che vogliamo diffondere organizzando eventi come la semina,
convinti che ogni singolo seme, ogni singola pianta che riesce a crescere rappresenta una scelta di sottrazione
dalle logiche di mercificazione delle sostanze e contribuisce a togliere un mattone dal muro del proibizionismo.
Ovviamente festeggiando la semina non possiamo dimenticarci di chi ha pagato, a volte anche con la propria vita,
le proprie scelte antiproibizioniste: Aldo Bianzino -morto in carcere a Perugia in autunno in circostanze ancora non chiarite
dopo essere stato arrestato per una coltivazione domestica di cannabis- è forse il caso che in maniera
tragicamente paradigmantica rappresenta tutti e tutte.
Perchè il proibizionismo sulle sostanze continua ad uccidere, e di fronte a questo è oggi più che mai
urgente piantare il seme del nostro dissenso per raccogliere ed ottenere le nostre libertà!