Appello per l’immediata liberazione di Pedro Condori e Claudio Boza

E’ urgente l’appello per chiedere la
liberazione di Pedro Condori e Claudio Boza, due sindacalisti peruviani in
carcere da settembre per reati che non hanno commesso.

Pedro
Condori
è il Segretario generale del sindacato
della miniera dei lavoratori di Casapalca, Claudio Boza è Segretario del sindacato per la sicurezza e l’igiene. I due uomini
sono stati accusati di omicidio nei confronti di un agente di polizia nel corso
di uno sciopero dei minatori Della minera Casapalca nella provincia di
Huarochirí.
Le miniere peruviane mancano di dispositivi di sicurezza per gli operai, che
non solo rischiano la vita ogni giorno, ma quasi l’80% di questi lavorano con
contratto a termine e precario.
Secondo i lavoratori, Casapalca è la miniera peruviana nella quale i lavoratori
sono costretti alle peggiori condizioni e guadagnano meno, perché sono pagati
tra i 22 e i 24 sol (5€) al giorno, laborando a 600 m. sotto terra.

 Questo
nonostante negli ultimi anni la Compañía Minera
Casapalca, ubicata sulla sierra di Lima a 4.000 m di altezza, abbia
registrato guadagni maggiori ai 100 milioni di soles (25 mil. di euro).

La Compañía Minera
Casapalca e’ stata multata per l’Organismo preposto alla supervisione degli
Investimenti nell’Energia e nelle Miniere (Osinergmin), perche’ non rispettosa
delle norme ambientali, di sicurezza e higiene, e anche dal Ministero del Lavoro
per la repressione attuata nei confronti Della liberta’ sindícale dei suoi
lavoratori.  Inoltre, la Casapalca e’ stata anche
espulsa dalla Societa’ nazionale di
Minería, Petróleo y Energía.

Per arginare questa dura situazione, i
lavoratori si sono uniti, nonostante la forte opposizione dell’impresa, nel
sindicato de Trabajadores Mineros de Casapalca, riconosciuto dal Ministero del
Lavoro. In questo modo sono riusciti ad ottenere sulla carta delle garanzie, la
maggior parte delle quali non sono pero’ ad oggi rispettate dalla minera
peruana.

Durante la protesta del novembre 2008, i
manifestanti hanno lanciato pietre giù da una collina per bloccare una strada
pubblica. Una delle rocce ha colpito un agente di polizia e lo ha ucciso, ma non vi è alcuna prova per sostenere le accuse contro i due sindacalisti, anche perché,
secondo gli avvocati, sia Condori che Boza si trovavano a Lima per una riunione
con funzionari del Ministero del lavoro. Esiste infatti il verbale della
riunione firmato da tutti i partecipanti.

Ora Pedro Condori e Claudio Boza sono detenuti nel carcere Aucallama e
aspettano una sentenza a fine gennaio. L’associazione Aprodeh me denuncia la
detenzione illegale e, insieme ad Amnesty International, promuove un’appello
per la scarcerazione immediata.

La
loro detenzione e’ un chiaro tentativo di criminalizzare la lotta per la
rivendicazione dei diritti.

E’ importante aderire all’appello entro il 26 febbraio 2010 inviando una lettera al Ministro
della giustizia peruviano
a questo
indirizzo apastor@minjus.gob.pe
con una copia anche ad
APRODEH a raquel@aprodeh.org.pe
e al
Consolato Peruviano
conperturin@hotmail.com


Qui di seguito la lettera da inviare:

DATA

Sig.
Ministro

Mi rivolgo a Lei in relazione alla detenzione di Pedro Condori Laurente y
Claudio Boza Huanhayo per:

– Segnalare che non esistono prove che mettono in relazione ne’ Pedro Condori
Laurente ne’ Claudio Boza Huanhayo con l’assassinio dell’ agente di policía
avvenuto lo scorso 24 novembre;

– Chiedere quindi che le autorita’ competenti
basino le proprie accuse su prove solide e veritiere altrimenti rilascino
immediatamente i due detenuti;


– Esprimere preoccupazione per il fatto che, secondo APRODEH, entrambi i
detenuti  si trovavano ad una riunione
con alcuni funzionari del governo quando il poliziotto e’ stato ucciso (esiste
infatti il verbale della suddetta riunione firmato da Condori e Boza e dai
funzionari del governo). 

Alla luce di questo sembra quindi che i due uomini
sono stati arrestati solo perche’ sindacalisti che chiedono migliori condizioni
di lavoro per i minatori della provincia peruviana di Huarochiri;

– Chiedere con urgenza alle autorita’ di non criminalizzare coloro che si
battono per una piena realizzazione dei diritti umani sottoponendoli a
investigazioni basate su accuse infondate, perche’ la protezione dei diritti
dell’uomo e’ contemplata e tutelata dalle leggi internazionali;


– Condannare l’omicidio dell’agente di polizia e chiedere che si indaghi in
modo esaustivo affinche’ i responsabili compaiano davanti alla giustizia.

Certo
di una soluzione positiva di questo caso, Le invio i piu’ cordiali saluti.

FIRMA,
CITTA’, PAESE