La sicurezza non è una divisa la sicurezza è vivere il quartiere.
Amina ha lavorato 15 anni presso un anziano non autosufficiente, quando lo strappo di un tendine provato dalle fatiche di un lavoro che non la tutela, la rende inabile al suo incarico e ora rischia di perdere il permesso di soggiorno.
Alì, dopo aver messo in gioco la sua vita attraverso il Sahara e il Mediterraneo, ottiene un permesso di soggiorno per motivi umanitari. Il sistema d’accoglienza di cui dovrebbero beneficiare richiedenti asilo e rifugiati, trascorsi i sei mesi di validità del permesso, lo ributta in strada. In Italia da sei anni, Alì non trova casa né lavoro.
Sabri sale sul tetto del CIE di corso Brunelleschi per opporsi alla deportazione nel suo Paese: la Tunisia. Proprio Tunisia e Algeria hanno da poco firmato un accordo con l’Italia per il rimpatrio forzato di chi, poiché senza documenti, si trova rinchiuso nei lager per immigrati della Penisola.
Queste storie parlano dell’ingiustizia che molti/e immigrati/e subiscono in questo paese a causa delle leggi sull’immigrazione che a partire dagli anni novanta governi di destra e di sinistra hanno promulgato. A causa di queste leggi l’immigrato può risiedere legalmente in Italia solo se in possesso di un contratto di lavoro; diventa invece illegale chi viene licenziato dalle aziende in crisi, chi lavora in nero. Sono considerati illegali i figli degli immigrati che nati o cresciuti in Italia non hanno trovato lavoro al raggiungimento della maggiore età, così come tutti i rifugiati cui sono state rifiutate le domande d’asilo.
L’attuazione di queste leggi è stata accompagnata negli anni da una crescente propaganda razzista che descrive l’immigrato come l’estraneo, il sospetto, il criminale, con il solo obiettivo di far apparire legittima la sua esclusione da ogni tutela, per agevolarne lo sfruttamento nei campi del Sud come nelle imprese e cooperative del Nord. Perché l’alternativa è la reclusione nei CIE, l’alternativa è il rimpatrio forzato.
Il preteso legame tra criminalità e immigrazione diventa norma con l’entrata in vigore del Pacchetto Sicurezza, il 24 luglio del 2008. Questa legge trasforma irrevocabilmente le politiche migratorie in una questione di sicurezza pubblica, accresce il potere poliziesco, promuove la caccia al clandestino, la militarizzazione delle frontiere e i respingimenti in mare.
Il razzismo di stato e la messa al bando dell’immigrato sono direttamente collegati a selvagge politiche di sfruttamento del lavoro. D’altronde le imprese necessitano della mano d’opera straniera per essere competitive nel mercato globale. Il PIL Italiano si basa per il 17,5% sul lavoro nero e va da sé che fare del possesso di un contratto di lavoro la condizione della legalità o meno dell’immigrato, non è più che un pretesto per assicurarsene il controllo.
Opporre una resistenza a queste derive significa ricostruire reti di relazioni solidali e antirazziste che crescano dal basso, dal riconoscimento di un comune vissuto di precarietà, per opporsi al fascismo e al razzismo imperanti, i cui sintomi da tempo riconosciamo nelle strade che abitiamo. Riprenderci quelle strade, riappropriarci di quello spazio sociale aperto che è il quartiere, ci pare l’unica risposta politica valida e praticabile pubblicamente. Le politiche securitarie, così come il degrado, si combattono anche riempiendo nuovamente quelle strade di vita collettiva, di condivisione pratica, di contenuti antirazzisti. Lanciamo dunque una serie di iniziative, rivolte a diverse zone della città, per mostrare che il quartiere può e deve vivere per chi lo abita, italiano o straniero che sia. Perché i quartieri sono insicuri e pericolosi nella misura in cui divengono dormitori dalle strade deserte la cui sola funzione è di ricoverare gli abitanti per una nuova giornata di lavoro.
PROGRAMMA
ore 16.00 – passeggiata per il quartiere con la SAMBA Band
ore 17.30 – ASSEMBLEA in vista della manifestazione cittadina del 27 novembre interverranno tra gli altri, 2 avocati impegnati su fronte immigrazione.
A SEGUIRE…
Cena con pizze del forno autogestito itinerante
Castagnata
+ Castagne – Maroni
CONCERTO CON
Suoni Erranti (canti e balli dal sud)
dj set by
Elettrosciocchine
Nik Alien
Vino, cibo e quello che ti va di portare.
PIAZZA MADAMA CRISTINA – TORINO
rete “10 luglio antirazzista”