Il tempo della crisi impone di prendere delle posizioni chiare. Vi sono soggetti che nella crisi rilanciano pratiche di lotta sociale, di riappropriazione, di autogestione, consci e convinti che solo tali pratiche siano portatrici di cambiamento, che siano in grado di essere un limite al dilagare della miseria dell’esistente e della perdita di solidarietà. Ma vi sono anche soggetti che invece approfittano di tali momenti per attaccare diritti acquisiti, per svendere patrimonio pubblico, per privatizzare beni comuni, per attaccare le voci discordanti del panorama politico. Per favorire i loro interlocutori finanziari e bancari.
In un contesto del genere la vicenda del CSOA Gabrio è emblematica di come coloro che sono gli artefici principali di una congiuntura economica e sociale così difficile si muovano per difendere gli interessi di pochi. Occupato da 18 anni il Centro è cuore pulsante di attività politiche e sociali non allineate, voce di chi, per mandato di Monti o di Fassino, è costretto a sacrifici. Con le sue pratiche promuove un attacco diretto alla crisi, senza mediazioni con occupazioni, autogestione, socialità fuori da schemi economici. Ed ecco che, con la scusa dell’interesse pubblico, il Comune, rappresentante di quella classe partitica così portata a ruberie e privilegi, è pronto ad eliminare un’esperienza che ormai connota profondamente il quartiere San Paolo.
Al Gabrio c’è l’amianto, lo si è sempre saputo, in primis lo ha sempre saputo chi lo ha occupato. Per questo si è cercato negli anni di interloquire con il Comune, ma non si hanno avuto risposte. E per questo le/gli occupanti del Centro hanno provveduto ad interventi di tutela per evitare che la situazione si aggravasse, per evitare ulteriori danni. Il Comune non si muove negli anni, se ne frega, chi vive il Gabrio invece si prodiga. E questo è un dato di fatto.
Nel 2012 il Comune si sveglia, mette a bilancio 500000 euro per la bonifica del sito senza mai menzionare o parlare con chi al Gabrio sta, e nel frattempo produce una documentazione che attesta che i lavori cominceranno a gennaio 2013. L’assessore al patrimonio Passoni, a precisa richiesta dei razzisti della Lega, dichiara che si è pronti ad intervenire. Questi passi sono l’anticamera dello sgombero, è chiaro. Ma forse tutto ciò nasconde anche altro.
Perché nell’isolato vicino al Gabrio è pronta a partire una gigantesca speculazione edilizia, che prevede la costruzione di migliaia di metri quadri di alloggi ed esercizi commerciali. Insomma il Comune è pronto a regalare ai soliti amici, in questo caso la Fondazione bancaria San Paolo e la Prelios, società di Tronchetti Provera, una grossa fetta di area pubblica.
In una città con circa 50000 alloggi vuoti, con quasi 3000 sfratti l’anno, a chi può giovare una tale colata di cemento? A chi potrà giovare un ipermercato vicino al secondo, per importanza, mercato rionale della città? Ecco che si svelano le carte. Ecco che il Gabrio si dimostrerebbe un vicino scomodo; ecco che al suo posto potrebbero subentrare attività più remunerative per favorire qualche amico, per tenersi buona qualche alleanza o dare il contentino a qualche presunto oppositore. È più facile parlare di salute e farsi belli con l’amianto del Gabrio, che prevedere un piano complessivo di manutenzione straordinaria per gli edifici pubblici cittadini o intervenire per limitare le polveri sottili un tipo di inquinamento che fa strage in maniera meno eclatante.
Una classe partitica sempre più delegittimata, portata agli interessi di casta (ma ci piacerebbe dire di classe) alla faccia delle esigenze e dei bisogni della gente, si prenota il proprio futuro (vero Chiamparino?) regalando pezzi della città a banche e finanziarie.
Insomma il PD a Torino, con la solita arroganza e non contento di avere lasciato un buco finanziario grazie a manovre di bilancio a dir poco azzardate e a spese insostenibili come le Olimpiadi, non contento di avere svenduto i servizi sociali, si prepara all’ennesimo abbraccio con le banche, alla faccia di chi la crisi la patisce realmente!
E ben venga allora la possibilità di far tacere chi tutto ciò denuncia in maniera inesorabile, chi non si concilia, chi lotta.
E ben venga l’amianto per far tacere il Gabrio.
Ma noi non ci stiamo. Denunciamo e continueremo a denunciare questo stato di cose, continueremo a dar fastidio al manovratore, continueremo a svelare queste collusioni del partito degli affari.
Perché noi alla salute della gente teniamo e lo abbiamo dimostrato negli anni; perché noi vogliamo che l’amianto sparisca dal Gabrio ma che il ruolo del Centro nel quartiere e nella città rimanga tale.
Perché non ci sottrarremo mai a combattere coloro che pensano che il quartiere San Paolo sia una mangiatoia per arricchire referenti partitici e consorzierie affaristiche.
Perché chi vive il quartiere, come le/gli occupanti del Gabrio, sa quali sono le reali esigenze: aree verdi, spazi per i piccoli, edilizia popolare.
Se si pensa di mettere il Gabrio contro la propria zona ci si sbaglia di grosso, come dimostra la solidarietà costante e consistente che il Centro ha ricevuto in questi giorni.
Siamo pronti a confrontarci sulla questione amianto ma non a svenderci.
Siamo pronti a lottare perché noi il nostro quartiere lo amiamo realmente.
Il 20 ottobre è lanciata in tutta Italia una mobilitazione contro sfratti, sgomberi, pignoramenti e contro il consumo di suolo e la svendita del patrimonio pubblico.
Ci inseriamo anche noi in questa giornata con le nostre istanze!
Lanciamo per sabato 20 ottobre un corteo per le strade di San Paolo per difendere il nostro Centro, il nostro Borgo, la nostra dignità.
DIFENDI IL CENTRO SOCIALE DI ZONA
PER LA BONIFICA DALL’AMIANTO DI TUTTE LE STRUTTURE PUBBLICHE
CONTRO LA SPECULAZIONE DI BANCHE E PARTITI
GiU’ LE MANI DA SAN PAOLO!
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