Venerdì 27 Febbraio 2015
• a partire dalle 19 APERICENA
• alle 21 PRESENTAZIONE di “Decennio Rosso” (edizioni paginauno) romanzo di Massimo Battisaldo e Paolo Margini
Le vicende politiche e sentimentali dei gioivani protagonisti Elio e Sofia fanno capire come e perchè negli anni ’70 molti studenti e operai, dopo la contestazione e la lotta politica, presero le armi per tentare la rivoluzione, e come furono fondate in Italia le organizzazioni comuniste combattenti, con eventi narrati da chi vi prese parte.
Inserimenti artistici di Riccardo Cecchetti (disegnatore e fumettista)
Interventi di Antonio Carroccia (ex delegato FIOM Alfa)
CSOA GABRIO
VIA MILLIO 42
ZONA SAN PAOLO ANTIRAZZISTA
TORINO
———————-
Romanzo della realtà, Decennio rosso è il primo tentativo di mostrare i cosiddetti ‘anni di piombo’ ponendosi dal punto di vista di chi compì la scelta rivoluzionaria della lotta armata. E lo fa cercando di rispondere a quella domanda che la politica e la storia contemporanea tutt’oggi rifiutano di porsi: perché migliaia di giovani, negli anni Settanta, hanno contestato il potere costituito, i vecchi schemi sociali e le antiche gerarchie, fino al punto di mettere pesantemente in gioco la propria vita e imbracciare le armi?
Elio e Sofia, animati da idee comuniste e libertarie e uniti da un difficile rapporto militante e sentimentale, scelgono, insieme agli altri protagonisti del romanzo, di alzare lo scontro con le istituzioni e il potere economico e di passare dal movimentismo alla lotta armata, nell’idea di fare la storia che cambierà l’Italia. Un sogno che ha vita breve e che li conduce a una fatale conclusione.
Ma Decennio rosso non è un romanzo cupo, dipentimento e di dolore; non è solamente la storia romanzata raccontata da due persone che hanno militato nei gruppi armati Prima linea e Formazioni Comuniste Combattenti; è soprattutto un racconto carico di umanità e di speranza che mostra come una moltitudine di giovani, frazionata in mille gruppi, animata da proposte culturali e politiche innovative e originali, sia riuscita a emergere all’improvviso ponendosi con grande autorità al centro della società.
«Eravamo in guerra, ed era in primo luogo la guerra dello Stato contro i lavoratori, mai dichiarata ma sempre combattuta, con migliaia di leggi emanate su misura per il padronato e con manovre oscure di ogni tipo. Lo Stato della strategia della tensione, lo Stato delle stragi, lo Stato che tesseva golpe e trame sanguinarie alleandosi con i gruppi neofascisti eversivi, aveva per primo chiuso la strada a una via democratica al cambiamento con la bomba del 1969 a piazza Fontana e tutte quelle che sono seguite: Gioia Tauro, 1970, piazza della Loggia, 1974, Italicus, 1974. Ritenemmo allora che il proletariato avesse il diritto di rispondere a questa guerra con la propria, e la dichiarammo. Non intendo così giustificare le nostre azioni, di cui ognuno di noi, singolarmente, porta la responsabilità materiale e morale; non cerco attenuanti, né scusanti, né alibi. Si tratta di ristabilire una realtà storica e politica. Non è facile, ne sono consapevole. Ma una cosa è certa: non eravamo‘terroristi’. Il terrore lo seminavano altri, con le bombe fatte esplodere in mezzo alla gente.
Abbiamo sparato alle divise, ma sono morti gli uomini che c’erano dentro. E se alla fine da sacrifici di questo tipo non è scaturito alcun bene non dico per tanti, ma neanche per pochi, allora restano, per gli anni a venire, solo i buchi in quelle divise conservate dai genitori, dalle vedove e dagli orfani, cui è di poca consolazione sapere che in noi oggi c’è il rimorso. Un rimorso che gli uomini delle istituzioni non hanno mai mostrato, per le loro uccisioni; né i politici, mandanti morali della strategia della tensione, né i vertici militari che hanno ordinato le azioni, né gli agenti che le hanno eseguite. Tutti loro si sentivano legittimati dalle divise che indossavano: la divisa dello Stato. Ma i loro atti, erano legittimi?»
Gli Autori
Massimo Battisaldo. Nato a Luino nel 1956, ha militato nelle Formazioni Comuniste Combattenti. Arrestato nel 1979, a 23 anni, esce definitivamente dal carcere nel 1989.
Decennio rosso è il suo primo romanzo.
Paolo Margini. Nato a Napoli nel 1950, ha cominciato l’attività politica nel ’70 e ha militato nella formazione combattente Prima linea. Arrestato alla fine del 1980, è tornato in libertà nel 1985.
Decennio rosso è il suo primo romanzo.