C’eravamo tutti e tutte, sappiamo bene com’è andata, sappiamo bene che non poteva essere accettato l’ingresso dello spezzone sociale nella stessa piazza dove sindacati e politicanti in campagna elettorale si affrettavano a blaterare frasi vuote per nascondere le istanze portate da migliaia di lavorat* e NoTav.
Nonostante le cinghiate del “servizio d’ordine” del PD e le cariche arbitrarie della polizia, siamo arrivat* in piazza e sul palco per ribadire il NO ad un’opera inutile e dannosa per il territorio e per la salute de* lavorat* e di chi l’abita.
Ricordiamo bene come la polizia, di fronte alle cinghiate del PD, si sia schierata e abbia difeso a manganellate questi metodi fascisti, colpendo forte e a caso come sempre.
Ci ricordiamo la cieca rabbia sfogata sul furgone che riparava militant* e bambin dai loro colpi sordi.
La macchina istituzionale può continuare a cercare di sedare il dissenso con denunce e isolamento, ma questo è quello che noi ci ricordiamo e continueremo a ricordarci di quella piazza partecipata e sentita.
Una piazza dove lavoratori, lavoratrici e notav assieme pretendevano il loro giusto posto, rivendicavano diritti per tutte e tutti, contro un’economia predatoria sempre più aggressiva.
Dopo due anni da quel primo maggio è arrivata la vendetta istituzionale.
Questa mattina sono state notificate 13 misure cautelari e 30 denunce per quella giornata di lotta. Ancora una volta si va a colpire chi non ha paura di alzare la testa e parlare al microfono, chi si spende quotidianamente per un sistema diverso.
Solidarietà e vicinanza a Dana, a Eddy e tutt* i/le No Tav colpit* dalla repressione!
La Lotta non si Arresta!