Risposta alle dichiarazioni del Fratoianni seguite alla visita del CPR di corso Brunelleschi .
Disgusto, questa è la sensazione che ci pervade dopo aver ascoltato le parole di Fratoianni fatte sul ciglio del lager di via Mazerello n°31.
La passarella elettorale del segretario di Sinistra Italiana all’interno del Deportation Camp cittadino si è conclusa con una velata lode alla nuova gestione di ORS, seguita da qualche critica messa lì per non sfigurare troppo, senza mai inquadrare questi luoghi detentivi nel contesto normativo razzista in cui operano.
Il problema, secondo Fratoianni, non è l’esistenza stessa di luoghi come i CPR, ma il capitolato troppo basso e restrittivo ed il buco normativo in cui queste strutture risiedono. Per Grimaldi (capogruppo regionale di LUV), invece, il problema risiede nell’assenza di attività [“se non quelle che il nuovo gestore sta iniziando a fare con i disegni” (!)] e la necessità di far entrare il Terzo settore.
Dichiarazioni riformiste che non ci stupiscono, va però detto forte e chiaro di fronte ad esse che è proprio il riformismo di sinistra uno dei migliori alleati di quelli che oggi chiamiamo CPR e che un tempo furono CPT e CIE. È proprio il centro sinistra ad aver posto le basi per la nascita di questi “mostri giuridici”, citando il sinistro segretario.
Quanto detto da Fratoianni sul miglioramento delle condizioni all’interno di quelle mura stride fortemente con i racconti che da quelle mura riescono ad uscire.
Quella di ORS si sta dimostrando, infatti, una gestione del tutto improntata al massimo profitto, dal taglio del personale di servizio, ormai quasi assente, al cibo di pessima qualità, arrivando al riempimento a tampone della struttura tramite ammissione anche di persone con evidenti incompatibilità fisiche e psichiche alla reclusione.
Un modus operandi su cui avremo modo di esprimerci in dettaglio in futuro.
“Ho visto di peggio” dice il segretario di Sinistra Italiana, ma come dicono a Roma “peggio de così se more” e qui Fratoianni si muore già.