Ieri, 29 Giugno, abbiamo partecipato all’assemblea cittadina su Acqua e siccità lanciata dal Laboratorio Culturale Autogestito Manituana, tenutasi sulle rive del Po.
Un’assemblea viva e carica di energie, che strideva fortemente con lo scenario circostante, segnato dal più grande fiume cittadino ridotto di quasi la metà della sua portata.
L’assemblea, all’unanimità, ha concordato sull’urgenza di attivarsi e parallelamente autoformarsi sui temi della gestione dell’acqua, della crisi idroclimatica e del dissesto idrogeologico.
Attivarsi oltre la logica dell’emergenza, perché la siccità è un problema strutturale e va riconosciuto come tale.
Nel caso piemontese sono evidenti le responsabilità delle istituzioni.
Da un lato, la Regione Piemonte si è dimostrata cieca e poco interessata a mettere in campo soluzioni di lungo periodo, nonostante l’assenza evidente di neve e piogge nell’inverno passato, ignorando lo stato pessimo delle riserve idriche delle nostre montagne, molte delle quali esaurite o in via di esaurimento, come ad esempio i ghiacciai.
Dall’altro lato, c’è la gestione di Smat tutta orientata al profitto, unico metro di giudizio del suo operato.
Poco importa se almeno il 30% dell’acqua immessa nell’impianto idrico della città metropolitana va perso, i lavori di ammodernamento di un sistema risalente agli anni ’50, che fa letteralmente acqua da tutte le parti, non sono nell’agenda dell’agenzia.
Poco importa se il famoso “conguaglio” sulla bolletta è una vera e propria punizione all’utilizzo consapevole e moderato dell’acqua, cosa che stride fortemente con il gigantesco spreco idrico causato dal cantiere della linea ad alta velocità Torino-Lione e la denuncia fatta a febbraio ’22 dal Comitato acqua pubblica Torino e dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua, da cui emerge in modo evidente quali siano le priorità per le istituzioni ¹
Il sistema idrico, insomma, va ripensato, demercificato ed adeguato al contesto storico che stiamo vivendo.
Va ottimizzato, ad esempio, il sistema di irrigazione agricolo e ripensate le priorità, va riprogettato il sistema di stoccaggio delle acque, va ridimensionato l’utilizzo di quest’ultime nel sistema industriale, pianificando e democratizzando al contempo la produzione.
Cos’ha senso produrre? Per chi? Che impatto ha la produzione sul territorio?
Il lavoro da fare è tanto.
Nel frattempo rilanciamo l’appuntamento al Climate Social Camp per il 25-28 luglio, al parco della Colletta che sarà sicuramente un’occasione importante per trattare varie tematiche legate al cambiamento climatico e per continuare a parlare di Acqua e siccità in un tavolo dedicato.
Stop mercificazione dell’acqua!
Stop malagestione del sistema idrico!
L’acqua è un bene comune!
Csoa Gabrio
Zona San Paolo Antirazzista