Mail bombing e phone bombing contro Operosa – MAI PIÙ CPR MAI PIÙ LAGER

19 e 20 luglio

Mobilitiamoci affinché nessuna azienda sia complice dei lager di stato.

Mail bombing e phone bombing contro Operosa

di seguito il testo della mail e al fondo indirizzi e numero di telefono

 

All’attenzione dell’amministrazione di Operosa S.p.A.,

Sappiamo che da due mesi lavorate all’interno del CPR di corso Brunelleschi a Torino. Collaborate alla sua ristrutturazione e di conseguenza alla sua riapertura, dopo la chiusura di marzo grazie alle coraggiose rivolte dei reclusi che dall’interno hanno dato fuoco alla struttura. 

Anzitutto ci teniamo a spiegarvi che cos’è un CPR e per chi state lavorando, nel caso non ve lo foste chiesto prima di prendere l’appalto. I CPR (centri permanenza e rimpatrio) sono prigioni dove le persone vengono rinchiuse solo perché prive di documenti considerati validi, in attesa dell’identificazione e di una possibile espulsione verso il paese di provenienza. Il periodo di questa detenzione, detta amministrativa, può durare fino a 90 giorni e a volte anche di più, i tempi possono essere prolungati a piacimento. 

I CPR sono dei veri e propri luoghi di tortura: condizioni igieniche pessime, cure sanitarie inesistenti, somministrazione coatta di psicofarmaci, celle sovraffollate, cibo scaduto e immangiabile e violenze psicofisiche quotidiane. Questo è il luogo che state contribuendo a rimettere in piedi e per questo vi riteniamo direttamente complici e responsabili delle torture che all’interno verranno perpetrate una volta riaperto. 

Vi presentate sul mercato come un’azienda green, femminista, attenta all’etica e alle responsabilità sociali e ambientali. Nel vostro codice etico leggiamo che vi prendete in carico il “benessere generale della collettività, consapevoli degli effetti della vostra attività nel contesto di riferimento”. Siate consapevoli che lavorando per la riapertura del CPR di Torino l’unica responsabilità sociale che vi assumete è quella di collaborare ad un sistema che rinchiude, segrega, tortura e deporta le persone con la sola colpa di non avere un giusto documento. 

Sappiate che la notizia di questa collaborazione non è passata sotto silenzio benché approfittando dei recenti decreti (decreto Cutro) e dello stato di emergenza, l’assegnazione di questa gara d’appalto sia stata firmata sottobanco e abbiate cercato di occultarla. 

Pretendiamo che rendiate conto di come lavorare per la ricostruzione di un lager di stato possa essere in linea con l’”etica” dell’azienda di cui tanto vi vantate.

Non lasceremo che portiate avanti questo lavoro stando in silenzio, sfruttando il razzismo sistemico dello stato per arricchirvi. 

Non vogliamo che il CPR di Torino venga riaperto, né qui né altrove.

 

INDIRIZZI MAIL

Legale@operosa.it

Commerciale@operosa.it

Amministrazione@operosa.it

Quas@operosa.it

Odv@operosa.it

Gestionerisorseumane@operosa.it

 

TELEFONO

0516047600