“Anche quest’anno abbiamo deciso come centro sociale di
festeggiare il 25 aprile nel nostro quartiere.
L’abbiamo già fatto molte altre volte in passato, ma
questa volta abbiamo deciso di costruire, oltre al corteo
anche una festa in strada nell’area pedonale di via Di
Nanni per allargare il più possibile al territorio il
portato di memoria e lotta che è per noi il significato
più profondo del 25 aprile.
Via Di Nanni non è certo un luogo casuale. Dare vita ad
una festa della liberazione in San Paolo significa fare
innanzitutto un recupero della storia e del codice genetico
di questo quartiere: un quartiere nevralgico della
resistenza torinese al nazi-fascismo; un quartiere che nella
figura e nella storia di Dante Di Nanni sintetizza al tempo
stesso la brutalità dell’ideologia fascista e la voglia
di vivere e lottare di tutti quelli e quelle che hanno
combattuto per la Liberazione.”
festeggiare il 25 aprile nel nostro quartiere.
L’abbiamo già fatto molte altre volte in passato, ma
questa volta abbiamo deciso di costruire, oltre al corteo
anche una festa in strada nell’area pedonale di via Di
Nanni per allargare il più possibile al territorio il
portato di memoria e lotta che è per noi il significato
più profondo del 25 aprile.
Via Di Nanni non è certo un luogo casuale. Dare vita ad
una festa della liberazione in San Paolo significa fare
innanzitutto un recupero della storia e del codice genetico
di questo quartiere: un quartiere nevralgico della
resistenza torinese al nazi-fascismo; un quartiere che nella
figura e nella storia di Dante Di Nanni sintetizza al tempo
stesso la brutalità dell’ideologia fascista e la voglia
di vivere e lottare di tutti quelli e quelle che hanno
combattuto per la Liberazione.”
Così scrivevamo l’anno scorso ed anche quest’anno vorremmo ripetere la stessa esperienza insieme al quartiere.
Certo qualcosa è cambiato rispetto all’anno passato: il clima politico, la crisi che investe le vite di tutte e tutti noi, i movimenti nati in questi ultimi mesi.
Il clima politico è peggiorato, sempre più razzista, omofono e violento. Emblematica è la situazione delle e dei migranti. Il pacchetto sicurezza, le leggi discriminatorie da molti definite razziali che colpiscono chi un permesso di soggiorno non ce l’ha, costringono uomini e donne ad essere invisibili, a nascondersi e gli negano anche i più elementari diritti umani.
I dispositivi di controllo attuati dalle governance sempre più “efficienti” e restrittivi delle libertà di tutte e tutti noi.
La perdita di diritti delle e dei migranti rischia di tramutarsi in perdita di diritti per tutte e tutti.
Certo qualcosa è cambiato rispetto all’anno passato: il clima politico, la crisi che investe le vite di tutte e tutti noi, i movimenti nati in questi ultimi mesi.
Il clima politico è peggiorato, sempre più razzista, omofono e violento. Emblematica è la situazione delle e dei migranti. Il pacchetto sicurezza, le leggi discriminatorie da molti definite razziali che colpiscono chi un permesso di soggiorno non ce l’ha, costringono uomini e donne ad essere invisibili, a nascondersi e gli negano anche i più elementari diritti umani.
I dispositivi di controllo attuati dalle governance sempre più “efficienti” e restrittivi delle libertà di tutte e tutti noi.
La perdita di diritti delle e dei migranti rischia di tramutarsi in perdita di diritti per tutte e tutti.
La parola crisi è stata inflazionata in questo ultimo periodo, ma è quello che sentiamo e viviamo sulla nostra pelle tutti i giorni. Le prime avvisaglie si sentono già: licenziamenti, cassa integrazione, la sempre più difficoltà ad arrivare alla fine del mese. Questo clima ci deve spingere ad essere uniti, ad essere solidali ed il nostro quartiere lo è. Basti vedere ai lenzuoli che in ogni scuola sono stati appesi contro la riforma Gelmini della scuola, a come il quartiere ha accolto l’occupazione delle e dei rifugiati della ex clinica San Paolo,alle associazioni,ai molti negozi e circoli di migranti che nascono in quartiere.
Borgo san Paolo ha nel suo dna la memoria della resistenza, delle lotte, la solidarietà ed è per questo che invitiamo tutte e tutti a festeggiare il 25 aprile in strada, per ricordare fuori dalla retorica ma attualizzato nella vita di tutti i giorni, Dante Di Nanni, un ragazzo che ha scelto di essere un partigiano in una dimensione politica ed esistenziale allo stesso tempo; ha scelto la resistenza come unica strada possibile per affermare se stesso e la propria comunità contro la barbarie del nazismo e del fascismo.
Festeggiare per conoscersi e conoscere le diverse realtà, per guardarsi negli occhi e riconoscersi come persone che lottano e resistono tutti i giorni come fecero le e i partigian* e per continuare a farlo insieme in futuro attualizzando le lotte e per non perdere la memoria che ci permette di continuare a vivere e a sognare.
Comitato 25 aprile 09 zona San Paolo