VEN 7 – SAB 8 NOV O8 – FESTA DEL RACCOLTO 2008

VENERDì 7
big hall: raggae dance hall by
GIGAWAVE (to)
GROOVEYARD (ge)
BOOM CHILOM (pd)
– small hall: dub step, hip hop by
dj Y
dj PAOLINO
dj GRUFF
 SABATO 8
big hall: dub step, drum & bass, jungle by
dj BLEIZ
JAZZATRON
DE NIRO
– small hall: chill out by
LOONEY MOON
per tutta la 2 giorni: AUDIO BOX raccontaci le tue disavventure legali legate alle sostanze
Apertura INFOSHOCK:  un nuovo spazio aperto a tutti coloro che vorranno approfondire, trovare un confronto o ascolto rispetto a questioni o problematiche inerenti le sostanze. Noi crediamo che delle sostanze sia necessario parlarne e confrontarsi, e pensiamo che sperimentare o utilizzare sia una scelta che appartiene solamente all’individuo; ci auguriamo pertanto che la creazione di questo spazio possa favorire e promuovere una sempre maggiore consapevolezza di tutti coloro che si approcciano al complesso mondo delle sostanze.

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Gabrio: esperienze antiproibizioniste

Il CSOA Gabrio è impegnato politicamente fin dalla sua occupazione in una lotta antiproibizionista sul consumo di sostanze; a partire dalla contestazione in occasione della conferenza nazionale sulla diffusione di sostanze psicotrope che si è tenuta a Genova a fine Novembre del 2000 si può far risalire l’esperienza del nostro centro a fianco del movimento nazionale MDMA, che in circa 6 anni di esistenza ha prodotto sensibilizzazione e diffusione di una serie di pratiche di riduzione del danno sul consumo di sostanze.

In quel periodo abbiamo potuto sperimentare e avviare l’autoproduzione che si concretizza in due momenti ben distinti a cadenza annuale, la festa della semina e la festa del raccolto, durante i quali, oltre all’incontro-confronto tra consumatori, operatori e militanti del centro, vengono proposti seminari, dibattiti e dimostrazioni tesi a promuovere l’autoproduzione intesa come pratica di contrasto alle narcomafie; inoltre, sempre in quegli anni, abbiamo messo in pratica e sostenuto l’analisi delle sostanze e la chill out , sia in occasione di eventi proposti al Gabrio caratterizzati da un forte consumo di droghe sintetiche, sia nel corso di rave party svolti nel nostro territorio, ed abbiamo collaborato attivamente con il progetto CISTI che si occupava di fare riduzione del danno durante eventi ad alto utilizzo di sostanze. Infine, nell’ottica di diffondere l’antiproibizionismo e le pratiche da esso derivanti come approccio differente e alternativo al consumo di sostanze nei vari territori, abbiamo sostenuto e partecipato a diversi street party in diverse città, tra cui Bologna e Roma, e ad Ottobre 2001 eravamo riusciti ad organizzare il THC pride a Torino, che in seguito è naufragato per una serie di circostanze sfavorevoli. Nel 2006, in seguito all’entrata al governo di alcuni esponenti del movimento, la rete MDMA si è disgregata, anche per la coesistenza di pensieri ed idee inconciliabili. A luglio 2007 si è tenuto un incontro presso la comunità di San Benedetto al porto dove operatori, consumatori e centri sociali di tutta Italia hanno dato vita ad un nuovo spazio di discussione e di confronto con lo scopo di dare una risposta all’offensiva proibizionista sostenuta dal governo Prodi che ha prodotto una terribile involuzione del dibattito sul tema delle droghe, portando il nostro paese ad essere uno dei più bigotti e repressivi del contesto europeo. Rispetto al passato si stanno affermando, infatti, una serie di nuovi paradigmi, sia per ciò che concerne le trasformazioni delle metropoli, sia rispetto ai consumi: nell’avvento della fabbrica diffusa, dove i saperi e le relazioni umane vengono messi a profitto attraverso nuovi meccanismi di sfruttamento, il controllo diventa lo strumento per imporre ritmi di produzione, per spiare ed incidere sulle esistenze dei nuovi corpi produttivi e per imporre forme di disciplinamento diffuse, capaci di operare ad intensità differenti nei molteplici luoghi della valorizzazione capitalistica. In questo quadro il proibizionismo rappresenta uno degli strumenti fondamentali in tal senso, un’arma da utilizzare per sanzionare e controllare “il giovane”, l’indisciplinato, imponendogli limitazioni di libertà e di movimento, rendendolo così assoggettabile al comando. Rispetto ai consumi, invece, le sostanze oggi non sono più strumento di fuga, o di esclusione, dal sistema produttivo ma agiscono invece come fattore socialmente integrante, come elemento di accelerazione delle capacità relazionali ed empatiche fra i soggetti che vivono ed attraversano la metropoli; la figura del vecchio tossicodipendente ai margini della società ha lasciato spazio ad un consumatore inserito sia in ambito sociale che lavorativo, un individuo che utilizza le sostanze ad uso ricreativo ma anche produttivo, cercando in questo modo di reggere i ritmi e le aspettative imposte dal comando. Questa nuova figura è indubbiamente caratterizzata dal paradigma del policonsumo, dall’abitudine di consumare, contemporaneamente o in maniera differenziata, sostanze differenti. Questi elementi trasformativi impongono un nuovo approccio rispetto al consumo di sostanze, un nuovo modo di leggere i fenomeni ed intervenire su di essi, una tensione che deve coinvolgere tanto il mondo dei servizi quanto quello dei movimenti. L’incontro che si è tenuto al Gabrio a fine Ottobre 2007 è stato l’occasione da parte di numerose realtà nazionali per confrontarsi su queste dinamiche e per affermare la nascita della rete “Dipende da noi”, caratterizzata dalla tensione a rielaborare alcuni paradigmi del movimento antiproibizionista, declinando un nuovo discorso sulle sostanze e individuando categorie e pratiche che ci permettano di salvare l’aspetto ludico e ricreativo delle sostanze senza sottovalutarne gli elementi di problematicità. La partecipazione alla CLAT4 tenutasi a Milano a fine Novembre, ci ha permesso di stringere relazioni con operatori italiani e stranieri e di ribadire l’assoluta necessità di aprire un confronto fra operatori e movimenti per rilanciare e rinnovare le pratiche di intervento, altrimenti destinate a scomparire. A Marzo 2008 nel corso di un’incontro del nuovo movimento tenutosi a Bologna a Marzo 2008 ci si è accordati sulla possibilità di effettuare un’indagine su forme e stili di consumo nei rispettivi territori allo scopo di individuare e fare autoformazione su una serie di pratiche di riduzione del danno da rilanciare cercando l’appoggio e la collaborazione con gli operatori, e si è stabilita l’autonomia del movimento rispetto ai circuiti e alle reti della politica istituzionale. Durante l’ultimo incontro tenutosi a Genova al CSOA Zapata il 28 Settembre 2008, la comunità di San Benedetto al Porto, in seguito al convegno europeo sulle stanze del consumo tenutosi al teatro Modena di Genova il giorno precedente e dal titolo “Dal Baluardo di Barcellona alla città Vecchia di De Andrè”, ha prospettato la sperimentazione a breve di un’unità mobile del consumo igienico, progetto che nasce grazie anche al supporto della rete e che intende esportare tale discussione nei vari territori nazionali. Si è individuato inoltre come massimo comune denominatore da denunciare e sabotare l’elemento del controllo che governa le nostre vite, visto che si parla di droga solo quando si parla di morti o di controllo sui vivi, mentre le uniche politiche portate avanti a riguardo sono quelle sanzionatorie e securitarie; per questo si è proposto di istituire un libro bianco in rete sui danni della Fini-Giovanardi, che oltre a restituire il senso di ciò che sta accadendo nel nostro paese e presentare l’elenco di morti, ingabbiati e denunciati, potrà servire per analizzare il cambiamento dei consumi e delle narcomafie, e possa quindi essere un elemento di critica al proibizionismo più feroce che aumenta i danni sotto tutti gli aspetti.

Progetto infoshock

La nostra comunità politica è formata da numerosi consumatori di sostanze e tuttora quotidianamente è caratterizzata prevalentemente dall’utilizzo di cannabis, ed in misura minore di alcool, cocaina e droghe sintetiche. Gestire questa realtà è cosa tutt’altro che semplice in quanto comporta l’essere schiacciati da una parte dal proibizionismo imperante promosso dal sistema, e dall’altra dal rischio sempre presente che si sviluppino da parte dei frequentatori del centro forme di consumo inconsapevoli che possano portare ad abusi e dipendenze, con tutte le nefaste conseguenze a cui si può andare incontro sia a livello personale che collettivo. Noi consideriamo che una persona che si approccia al consumo di una determinata sostanza, strutturerà con l’andare del tempo un campo che è dato dall’interazione tra la sostanza che assume, la propria soggettività che è caratterizzata dalla storia personale, dalle sue caratteristiche di personalità e dal sistema dei suoi significati, ed infine l’ambiente circostante che coincide spesso con il contesto in cui avviene il consumo. Il proibizionismo vigente a livello globale, evidentemente mosso da ragioni economiche e speculative, interviene esclusivamente sul fattore sostanza, con la falsa ed illusoria intenzione di voler depennare una serie di piante esistenti in natura: tutto ciò comporta innanzitutto la deresponsabilizzazione dei consumatori, la loro criminalizzazione e di conseguenza la loro emarginazione, tutti fattori che contribuiscono a forme di consumo inconsapevoli che producono spesso rischi legati all’uso, abuso e dipendenze. Consapevoli del fallimento di un approccio del genere e ben lungi dal voler ricreare all’interno del centro un micro- sistema proibizionista, abbiamo pensato di intervenire a livello del contesto, allo scopo di provocare una modificazione del campo che sia il più possibile adattiva: portare il discorso sostanze in primo piano, eliminando qualsiasi forma di proibizionismo e sospendendo qualsiasi tipo di giudizio, in modo da rendere i frequentatori del centro responsabili dei propri comportamenti di assunzione. E’ nato in questo modo ad Aprile di quest’anno il progetto infoshock, che si articola in una serie di fasi: la prima ha previsto un’indagine effettuata mediante la messa a punto di un questionario in forma anonima e autosomministrabile, con lo scopo di approfondire la conoscenza rispetto a forme e stili di consumo e di individuare gli aspetti più sensibili su cui intervenire; il campione è composto da 133 soggetti ed è rappresentativo del tessuto sociale presente nel nostro centro. I dati emersi hanno rivelato, in sintesi, un 50% circa di consumo inconsapevole, una forte sottostima di sostanze considerate legali come alcool e tabacco, ed una scarsa considerazione degli effetti e della dipendenza prodotti dalla cocaina. La seconda fase prevede l’incontro ed il confronto tra le diverse soggettività di consumatori, in forma seminariale e rivolto ai frequentatori del centro, momento in cui ci si può mettere in gioco e raccontarsi le proprie esperienze rispetto alle sostanze che di volta in volta saranno oggetto di dibattito e discussione; cominceremo giorno 21 novembre con il seminario sull’alcool, e proseguiremo giorno 16 gennaio con quello sulla cocaina, visto che, come è emerso dai dati relativi al questionario e come considerato da tanti operatori del settore, sono le sostanze oggi più problematiche in quanto è più difficile esercitare una forma di controllo sui comportamenti legati all’assunzione. A cadenza mensile proporremo, a partire da febbraio, seminari su cannabis, MDMA, allucinogeni, eroina ed oppiacei, nuove droghe, e violenza su donne tossicodipendenti, per un totale di otto incontri di gruppo di due ore e mezza ciascuno, caratterizzati da una meditazione guidata iniziale rispetto alle esperienze con le sostanze, una fase centrale di discussione e confronto, ed una finale di sintesi. La rielaborazione dei seminari servirà poi per auto produrre materiale informativo frutto dell’esperienza dei frequentatori del centro, che verrà messo a disposizione della collettività attraverso l’allestimento di uno spazio che sarà dedicato a chiunque vorrà approfondire, trovare un confronto o un ascolto sul tema delicato delle sostanze; lo sportello di autodifesa legale, già entrato in funzione al Gabrio da qualche mese, si occuperà inoltre, tra le altre cose, di far fronte ai problemi penali o amministrativi conseguenti il consumo di sostanze. Noi crediamo che un progetto impostato in questo modo abbia in sé una doppia valenza: la prima, per noi più importante e più immediata, riguarda il processo, che ci auguriamo possa favorire, come ribadito in precedenza, una maggiore presa di coscienza dei frequentatori del centro rispetto ai propri comportamenti legati all’assunzione di sostanze; la seconda consisterà nello spazio infoshock che potrà servire come riferimento per tutti coloro che vorranno parlare di sostanze, usi, rischi o che vorranno confrontare le proprie esperienze con le nostre. Nel corso della festa del raccolto del 7 e 8 Novembre 2008 presso il CSOA Gabrio verrà inaugurato questo nuovo spazio, dove, in linea con quanto deciso dalla rete “Dipende da noi”, verrà istituito un audio box al fine di dare a tutti la possibilità di raccontare le vicissitudini legate alla legge Fini-Giovanardi, che andrà ad integrare il libro bianco di denuncia.