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In ufficio il tempo passa lentissimo quando sai che i tuoi fratelli e le tue sorelle, i tuoi compagni, stanno per l’ennesima volta mettendo in gioco i propri corpi per difendere il diritto all’abitare di un inquilino sotto sfratto. Così è successo questa mattina, così è successo il 3 febbraio, così è successo il 4 febbraio e così è successo tantissime altre volte in passato e succederà altrettante in futuro. Finora è andata bene e anche oggi abbiamo strappato un altro rinvio, così che Peppe resterà nella sua casa ancora fino al 29 di marzo, ma i tempi tra un picchetto e l’altro si restringono e la situazione non può che peggiorare. Ieri sera allo sportello eravamo più di 30, 35 tra noi “sportellisti”, inquilini sotto sfratto, migranti truffati dalla sanatoria, lavoratori licenziati senza giusta causa, bambini mamme ed anziani, precari anche nella salute, che cercavano informazioni ed aiuto dalla microclinica. continua..