Noureddine Adnane, assassinato.

Noureddine Adnane era un ragazzo di 28 anni. Alla sua età in tanti e tante serbiamo dentro di noi la voglia di fare, di riuscire, di scegliere il proprio futuro. Nourredine il suo futuro se lo stava guadagnando nonostante le mille difficoltà, i problemi e le incognite che una vita lontano dai propri affetti e dal proprio paese comporta. Ma anche a chi come noi non l’ha mai conosciuto è sembrato chiaro ed evidente vedere nei suoi occhi voglia di vita e di sogni. I sogni di chi parte ancora diciottenne dal Marocco per giungere in Italia, carico di speranze e responsabilità, per aiutare economicamente i setti fratelli e i genitori.

Nourredine ora è tornato nel suo paese. In una bara. Non lo potranno riabbracciare genitori e fratelli, i suoi amici…e soprattutto sua moglia, Atika, una ragazza di 21 anni, e sua figlia, la piccola Khadija, di due anni e mezzo.

Meno di dieci giorni fa era come sempre con la propria bancarella nei pressi della cittadella universitaria, a Palermo, dove ormai tutti lo conoscevano e gli volevano bene, tanto da soprannominarlo “Franco”, un nome comune per una persona che ormai era diventata probabilmente parte della vita di tanti e tante in quella zona. E’ bene ricordarlo: Nourredine ha i documenti in regola(i pezzi di carta su cui così tanto i politici costruiscono le loro bugie e la loro propaganda). Ha il permesso di soggiorno ed anche la licenza da ambulante per la bancarella. Nonostante questo solo una settimana prima dell’11 febbraio aveva già ricevuto quattro verbali da parte dei vigili urbani, che con grande puntualità si presentano anche quel giorno: “devi andartene da qui, non puoi stare nello stesso posto per più di un ora…spostati, vai via!”. Gli sequestrano la merce (giocattoli, fazzoletti, qualche guanto).Nourredine è stanco, arrabbiato. Inveisce contro i vigili, gli lancia i documenti. Va via. Torna dopo qualche minuto con una tanica di benzina che in poco tempo svuota sul suo corpo. Nonostante la situazione i vigili non lo tranquillizzano, anzi, lo insultano.

La fiamma dell’accendino tocca i vestiti…il resto è storia. Storia che finisce ieri quando Nourredine, ormai in condizioni disperate, non ce la fa a sopravvivere.

I giornali parlano di suicidio, ma le parola giusta per definire una tragedia come questa è solo una: Omicidio.

I mandanti sono le politiche di un paese in cui oramai il razzismo non rimane solo un fatto puramente ideologico investendo invece tutte le parti della cosiddetta “società civile”: politici, istituzioni, forze dell’ordine e anche una fetta della popolazione ormai troppo lobotomizzata da televisioni e media che intorno all’immigrato hanno costruito, riuscendoci benissimo, una cortina di paura. Le politiche di persecuzione a cui un paese, attraverso i propri “servitori”, sottopone giornalmente i migranti con la sola discriminante di un colore della pelle e di una lingua diversa dalla nostra. Lo vediamo negli occhi, lo sentiamo nelle parole dei tanti migranti che popolano la nostra città, il nostro quartiere, il nostro centro sociale. Lo leggiamo nelle righe che ci arrivano da Palermo. Parlano di una vessazione continua da parte dei vigili urbani palermitani che godono di una pessima reputazione. Uno in particolare, chiamato Bruce Lee. Già militante di Forza Nuova (segni particolari: una svastica tatuata sul braccio) ci sarebbe lui, ma non solo, dietro l’omicidio di questo ragazzo 28enne.

La persecuzione a cui le forze dell’ordine sottopongono gli immigrati è razzismo, puro razzismo. Basta questa parola, a nostro parere, a raccontare la gravità di quanto succede.

La rabbia è tanta e quello che ci si può augurare (e d’altronde dipende solo da noi)è che questa esploda fortissima. E’ ormai imminente la giornata del 1° Marzo. Quanto accaduto a Palermo deve essere, ancora di più, un motivo per spingerci a essere in piazza…per ricordare Nourredine, per far riflettere, denunciare e lottare tutte e tutti insieme contro razzismo e razzisti!

Di seguito potete ascoltare un estratto dell’intervista telefonica effettuata sabato mattina in “Fa la cosa giusta” su Radio Blackout, con Fulvio Vassallo Paleolgo (docente dell’Università di Palermo)poche ore prima della morte di Nourredine.

Intervista a Fulvio Vassallo Paleologo (intervista completa su falacosagiusta.noblogs.org)