Sabato 18 marzo – Corteo contro i padroni della città

CONCENTRAMENTO PIAZZA CARLO FELICE ORE 15

Verso il corteo di sabato 18 marzo contro i padroni della città, condividamo l’appello alla mobilitazione del
Comitato di Solidarietà con Rifugiati e Migranti dell’ex Moi

Sistema Torino non è solo uno slogan o una locuzione; Sistema Torino non è soltanto un libro inchiesta; Sistema Torino è una complessa rete di poteri forti; Sistema Torino è il risultato di anni di mala gestione o gestione elitaria e consociativa della città di Torino.
L’ex Mercato Ortofrutticolo Italiano (MOI) rappresenta oggi una delle facce più eloquenti di questo sistema di speculazione, abbandono, spreco e privatizzazione della città.

Torino è solo uno specchio dell’Italia, dell’Europa e delle politiche tese a colpire sempre di più le classi meno abbienti, favorendo una riproduzione sociale vuota di diritti fondamentali come la casa, il lavoro e soprattutto la mobilità, di cui spesso casa e lavoro sono consequenziali. I migranti oggi, più che mai, sono la cartina tornasole di tali mancanze e privazioni.
Con l’ultimo accordo bilaterale Italia-Libia e con l’emanazione del decreto Minniti, la politica italiana (ed europea) sul tema delle migrazioni emerge nella sua crudezza. Prima di tutto, evitarne l’arrivo, ad ogni costo, dislocando il confine europeo ben oltre i suoi limiti geografici; e poco importa se questo significa affidare le sorti di milioni di persone a governi autoritari e spesso criminali come quello turco e quello libico. Chi dovesse farcela va gestito in fretta: tempi più brevi per l’esame della richiesta di asilo, agevolazione delle espulsioni, riduzione dei gradi di processo.
In questo quadro generale lo spazio dell’accoglienza è molto compresso e risulta di scarsa importanza rispetto all’investimento in repressione e respingimento. A parte pochi casi, chi rientra nei progetti di accoglienza si trova stretto tra una burocrazia che gli impedisce di lavorare o di svolgere attività formative, ed un’opinione pubblica costruita ad arte che lo dipinge come parassita dello stato. Infine spesso, per motivi disparati, si ritrova sulla strada.
Inoltre la mobilità è sempre più rigidamente controllata attraverso una molteplicità di meccanismi, che colpiscono in maniera differenziata attraverso la militarizzazione delle frontiere, praticando torture, deportazioni, trattenimento nei centri di smistamento, ricollocamento, identificazione ed espulsione; ma anche con la proliferazione dei confini di natura burocratica-amministrativa, i quali colpiscono non solo chi è nato fuori dall’UE. La disciplina dell’immigrazione è parte di un più ampio sistema di regolazione della mobilità che passa attraverso la disciplina della residenza, del lavoro e dell’accesso a diverse forme di welfare. I documenti e la possibilità di accedervi costituiscono quindi una frontiera, ma soprattutto un campo di lotta.
In questi ormai 4 anni passati dall’occupazione delle palazzine abbandonate del villaggio olimpico a oggi abbiamo visto crescere sempre di più questo sistema di esclusione, violenza e sfruttamento; tante volte siamo scesi in piazza in sostegno alla lotta dei rifugiati e dei migranti, per la casa, il diritto ad un’accoglienza degna, per una cittadinanza piena e non di serie B, una cittadinanza subordinata che sembra essere il modello verso cui l’Europa tende per chi non è nato all’interno dei confini della fortezza.

Per il 18 marzo anche a Torino è stata indetta una giornata di lotta per il diritto alla casa e all’abitare. Per noi si tratta di una data macchiata di vergogna, dato che proprio in questi giorni un anno fa l’Europa siglava l’infame accordo bilaterale con la Turchia per il controllo e la chiusura della cosiddetta rotta balcanica.
Come altre volte anche il prossimo 18 marzo scenderemo in piazza, per tutte le ragioni che abbiamo già ricordato e anche perché proprio in queste settimane le istituzioni locali (Comune e Prefettura in testa) stanno muovendo i primi pesanti passi sulla strada che li vorrebbe condurre nel giro di pochi mesi ad iniziare lo sgombero delle palazzine del MOI.

Invitiamo tutte e tutti a sostenerci, a sostenere la lotta dei rifugiati e delle rifugiate e la lotta di chi ogni giorno lotta per il diritto a un tetto in una città svenduta ad affaristi e speculatori
Contro le politiche di criminalizzazione dei migranti e la militarizzazione delle frontiere
Per un’accoglienza degna
Per il diritto all’autotederminazione, al reddito, al lavoro e all’abitare
Per la libertà di movimento