“Altro che bloccato, il progetto prosegue”. Questa è una delle dichiarazioni dell’Assessora Schellino che questa mattina abbiamo letto pubblicata sul quotidiano la Stampa, all’interno dell’ennesimo articolo del solito Federico Genta dedicato al progetto di ‘sgombero soft’ delle palazzine olimpiche ideato da Compagnia San Paolo.
Probabilmente l’Assessora rilasciando ieri queste dichiarazioni era già in qualche modo informata di quanto sarebbe successo nella mattinata di oggi, quando la Questura di Torino ha arrestato 3 occupanti del MOI che insieme a molti altri si erano resi protagonisti delle proteste contro il progetto di sgombero con alcune iniziative all’ufficio del Project Management di Compagnia San Paolo.
Nel dicembre scorso, molti occupanti del MOI avevano simbolicamente sgomberato l’ufficio poco distante dall’occupazione portandone in strada gli arredi, e chiedendo e ottenendo che quella sede fosse spostata altrove.
Ieri pomeriggio Abdallah, Bishara e Siragi sono stati contattati telefonicamente dalla Questura di Torino, e convocati per la mattinata di oggi proprio negli uffici di via Grattoni con la motivazione di notifiche di atti provenienti dalle Questure del sud Italia dove tutti avevano presentato anni fa la richiesta di protezione internazionale. Un fatto inusuale, una strana coincidenza che ha spinto i tre occupanti a presentarsi in Questura accompagnati da alcuni avvocati. In Questura l’unico atto che li attendeva era quello delle misure cautelari in carcere proprio per le proteste del dicembre scorso. Mentre scriviamo per denunciare il gravissimo accaduto ancora non ci sono noti i reati contestati, ma chiara è l’enormità di sottoporre tre rifugiati alla carcerazione cautelare per alcune giornate di protesta senza atti di violenza.
La protesta di dicembre si era concretizzata in un presidio davanti all’ufficio del Project Manager e ad un’azione simbolica: lo spostamento in strada degli arredi dell’ufficio, l’atto più ‘duro’ della protesta che negli altri giorni si era limitata ad una presenza a mo di picchetto (organizzando partitelle di pallone!) nel giardinetto di fronte all’ufficio.
Chissà i sospiri di sollievo che potranno ora tirare Maspoli, l’Assessora Schellino, e quanti sono impegnati nell’ennesimo progetto truffa senza soluzioni reali per i rifugiati e le rifugiate che vivono all’ex MOI. Saranno sollevati, perché nei mesi hanno voluto raccontarsi e raccontare pubblicamente la storiella che alle palazzine olimpiche erano pochissime le persone contrarie al progetto, con una maggioranza silenziosa ostaggio di pochi violenti… una favola per far finta che il migliore progetto possibile potesse procedere senza intoppi.
L’arresto di questi tre nostri fraterni amici non sgombrerà il campo dalle critiche che questo progetto ha da più parti ricevuto, né pensiamo che metterà a tacere le proteste dei tanti che stufi di essere sbattuti qua e là come un pacco con l’ennesima soluzione emergenziale, alzano la voce per pretendere soluzioni reali e degne.
Da anni come Comitato portiamo avanti pratiche di solidarietà e percorsi di lotta insieme a tutti gli abitanti del MOI. Oggi la nostra solidarietà più grande va a questi tre occupanti, arrestati perché hanno alzato la testa, stanchi e stufi di essere presi in giro dalle istituzioni.
ABDALLAH, BISHARA E SIRAGI LIBERI SUBITO