Un altro morto al CPR. Ma quali fantasmi? Rompiamo il silenzio.

Ennesimo omicidio di stato nel cpr di Gradisca d’Isonzo, il quarto dall’entrata in funzione di questo lager nel 2019.Un giovane pakistano, appena ricevuta la convalida di detenzione amministrativa dal giudice di pace, ha deciso di suicidarsi.

La notizia arriva direttamente dai suoi compagni di reclusione. D’altronde per la stampa nazionale non è un fatto strano, si tratta solo dell’ennesimo morto di razzismo istituzionale.

A sottolineare il distacco ci pensa la garante dei diritti delle persone private della libertà personale del comune di Gradisca, Giovanna Corbatto, che invita alla prudenza nel considerare il CPR come causa o concausa della morte del ragazzo poichè, essendosi tolto la vita solo un’ora dopo l’entrata al CPR, sicuramente avrà avuto “fantasmi” che si portava dietro da tempo o patologie di cui a quanto pare ora non siamo a conoscenza.

Parole che ci fanno ghiacciare il sangue e riempire di rabbia e per cui teniamo a ricordare che è preliminare ed obbligatoria all’entrata al CPR la visita di idoneità per la detenzione. Sappiamo bene che queste visite, quando effettuate, sono frettolose, superficiali e utili solo ad aumentare il numero dei detenuti nel CPR con la solita logica del profitto (più detenuti significa più soldi all’ente gestore).

Ma non basta, la dem. Serracchiani chiede silenzio e non comprende le ragioni di un simile gesto.

Se non capisci vuol dire che non sai cosa siano quei non-luoghi, vuol dire che non sai cosa tu e tuo partito avete creato e continuate a finanziare.

I CPR sono non-luoghi di morte e violenza!

Sappiamo chi è stato e NO, non staremo in silenzio: non saremo mai vostrə complici.

MAI PIÙ CPR, MAI PIÙ LAGER.

La nostra solidarietà anche ai/alle solidali che hanno subito la repressione e la violenza

poliziesca all’esterno del CPR di Gradisca d’Isonzo.