COLLETTA POPOLARE PER L’ACQUISTO DI SCHEDE TELEFONICHE PER I RECLUSI AL CPR.

Sosteniamo i detenuti di corso Brunelleschi in sciopero della fame!
Aiutiamoli a comunicare con l’esterno!
Spezziamo il loro isolamento con la nostra solidarietà!
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Espulsioni ad alta velocità e reclusioni ad alta redditività.
Aggiornamenti dal CPR di Torino .

Come alleggerire la pressione sull’hotspot di Lampedusa?
Facile, emettendo decreti despulsione a pioggia per le persone appena arrivate, così da poterle redistribuire nel più breve tempo possibile nei CPR nazionali.
Grazie a questa assurda manovra il CPR di Torino, ad oggi, è quasi totalmente pieno.
Fatto che garantisce nuovi introiti all’ente gestore, la multinazionale ORS, la quale percepisce un rimborso ad ogni trattenuto.
Risulta, per giunta, che molte delle persone trasferite a Torino abbiano potuto fare la richiesta di protezione solo una volta recluse nel CPR.
Stiamo parlando di persone perlopiù di origine Tunisina e Marocchina, nazionalità per le quali l’iter prevede un push back quasi immediatonon sulla soglia della porta ma un metro dopo averla varcata.
I due fattori sopracitati, se messi insieme, possono avere dei risvolti cupi, che vanno analizzati per comprendere meglio il modus operandi delle istituzioni nel campo delle espulsioni del trattenimento.
Prima di tutto richiedere la protezione da reclusə in un CPR velocizza l’iter di analisi della domanda da parte della commissione, accellerando dunque il probabile decreto d’espulsione ed il conseguente rimpatrio.
In secondo luogo fare domanda di protezione dall’interno del cpr fa aumentare i mesi di possibile reclusione da 3 a 12. Anche se a fare la richiesta d’asilo sono reclusə provenienti da paesi con cui l’Italia ha accordi per i rimpatri, quindi in teoria deportabili in tempi brevissimi.
Un’ulteriore affare per l’ente gestore .
Terzo, secondo la visione disumana e criminalizzante delle autorità, un richiedente asilo che attende il verdetto in stato di reclusione è meglio che un richiedente che attende in libertà. Connubio perfetto tra sicurezza e mercificazione.
Quarto punto: le domande di protezione internazionale seguono una procedura accelerata che, in caso di diniego, prevede meno tempo per fare il ricorso e non sempre viene concessa la sospensione degli effetti del provvedimento di rigetto.Se il giudice non concede la sospensiva, le persone rischiano di essere rimpatriate prima della decisione sul loro ricorso.
Lo snellimento e l’ottimizzazione della macchina delle espulsione d’altronde è un chiaro obbiettivo sia delle autorità italiane, sia dell’Unione Europea.
La messa a valore delle eccedenze umane non assimilabili nella catena dello sfruttamento lavorativo o recalcitranti nel prendervi parte è anch’essa un obbiettivo da tempo perseguito, un giro di affari attualmente in via di espansione ed ottimizzazione.
L’avvicinarsi di grandi aziende al business dell’accoglienza e della reclusione dei e delle migranti né è la controprova.
 
Espedienti come questi insomma sono e saranno all’ordine del giorno.
Come realtà di lotta e solidarietà l’obbiettivo sarà, come sempre, quello di essere la chiave inglese nell’ingranaggio per fermare questa infame catena di montaggio.
MAI PIÙ CPR MAI PIÙ LAGER