Corso Peschiera è
occupata da ottobre 2008, e da allora le istituzioni si sono via via
alternate sui giornali con proclami di sgomberi e soluzioni
provvisorie. .. ultima notizia lo sgombero ed il parziale trasferimento
in via Asti che secondo il Sindaco Chiamparino in persona (intervista a
La Stampa 23/8) doveva avvenire a fine agosto. Oggi leggiamo dal
Prefetto che non sarà così, che ci saranno soluzioni per tutti e
tutte….. ma il come e il dove e il quando è ancora incerto!
L’atteggiamento
di continuo attacco, ritrattazione, rimpalli che Sindaco, Assessori
Borgione e Mangone e Prefetto stanno continuando a fare sulla pelle e
la vita degli/delle occupanti ci mostra soltanto la loro incapacità di
garantire una vita dignitosa a chi ne avrebbe diritto.
Siamo
disgustate/i dal continuo balletto di numeri, e dalla girandola di
proposte vendute come “soluzioni al problema profughi”: i numeri
servono per le statistiche e la burocrazia e forse questi sono gli
unici interessi reali dell’Assessore Borgione e del suo staff; le
“soluzioni” vanno trovate sul terreno dei diritti; “il problema” da
risolvere non sono gli uomini e le donne che abitano in corso
Peschiera, ma le politiche complessive su immigrazione e accoglienza
del nostro Paese che a livello centrale rimane uno dei pochi in Europa
sprovvisto di una legge organica sul diritto all’asilo, e che a livello
locale mostra tutta l’ipocrisia e l’inefficienza di amministratori
buoni solo a scaricare su altri le proprie responsabilità .
Quanto
succede a Torino è in continuità con la tragedia avvenuta in questi
giorni al largo di Lampedusa e ai respingimenti verso la Libia: i/le
richiedenti asilo affogano in mare o vengono respinti; coloro che
sopravvivono e che ottengono lo status di rifugiati/e vengono poi
trattati come fastidiosa incombenza, senza alcun rispetto per la
convenzioni internazionali che li equiparano ai cittadini e alle
cittadine italiane, arrivando a negare loro la residenza e quindi
l’accesso a diritti quali il lavoro, la casa, l’assistenza.
Ci
viene quindi il sospetto che il rinvio dello sgombero abbia poco a che
fare coi reali bisogni degli/delle occupanti di corso Peschiera, ma sia
solo un modo per sottrarsi alla polemica di questi giorni sulle
modalità italiane di gestire i rifugiati/e, aspettando un momento più
propizio.
Intanto i fatti reali non cambiano: la “soluzione
via asti” è una sistemazione temporanea e provvisoria, per nulla
strutturale; l’idea di gestione e regolamento interno proposti dalle
istituzioni limitano fortemente le libertà individuali, l’assurda idea
del pattugliamento militare all’esterno rientra in una logica più ampia
di criminalizzazione aprioristica dei e delle migranti.
Non
accettiamo questa logica, non vogliamo nella nostra città un
laboratorio di repressione che potrebbe poi essere esportato nelle
altre città come modello di “accoglienza” e che invece, come il CIE di
corso Brunelleschi, sarebbe un altro luogo di negazione di diritti e
libertà.
Noi continueremo a supportare le lotte dei rifugiati e delle rifugiate che non hanno intenzione di abbassare la testa.
Continueremo a non accettare soluzioni provvisorie o per pochi:
I diritti se non sono per tutti e tutte si chiamano PRIVILEGI!
CASA LAVORO RESIDENZA
DIGNITA’ PER I RIFUGIATI E LE RIFUGIATE