Sabato 10 ottobre – ore 15,30
presidio sotto il consolato dell’Honduras – piazza Solferino
Il 13 ottobre 2 appuntamenti a Torino
- ore 11:30 Università di Torino via Sant’Ottavio
- ore 21:00 Centro Sociale Occupato Gabrio via Revello 3
mese dalle finte elezioni presidenziali, dal 12 al 14 ottobre arriva
nel nostro Paese una rappresentante del Frente Nacional contra el Golpe
de Estado.
quando il presidente honduregno José Manuel Zelaya Rosales venne
prelevato da casa sua da militari incappucciati e trasportato fuori dal
territorio nazionale.
La sua colpa: aver iniziato un processo di riforme e di dialogo con i movimenti sociali, che avrebbe portato i cittadini honduregni a votare una consultazione popolare per convocare una nuova assemblea costituente.
Un attacco ai privilegi di una decina di famiglie, le più ricche e
conservatrici del Paese, che per questo hanno ideato e finanziato – con
il sostegno dell’esercito honduregno e il tacito benestare degli Usa- il colpo di Stato del 28 giugno scorso.
Dal 21 settembre Mel Zalaya è rientrato in Honduras, costretto all’interno dell’ambasciata brasiliana, assediata dall’esercito. L’intero Paese e tutta la regione centroamericana sono così ripiombati negli anni Settanta e Ottanta, negli anni bui di tensione propria dei regimi dittatoriali che il mondo pensava oramai facessero parte del passato dell’umanità: il dittatore golpista Micheletti ha proibito “ogni riunione non autorizzata” e stretto ulteriormente il bavaglio ai mezzi d’informazione, proibendo ogni dichiarazione che vada contro “le risoluzioni del governo” o possa alterare “il rispetto della pace e l’ordine pubblico”. Negli ultimi giorni, molti oppositori politici sono stati incarcerati, alcuni manifestanti pacifici sostenitori di Zelaya sono rimasti uccisi, il governo ha chiuso Radio Globo e Canal 36, gli ultimi media indipendenti rimasti.
Tutto questo in Italia, resta nascosto a causa del “torpore”dei corrispondenti esteri dei principali quotidiani. L’Honduras non è l’Iran, e allora non serve costruire “a tutti i costi” un’immagine negativa del dittatore di turno, favorendo la nascita di forme di solidarietà istintiva e spontanea con il popolo honduregno.
Meglio non intervenire su un tema “delicato” di politica internazionale, mettendo così a rischio gli investimenti esteri di importanti imprese italiane come Astaldi, Goldlake (gruppo Colacem), Acea. Non a caso il fratello del golpista Micheletti siede nel direttivo della Camera di commercio italo-honduregna.
Ma l’Honduras r-esiste, e dal 12 al 14 ottobre sarà in Italia una rappresentante del Fronte nazionale contro il colpo di Stato
,
che riunisce tutti i cittadini honduregni democratici che dal primo
giorno del golpe resistono pacificamente (con scioperi, azioni di
disobbedienza civile) e manifestano per la democrazia, nonostante
questa resistenza per la pace e la libertà sia già costata oltre una
decina di morti, centinaia di detenzioni illegali, una grande quantità
di persone picchiate, torturate e stuprate.
Betty Matamoros sará in Italia per incontrare i movimenti e le persone
che sostengono la loro giusta lotta per l’autodeterminazione e
democrazia dal basso. Invitiamo tutte e tutti a partecipare attivamente
e a supportare le lotte dei movimenti sociali honduregni.
Aggiornamenti
Ascolta in diretta gli aggiornamenti
AUDIO DELL’INTERVENTO DI BETTY MATAMOROS AL GABRIO (PARTE 1 e 2)
http://gabrio.noblogs.org/resource/honduras/view/138216-gabrio_01.wav
http://gabrio.noblogs.org/resource/honduras/view/gabrio_02.wav
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