Serviva davvero l’ennesimo morto per mettere in luce ciò che sta accadendo all’interno del cpr di Torino e mettere in discussione il suo intero funzionamento?
Ad oggi sono undici gli indagati per la morte di Moussa Balde e per vari episodi di sequestro di persona all’interno dell’ospedaletto.
Quest’ultimo, che a quanto emerge dall’articolo de La Stampa di ieri, era inizialmente pensato come insieme di “piccoli ambienti per nuclei familiari” diventa lo spazio rivolto all’isolamento sanitario. Sulla carta la pratica dell’isolamento dovrebbe “proteggere” chi presenta disturbi psicologici o psichiatrici, mentre nell’effettivo è utilizzato a scopi puramente punitivi.
L’ospedaletto allo stato attuale è chiuso, ma non definitvamente, infatti sembra che i lavori annunciati a settembre proseguano e volgano al termine.
Sabato alle 15 saremo di nuovo sotto le mura del cpr per gridare la nostra vicinanza ai detenuti e per ribadire che questo luogo non ha bisogno di nuove riforme o di essere “migliorato”,perché la sua natura sarà sempre violenta, segregativa e neutralizzante.
I cpr li vogliamo chiusi definitivamente e vogliamo abolita la detenzione amministrativa.
Libertà per tuttə
Mai più cpr, mai più lager