Ieri 18 giugno, giornata di mobilitazione nazionale indetta dalla piattaforma “Abitare nella crisi” con le richiesta chiara di moratoria generalizzata ed immediata su sfratti, sgomberi e pignoramenti. Nella nostra città, dopo il partecipato corteo per il diritto alla casa di sabato scorso, come ogni terzo martedì del mese la Questura ha deciso di raggruppare alcuni sfratti: tre eseguiti per la volontà delle famiglie di non resistere, mentre un quarto, in via Morosini, 6, si è protratto per oltre 14 ore in attesa di un ufficiale giudiziario che ha deciso di non presentarsi, con buona probabilità rimandando al giudice la prossima data dell’esecuzione attraverso l’utilizzo dell’articolo 610, quello cioè che permette gli sfratti a sorpresa.
Nel pomeriggio le realtà che hanno animato la piazza di sabato, hanno deciso di occupare uno stabile in via Verolengo 20. Un’occupazione non a scopo a abitativo ma per denunciare ancora una volta le responsabilità del Comune di Torino rispetto alla questione casa. Abbandonato da oltre dieci anni lo stabile di via Verolengo versa in pessime condizioni ed è disatteso da circa una dozzina di anni il progetto di un poliambulatorio che doveva rappresentare la nuova destinazione per questa ex fabbrica delle scarpe “Superga”. Un’occupazione di denuncia per ribadire che contro sfratti, sgomberi e pignoramenti tutti gli sfratti vuoti di proprietà pubblica devono trovare riconversioni ai fini di edilizia sociale, e tutte le case private abbandonate vuote dentro la logica delle speculazioni immobiliari devono essere requisite ed assegnate ad un utilizzo abitativo sociale.