Chiamiamola con il suo nome. Chiamiamola vendetta. (parte 2)

mambo_libero_2015-edition47 condanne 6 assoluzioni. Così si consuma la vendetta della Stato contro il Movimento NO TAV e gli uomini e le donne che diedero vita alle due grandi giornate di resistenza del 27 Giugno e del 3 luglio 2011. 145 anni di carcere, circa 130 mila euro da versare a Ministeri, Sindacati di polizia e “feriti” vari.
Queste le cifre di una sentenza che ci va giù pesante, un dispositivo “esemplare” utile a continuare l’opera di criminalizzazione del movimento, agitare lo spauracchio del nemico pubblico, favorire gli amici del TAV. Accolte praticamente in toto le richieste dell’accusa, ed anzi alcuni imputati si sono visti addirittura aumentare la pena rispetto le richieste della procura.
Più volte in questi anni si è parlato da più parti di processo “politico”, di “sentenza già scritta” e certamente quello accaduto ieri ci consegna un quadro generale in perfetta continuità con quanto abbiamo potuto assistere in questi due anni di udienze continue; dagli atteggiamenti arroganti e intimidatori da parte dei PM, dalle testimonianze al limite del tragicomico alla totale mancanza di presa in considerazione del contesto in cui quelle giornate si svolsero.
Lo sappiamo. Come movimenti ci troviamo continuamente costretti a confrontarci con la repressione delle lotte che portiamo avanti. In un aula di tribunale né ci aspettavamo il trionfo della giustizia, né tantomeno il riconoscimento della ragioni di un movimento di lotta ultraventennale.
Attraverso poche righe vorremmo ricordare i fatti di quelle giornate:i 4357 lacrimogeni lanciati per soffocare la nostra voglia di resistere tutt* insieme alla devatazione del TAV, i “sparagli in faccia” e gli “ammazzateli”, i lanci di pietre e massi da parte delle polizia, i pestaggi durante gli arresti a suon di calci e bastonate, i lacrimogeni usati come proiettili che sfiorano (e colpiscono) le teste deimanifestanti.
Ieri il Tribunale di Torino ha condannato 47 tra compagni e compagne non per quello che hanno fatto, bensì per quello che sono, che rappresentano e che rappresenta la determinazione di lottare per difendere il proprio territorio reagendo insieme alla violenza cieca della polizia, dello Stato e del TAV.
Ieri si è voluta colpire la possibilità di un alternativa altra che è il movimento NO TAV con la sua esperienza di autorganizzazione, autodeterminazione, la sua messa in discussione di un sistema che non vogliamo e la sua testardaggine nel non arrendersi mai.
Mandiamo un forte abbraccio solidale e complice a tutti i compagni e le compagne condannat* ed in particolare a Mambo, compagno del centro sociale Gabrio, condannato a 3 anni e 5 mesi (quasi il doppio rispetto alla richiesta dei PM che era di 2 anni).
Vogliamo anche mandare un ringraziamento ai legali, ai consulenti, a tutti quelli e a tutte quelle che durante le fasi del processo hanno svolto un grandissimo lavoro per la difesa dei compagni delle compagne.

Credono di farci paura, non ci fermeranno mai.
Ora e sempre RESISTENZA NO TAV – Liber* Tutt*!

CSOA Gabrio