Oggi come allora stato assassino e torturatore.

Il 12 dicembre 1969una bomba veniva fatta esplodere all’interno della Banca Nazionale dell’Agricoltura, sita in piazza Fontana a Milano.
Nello stesso giorno scoppiarono altri 3 ordigni a Roma e ne furono rinvenuti inesplosi sia a Milano che a Torino.
Cominciava così la guerra santa dei padroni che, attraverso l’apparato statale e con l’ausilio del terrorismo nero, ha lasciato una scia di sangue, repressione e tortura.

Una guerra il cui obiettivo era chiaramente quello di fermare le spinte rivoluzionarie, provenienti dalla classe operaia, così come da studenti e studentesse,spinte volte al cambiamento del sistema socio-economico esistente.
A seguito di quel 12 dicembre furono attuati, da parte delle forze repressive, decine di arresti tra l3 compagn3 anarchich3 e della sinistra radicale.
Incolpat3, ingiustamente, di essere lx arteficx materiali ed esecuativx dell’attentato.
Proprio uno di loro, il ferroviere anarchico Pinelli, perse la vita dopo esser stato spinto dalla finestra della questura di Milano. Questura in cui era sequestrato, sotto interrogatorio da tre giorni, per volontà del commissario Calabresi e i suoi sottoposti.
Arresti strumentali alla salvaguardia dell’identità dei veri esecutori, i fascisti di Ordine Nuovo, e dei mandanti, tutt’ora sconosciuti per via dei numerosi depistaggi messi in atto dagli apparati dello stato.
È stato il palesarsi della violenza repressiva e fasxista che é proseguita poi per tutti gli anni 70 e 80 con compagn@ che continuano ancora oggi a subire in carcere la vendetta dello stato dopo molti decenni.
Oggi lo stato di diritto sta applicando tutti gli strumenti violenti e repressivi a sua disposizione al fine di mettere a tacere e invisibilizzare chi a questo sistema non si vuole adeguare ed arrendere.
Partendo dalla repressione agli anarchici trentinipassando per le pene esemplari richieste dalla magistratura per Alfredo Cospito e Anna Beniamino, rispettivamente ergastolo ostativo sotto regime 41 bis e 29 anni di reclusione, fino ad arrivare alle sorveglianze speciali distribuite a pioggia e alla sistematica negazione ai/alle prigionier* politic* di misure cautelari più leggereè facile notare come la repressione si abbatta con sempre maggiore vigore contro quelle realtà che dissentono dal sistema capitalista, portando avanti idee radicali di giustizia sociale.
Applicando pene sempre più severe e ordendo teoremi sempre più fantasiosi, si sta tentando di disinnescare le lotte e silenziare il dissenso.
Per questi motivi e non solo, vogliamo esprimere la nostra solidarietà e sostegno ad Alfredo e ad Annaal momento ancora in sciopero della fame, così come esprimiamo vicinanza e solidarietà a tutti e tutte i prigionieri e le prigioniere politiche di vecchia e nuova data.
Il 41Bis è tortura!
Libertà per tutti e tutte!