IL 40% DEL TUO REDDITO LO SPENDI PER ABITARE. ABBASSARE GLI AFFITTI, LAVORARE MENO E GUADAGNARE DI PIÚ 

L’Italia è il paese dell’area Ue con gli stipendi più bassi, e la situazione si aggrava se consideriamo le fasce che dispongono di meno potere contrattuale: donne, giovani under 30 e immigratə.Il 54% degli under 30 guadagna meno di 7 euro l’ora, spesso con un contratto a tempo determinato e con straordinari non pagati, nemmeno in nero.

Donne e migranti percepiscono dal 20 al 30% in meno rispetto allo stipendio medio italiano. Per queste fasce di popolazione sono accessibili lavori poco retributiti e privi della valorizzazione che meriterebbero, come il lavoro di cura, in nero e/o precario.

Se parliamo di costo dell’abitare e dei servizi limitrofi, poiché l’Italia è uno dei paesi più visitati al mondo, sia gli affitti che i servizi vengono ormai pensati maggiormente per i turisti che hanno una maggior possibilità di spesa. Questo comporta che proprietari di case e palazzinari prediligano affitti brevi, sfrattando i precedenti inquilini e che pochi servizi siano accessibili per chi abita i quartieri delle nostre città.

Invece di invertire la tendenza che vede negli ultimi anni l’allargarsi della forbice tra costo della vita e reddito, il governo sta riducendo al minimo o azzerando le politiche di walfare, come il reddito di cittadinanza, che per una fetta di popolazione era fondamentale per il sostentamento. Tutte le misure attuate dal governo sulla casa si incentrano su agevolazioni fiscali e incentivazione edilizia. In linea teorica misure come il bonus 110 avrebbero potuto portare un efficientamento energetico e quindi un risparmio nelle bollette degli affittuari nonché un maggiore benessere, peccato che siano misure pensate per fasce della popolazione più benestante, con case autonome, che hanno avuto la possibilità di anticipare il capitale e di organizzarsi nel periodo di tempo corretto per l’attivazione del bonus. Come se non bastasse questi strumenti vengono poi utilizzati dai proprietari per aumentare il valore del proprio immobile e poter aumentare quindi gli affitti.

Il costo dell’abitare induce le persone ad accettare qualsiasi condizione di lavoro pur di avere un tetto sotto cui vivere: se per poterti permettere di pagare l’affitto e le bollette utilizzi il 40% del tuo reddito difficilmente riuscirai a risparmiare qualcosa e avere potere contrattuale verso il tuo datore di lavoro (poter prenderti il rischio di non lavorare a certe condizioni perché hai dei risparmi che ti permettono di mantenerti), accettando qualsiasi condizione per non finire in strada. Per andare in affitto i proprietari non solo richiedono diverse mensilità di caparra, ma anche delle garanzie lavorative come un contratto a tempo indeterminato o dei garanti come i genitori.

Occuparsi della propria abitazione è un vero e proprio lavoro di cura non retribuito difficilmente gestibile per chi lavora a tempo pieno e vive da solə. Per famiglie più numerose significa invece sacrificare l’indipendenza economica di un individuo – spesso donne – per il benessere del nucleo familiare.

Quello che chiediamo sono:

– affitti, bollette e servizi limitrofi commisurati al reddito

– maggiori tutele nell’accedere a una casa in quanto è diritto di tuttə e non può essere discrezionale rispetto alla condizione economica

– reddito minimo universale per contrastare le dinamiche di sfruttamento lavorativo e abitativo

– lavoro retribuito maggiormente, con più garanzie e con maggiore tempo a disposizione per dedicarsi alla cura di sé e di dove si vive

 

Prendocasa Torino

CSOA Gabrio

Manituana

Potere al Popolo Torino