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TUTTƏ FUORI – Chiudere i CPR, Liberare tuttə 

Il 23 maggio di un anno fa nel C.P.R. di Torino moriva Moussa Balde, ventitrenne di origine guineiana, vittima di un sistema ingiusto e razzista, che permette la privazione della libertà personale e dei diritti fondamentali delle persone senza documenti. Continua la lettura di TUTTƏ FUORI – Chiudere i CPR, Liberare tuttə 

CHIUDERE TUTTI I CPR – LIBERARE TUTT*

Venerdì 22 aprile abbiamo concluso la biciclettata contro la guerra sotto il CPR di Torino per portare la nostra solidarietà alle persone detenute al suo interno. Questa volta la polizia non ha fatto in tempo a spostare e rinchiudere le persone all’interno, pratica utilizzata durante i presidi per impedire un contatto sonoro tra detenuti e solidali. Venerdì, invece, riecheggiavano forti le urla di sofferenza di chi, da dentro, rispondendo ai nostri saluti, denunciava lo stato pessimo del cibo che viene servito e i trattamenti disumani a cui vengono sottoposti. Sentire gridare “libertà libertà libertà” da dentro le mura ci ricorda che, festeggiare la liberazione dal nazifascismo, vuol dire lottare ogni giorno affinchè i Cpr vengano chiusi e le frontiere aperte, per un mondo liberato da razzismo e nazionalismi.

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Non ci vogliono i morti per capire che i CPR devono chiudere immediatamente

Appunti sulla risposta del Ministero dell’Interno – Dipartimento per le libertà civili e immigrazione al Rapporto del garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale

Non ci vogliono i morti per capire che i CPR devono chiudere immediatamente.
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????8/7/19 – 8/7/20???? | No Justice, No Peace

Nella notte tra l’8 e il 9 Luglio 2019, Faisal Hossein, 32enne originario del Bangladesh, perdeva la vita tra le mura del Centro di Permanenza per il Rimpatrio di Torino (CPR).
Faisal al momento della morte si trovava rinchiuso in una  delle celle dell’Ospedaletto,struttura dal nome riconducibile ad un presidio medico, ma che in realtà consiste in una vera e propria gabbia usata dalle forze dell’ordine come sezione di isolamento punitivo.
Forse non sapremo mai cosa sia successo quella notte a Faisal perché le videocamere di sorveglianza dell’ospedaletto non funzionavano ed il PM ha archiviato il caso impedendo alla famiglia di costituirsi parte civile. Quello che sappiamo però, dalle testimonianze degli altri reclusi, è che Faisal quel giorno stava molto male, che chiedeva aiuto da ore, così come chiedeva aiuto a suo nome il compagno di cella mentre lo vedeva spegnersi lentamente .
Oggi, ad un anno di distanza da quella morte atroce, vogliamo con ancor più forza la chiusura immediata delle strutture detentive per migranti, giustizia per Faisal, per Vakhtang, per Hassan  e per tutte le persone morte nei CPR prima e dopo quell’8 Luglio 2019.
Oggi ,come da sempre, pretendiamo giustizia per tutti i reclusi e tutte le recluse che in questi anni hanno subito la detenzione tra le mura di quei dannati lager razziali e la deportazione forzata verso paesi da cui erano scappati e scappate con ogni mezzo, con tanto coraggio e con tutte le speranze.
Mai più Cpr
Mai più Lager
Stop razzismo di stato!

UNA LUCE PER FAISAL – UNA LUCE PER I DETENUTI E LE DETENUTE DEI CPR

Lunedì 8 luglio 2019 al mattino viene ritrovato all’interno dell’infermeria del CPR di corso Brunelleschi a Torino, il corpo senza vita di Faisal Hossein, 32 anni originario del Bangladesh, morto nella giornata di domenica. Continua la lettura di UNA LUCE PER FAISAL – UNA LUCE PER I DETENUTI E LE DETENUTE DEI CPR