Non siamo mica gli americani, noi sì che possiamo sparare agli africani.

Il razzismo in Italia ha profonde radici storiche nel colonialismo mai affrontate pubblicamente.
 
1882: inizia l’occupazione dell’Eritrea conclusa nel 1885. Nel 1947 l’Eritrea diventa uno stato indipedente, ma nessun governo italiano ha mai chiesto il perdono al popolo eritreo per i 60 anni di occupazione e dominazione.
1889: inizia l’occupazione della Somalia conclusa nel 1908. Nel 1960 la Somalia diventa indipendente, ma gl’italiani impediscono le elezioni a suffragio universale, obbligando ad un voto su base tribale dando così origine alle guerre intestine che tutt’ora proseguono. Nessuno governo italiano ha mai chiesto il perdono del popolo somalo per i 70 anni di occupazione e dominazione.
1911: aggresione e occupazione della Libia, che si concluse tra il 1923/1925 quando il generale Graziani guidò con spietata ferocia una lunga campagna di distruzione della resistenza libica compiendo massacri e deportazioni per cui si guadagnò il soprannome di “macellaio del Fezzan”.L’Italia fascista creò un campo di prigionia e sterminio dei libici in Puglia nelle isole Tremiti. La Libia diventa indipendente nel 1947 e mai nessun governo italiano ha mai chiesto il perdono del popolo libico per le atrocità commesse.

1895 e 1935: guerre per l’occupazione dell’Etiopia, la prima si concluse con la sconfitta degli italiani, mentre la seconda aggresione fascista condusse all’occupazione dell’Etiopia fino al 1941. Durante la seconda guerra d’Etiopia gl’italiani utilizzarono armi di sterminio di massa, come il gas nervino, e commisero atrocità nel tentativo di piegare la resistenza del popolo etiope. In particolare dopo il fallito attentato del 19 febbraio 1937 al vicerè Graziani, gl’italiani scatenarono massacri indiscriminati che proseguireno fino al giugno del 1937 e che ebbero culmine con la distruzione del monastero di Debrà Libanòs inziata il 17 maggio i cui monaci erano accusati di fiancheggiare gli attentatori. Ancora oggi quell’episodio rappresenta il più grande massacro di cristiani mai commesso in Africa: vennero giustiziati più di 2000 tra monaci, seminaristi, suore e clerici. Gli storici etiopi calcolano che furono 30 mila i morti causati dalla repressione italiana dopo l’attentato.
 
Gli omicidi e le aggresioni alle persone di colore sono praticamente quotidiane in Italia vogliamo ricordare quelle degli ultimi anni:
 
08/06/2016: due carabinieri, intervenuti per sedare una rissa nel campo di San Ferdinando nel comune di Rosarno, sparano e uccidono  Sekine Traore giovane bracciante originario del Mali. Il processo è ancora in corso.
Ottobre 2016: a Goro in provincia di Ferrara, gli abitanti guidati da esponenti della Lega ergono barricate per impedire l’accoglienza di dodici donne immigrate;
03/02/2018: Luca Traini esponenete della Lega scatena una caccia alle persone di colore per le vie di Macerata che si conclude con il ferimento di 6 persone;
02/06/2018: Sacko Soumaila, bracciante e sindacalista del Mali, viene ucciso a fucilate nei pressi della tendopoli “EX Fornace” di Rosarno. Per il suo omicidio è in corso il processo a Antonio Pontoriero uomo legato alla ‘ndrangheta. Insieme a Sacko restano feriti altri due migranti
03/04/2019: a Torre Maura esponenti di Casapuond e Forza Nuova aggrediscono i migranti e i solidali del centro di accoglienza locale;
08/04/2019: a Casal Bruciato i neofascisti di Casapound aggrediscono una famiglia rom a cui è stata appena assegnata la casa popolare;
08/07/2019: nel CPR di Torino muore Hossain Faisal, cittadino bengalese segregato per oltra 3 settimane in isolamento all’interno della struttura. La sua morte, provocata da un arresto cardiaco, si sarebbe potuta evitare se solo il campanello d’allarme della sua cella di isolamento non fosse stato rotto. Del suo decesso il personale del centro si è accorto solo 12 ore dopo. La procura di Torino ha aperto e chiuso velocemente un inchiesta per omicidio colposo senza incriminare i responsabili del campo.
19/01/2020: nel cpr di Gradisca (GO) muore Vakhtang Enukidze, cittadino georgiano, a causa delle ferite riportate in un pestaggio commesso dagli agenti di custodia.
 
Il razzismo non è solo una questione di cattiveria o stupidità, ma una “tecnologia di governo”, cioè una modalità, specifica della modernità, di creare delle differenze all’interno di una classe altrimenti più omogenea. Il dispositivo della razza, esattamente come quello di genere, permette di istituire un sopra ed un sotto, di tracciare una linea di confine che individua chi ha meno diritti, chi può essere ucciso impunemente, chi può essere maggiormente ricattato e sfruttato. Il razzismo crea inoltre un Altro, un diverso, rispetto al quale si può costruire e consolidare la nostra identità di gruppo (il “noi” dei fascismi e dei populismi).
Non si può quindi combattere il razzismo opponendogli semplicemente un umanesimo aspecifico che predica un’uguaglianza astratta: estirpare il razzismo significa mettere in questione l’intero ordine liberale che su di esso si basa. Significa individuare e combattere chi, ad ogni livello, lo promuove nelle sue molteplici forme, da quelle più scioccanti della violenza fisica diretta a quelle più subdole della discriminazione istituzionale.
 
Alcuni obiettivi antirazzisti a Torino:
 
Tutte le sedi dei partiti politici italiani, ad iniziare dalla Lega fino al PD che nel lontano 1998 con la legge Turco / Napolitano aprì i primi CPR e con Minniti ne ha dato l’attuale assetto
Tutte le vie, piazze, corsi e viali dedicati ai protagonisti del colonialismo italiano come Crispi (autore della prima aggresione all’Etiopia), Giolitti (aggressore della Libia) e Azzi (militare che partecipò alla seconda guerra d’Etiopia) ed ai luoghi occupati (Massaua, Tripoli, Bengasi, Adua etc.)
 
SUL RAZZISMO NON SI TACE!
CSOA GABRIO ANTIRAZZISTA – ANTIFASCISTA – ANTISESSISTA
 
Alcune foto della manifestazione di ieri a Torino (di Luigi D’Alife)