Della semplicità nella radicalità. Al compagno Orso.

Il 18 marzo di quattro anni fa ci lasciava Lorenzo Orsetti, mentre combatteva a fianco delle Unità di protezione popolare (YPG) del popolo curdo contro Isis.

Ma non è della sua morte che vogliamo parlare – d’altronde, leggendo la sua lettera, gli abbiamo promesso che non ci saremmo troppo rattristatə – bensì della sua scelta, di ciò in cui ha creduto e credeva, di ciò per cui ha deciso di lottare (fino alla fine).

Ogni anno questa data torna a sbatterci in faccia con forza la storia di una passione per la libertà, la tenacia e la fermezza nella lotta per un’idea di un mondo diverso, forgiato su principi di ecologia, transfemminismo, autogoverno dal basso, ripudio dell’ autoritarismo statale ed equità.

Questa tenacia ha portato Orso a decidere di imbracciare le armi e lottare al fianco del popolo curdo, un popolo libero che cerca di proporre un modello sociale senza stato, senza padroni e senza sfruttati.

Orso ci ha mostrato la semplicità di una scelta radicale di lotta in tutta la sua complessità, una radicalità che è l’unica posizione che abbia senso occupare se non si riesce più a vivere e a tollerare le enormi contraddizioni e la brutalità che caratterizzano questo sistema .

Queste righe non vogliono essere meramente commemorative, ma vogliono far rivivere una storia che è bene tenere al nostro fianco in un mondo in cui i conflitti in corso sono quasi 60, in cui c’è una guerra alle porte della nostra civilissima Europa che non accenna a terminare,in cui tutti i muri, compresi quelli penitenziari, sembrano alzarsi e militarizzarsi sempre più.

Proprio in questo contesto le posizioni di marginalità, quelle di chi lotta, come il popolo curdo, per un’idea di comunità alternativa a quella atomizzata capitalistica, sono le uniche che possano fornire il giusto slancio per una nuova rivoluzione .

Per la nostra rivoluzione.

L’esempio e la storia di Orso ci convincono e spronano a coltivare, giorno dopo giorno, la nostra alternativa e ad opporci, a criticare, a lottare, a ridisegnare, ad essere quelle gocce che generano tempesta .

Al partigiano Orso,

nei nostri cuori e nelle nostre lotte.