Ciao Piero

Piero ci lascia in un momento particolarmente crudo, confuso, disorientante dal punto di vista esistenziale. Eppure per Piero l’inedita mancanza di prevedibilità che ciascuno di noi vive in questo presente, l’annullamento delle certezze doveva essere occasione per rinnovare profondamente la nostra società. L’esigenza dell’abbattimento delle disuguaglianze sociali e l’esigenza della giustizia climatica poteva trovare spazio in questo duro periodo a fronte di una riflessione profonda.

Da questi pensieri si intravedeva il suo spirito tenace. La visione, la maturità di artista e di militante, l’inesauribile fiducia nel cambiamento e nelle persone.

Nel corso di una vita Piero ha lottato per un mondo migliore, senza riserva, creando ragionamento, educazione, intelligenza sensibile per la riproduzione del cambiamento. Creando conflitto. Ha affrontato la storia di questo paese e del mondo con una critica intellettuale inquieta e radicale, costante, ponendo la sua stessa essenza di artista a strumento del suo pensiero ecologista e di critica al capitalismo, attraverso una creazione instancabile, che si trattasse di un’opera o di una installazione, di una performance o una coreografia per un corteo, di un contributo letterario o di un centro di arte sperimentale. Era la sua vita e attraverso questo filo rosso ha vissuto i grandi cambiamenti degli ultimi sessant’anni senza perdere di vista quel sogno di giustizia che è fondante di una vita degna.

Piero ci lascia in un momento difficile da affrontare, donando però a tutti noi degli strumenti perché la costruzione di un mondo migliore continui. Ne faremo uso.

Ciao Piero.

Grazie.