Sullo sgombero di via Muriaglio

Martedì mattina è stata sgomberata l’occupazione abitativa di Via Muriaglio 11, in zona San Paolo.

Uno “sgombero dolce”, come hanno tenuto subito a precisare le istituzioni, ma che di dolce non ha niente, a partire dalla violenza di strappare una casa degna a delle famiglie fino ad arrivare alla brutalità della militarizzazione di un quartiere che ancora stamattina vede schierata celere e posti di blocco.

Uno sgombero “dolce” che ha visto la mobilitazione di 10 camionette, 6 pattuglie di vigili e altrettante volanti della polizia.

Via Muriaglio era impossibile da attraversare anche per le/i residenti che conoscevano bene l’occupazione e come questa fosse inserita nel quartiere.

Un’occupazione nata da chi subiva sulla sua pelle l’impossibilità di pagarsi il “diritto” ad una soluzione abitava degna, con il supporto del sportello casa del centro sociale Gabrio. Una palazzina, abbandonata per oltre 2 decenni e che per 12 anni ha dato un tetto a decine di persone che, in maniera autonoma e non sovraderminata da istituzioni e terzo settore, ha potuto ritagliarsi una stabilità ed una rete sociale all’interno del quartiere.

Oggi viviamo un momento cupo sotto molti aspetti: la repressione ha colpito duro i movimenti per il diritto all’abitare e le pene verso chi occupa sono in continuo inasprimento.

Le politiche pubbliche per il diritto alla casa sono assenti ed anzi vanno a diminuire la disponibilità di alloggi popolari in favore del privato-sociale, nonostante sia compravata l’inefficienza ed il peso sui conti pubblici di questo sistema.

Non ultimo il peso del caro vita, il progressivo aumento di affitti e l’impoverimento generato da precarietà lavorativa e stipendi da fame rendono un privilegio o un salasso avere un tetto sotto cui vivere.

Ad ora abbiamo avuto solo contrastanti e sibilline risposte in merito all’alternativa fornita alle persone che vivevano nella palazzina, potrebbe essere solo un dormitorio notturno, ma attendiamo conferme dalle famiglie.

Famiglie che dopo 12 anni e più in zona San Paolo sono le prime a subire i cambiamenti che la giunta comunale ha riservato al nostro quartiere.

Come abbiamo potuto vedere negli ultimi mesi, infatti, la circoscrizione 3 sarà una delle prime a subire il famoso nuovo PRG, o meglio quella parte che verrà modificata con la falsa illusione della partecipazione della cittadinanza.

Ad oggi, sembra che gli unici che partecipino attivamente siano speculatori e palazzinari pronti ad estrarre profitto da un quartiere che è stato prima studentificato e ora cerca conferme.

Solo pochi giorni fa si gridava allo scandalo e si criminalizzava via Di Nanni, definendo un fallimento la pedonalizzazione di un’area e le mancate possibilità per ristoranti e locali di approffittare di una zona che fa gola a tanti.

Ieri la stessa area è stata teatro dello sgombero di un’occupazione abitativa e la cacciata delle famiglie dal quartiere.

Fanno il deserto e la chiamano riqualificazione.