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A FIANCO DELLA LOTTA DEI/DELLE RIFUGIATI/E PER I DIRITTI, LA CASA, LA SALUTE ED IL LAVORO

A FIANCO DELLA LOTTA DEI RIFUGIATI/E PER LA CASA, LA SALUTE E IL LAVORO

Abbiamo scritto questo documento per favorire la discussione tra tutti/e coloro che hanno partecipato a questa lotta e per avere una storia (condivisa da tutte e tutti) da poter raccontare all’esterno, per raccogliere solidarietà e supporto. Vi invitiamo a partecipare alla assemblea del 10 marzo sotto il comune, a venirci trovare al presidio, a partecipare al corteo del 15.

Per sostenerci ed aderire mandate una mail a  viabolognaoccupata@libero.it

 

Dalla fine dell’estate, un gruppo di un centinaio di rifugiati e rifugiate politici e con permesso per
motivi umanitari provenienti da Sudan, Darfur, Etiopia, Eritrea, Somalia, Costa d’Avorio, Ciad, Niger, Sahara occidentale, Libia, non trovando accoglienza nei pochi posti previsti a Torino, respinti/e dall’ufficio migranti del comune senza nessuna indicazione tranne che la lista dei dormitori, ha trovato rifugio per la notte in una fabbrica da demolire a Settimo, senza riparo dal freddo, senz’acqua, luce, riscaldamento: una grossa topaia.

 

Guarda la puntata di “un mondo a colori” del 21 febbraio 2008 – Diritto d’asilo?

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TORINO: OCCUPATA UNA PALAZZINA DA 80 PROFUGHI DI DARFUR, ERITREA, ETIOPIA E SOMALIA

 

18 NOVEMBRE 2007

Dalle
17 di questo pomeriggio l’occupazione di una palazzina sita in via
Bologna cerca di costruire una risposta dal basso alla condizione
drammatica in cui versano un’ottantina di profughi provenienti dai
territori martoriati di un Africa lontana quanto profondamente percorsa
dai conflitti di una globalizzazione capitalista che – lì – si gioca
all’ultimo sangue.

WALZER CON BASHIR

torna a cinema

http://www.youtube.com/watch?v=-8f7n2VYF04

 

Valzer con Bashir (2008) di Ari Folman

 

Giustamente premiato ai Golden Globe, un piccolo gioiello da tutti acclamato.
Il Manifesto: …un lavoro duro e impressionante…
El Pais: …oltre ad avere un talento straordinario, Ari Folman ha un ammirevole coraggio.
Il Messaggero: Il risultato è un film che cambia tutto il modo di fare cinema.
Corriere della Sera: “Valzer con Bashir” si avvale di animazioni più realiste delle immagini reali.
Il Tempo: …un film di animazione più reale, e realistico, di un documentario dal vero.
Il Giornale: …un cartoon per adulti, toccante e mai fazioso, quasi un viaggio psicoanalitico dentro un’amnesia
individuale e collettiva insieme
.
Panorama: Un
film d’animazione che non è un cartoon, un racconto di guerra che è un
viaggio nella memoria, un documentario che evoca fantasmi…

Variety: …un qualcosa di speciale, strano, originale e potente.
The Times: …un film potente, pacifista, fortemente personale…

Valzer con Bashir - LocandinaGrande
successo (di critica e di pubblico) all’ultimo Festival di Cannes, un
terribile atto d’accusa verso ogni guerra che commuove coinvolge
indigna angoscia… e il tutto con un ammirevole eclettismo di
tecniche impiegate – secondo i casi animazione classica,
tridimensionale, flash ed effetti speciali – e un’eccezionale
creatività del montaggio
(Repubblica).
“Valzer con Bashir” mostra con coraggio e
senza falsi pudori come ogni conflitto non sia altro che un insieme di
orrori, di paura, di disperazione, di vigliaccheria, di prevaricazione,
di ferocia, di traumi, di disumanizzazione, di mostruosità senza senso…
Di difficile collocazione per la coesistenza di stili diversi, il
film mescola abilmente il documentario politico e l’autobiografia, il
genere guerra e la psicoanalisi, la trascrizione di sogni – fantasmi,
reminiscenze – e una splendida animazione grafica
(Le Monde): in effetti nel lavoro di Ari Folman non sai se ammirare maggiormente la tecnica o il contenuto.

Nel fare emergere la memoria di una pagina buia della sua storia
personale e di quella del suo paese, il regista israeliano mostra come
realtà e immaginazione siano facilmente mescolabili: “Valzer con Bashir”
è, e al contempo non è, un documentario e una fiction (mirabilmente
fusi realismo surrealismo onirismo). Un’opera emozionante come poche,
innovativa nel modo di presentare le cose mediante tavole disegnate ed
effetti digitali, attuale più che mai oggi: una narrazione
psicoanalitica che costituisce un salutare pugno nello stomaco dello
spettatore, dall‘inizio alla fine.

Straziante e sconvolgente il finale. Si esce dalla proiezione incapaci di parlare.

Del suo film (ci son voluti ben quattro anni per realizzarlo!), Ari Folman ha detto: Il
messaggio è che ogni guerra è sbagliata. Dovunque nel mondo. Non è come
nei film americani, non c’è alcuna gloria nella guerra. Di solito i
giovani che guardano i film di guerra dicono ‘si, è dura là fuori, ma
c’è comunque un grande senso di amicizia tra i soldati… voglio esserci
anche io’… spero che con questo film dicano: ‘non vorrei mai essere lì’
.
Giustamente Dario Arpaio, commentando la pellicola, ha scritto:
Nessuno vince mai una guerra. Nei sopravvissuti restano solo immagini a due colori e qualche incubo ricorrente…
Per non dimenticare che la pietà non va alla guerra
.

Un vero peccato che il film venga distribuito in così poche sale.