RIFUGIATI POLITICI NON TURISTI

Oggi un centinaio di rifugiati che da 9 mesi vivono nella caserma di via Asti hanno dato vita ad un corteo autorganizzato per protestare contro i propositi di chiusura della struttura avanzati da Comune e Prefettura. Dopo diverse proroghe (anche per evitare di far coinciderela la chiusura di via Asti con l’ostensione della sindone a Torino) una decina di giorni fa rappresentanti delle istituzioni si erano recati dai rifugiati comunicando la data del 31 maggio come termine ultimo per l’ospitalità.

 

 

 

Dopo che la data di chiusura era arrivata ad un livello pubblico attraverso alcuni servizi del quotidiano “la Repubblica”, questa mattina in via Asti si sono nuovamente presentati rappresentanti della Prefettura e del Comune per incontrare i rifugiati per comunicare che via Asti avrebbe avuto una ulteriore proroga di un mese, ma con il servizio di mensa sospeso e sostituito dal banco alimentare e con la sorveglianza della struttura affidata ad un’associazione privata di volontari. Tutto questo condito dalle parole che gli stessi rifugiati hanno riferito del tipo “è finito il tempo di fare i turisti in Italia perchè sono finiti i soldi per voi” e “fuori da via Asti potreste tornare in Somalia o avere un visto turistico magari per la Germania o la Francia”.

Stanchi di essere presi in giro e oltretutto insultati dall’arroganza di istituzioni incapaci di dare risposte sul terreno dei diritti e non emergenziali, i rifugiati di via Asti si sono mossi in corteo fino a raggiungere piazza Castello. Hanno gestito la protesta da protagonisti, chiedendo ancora una volta di essere trattati da rifugiati politici e non da turisti. Durante il presidio in piazza Castello hanno rifiutato la proposta avanzata da alcuni funzionari della Questura presenti di una piccola delegazione che incontrasse un rappresentante della Prefettura, parlato con i giornalisti e una volta ritenuto di aver avuto sufficiente visibilità sono ripartiti in corteo per rientrare in via Asti.

Lunedì dovrebbe essere prevista un nuovo ingresso di rappresentanti delle istituzioni in via Asti… e dire che un po’ di mesi fa qualcuno pensava che aver svuotato l’ex clinica San Paolo avrebbe cancellato le proteste dei rifugiati! Ancora non è finita!