ORTO COLLETTIVO TERRA ZapPATA presenta:
—————THE LAST FARMER———
Un documentario di Giuliano Girelli prodotto dall’Ong M.A.I.S.
www.mais.to.it
Giovedì 10 Maggio alle h.21
presso CSOA Gabrio
Via Revello3
Zona San Paolo Antirazzista
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Siamo ormai tristemente abituati alla cementificazione selvaggia, a sprecare le risorse naturali, prima tra tutte la terra, e alle speculazioni in genere. Da qualche tempo però sta prendendo piede una nuova forma di sfruttamento: il cosiddetto land grabbing.
La terra da coltivare, specie quella del sud del mondo, è diventata un bene prezioso, oggetto di un frenetico “accaparramento”; la vogliono le multinazionali dell’agrobusinnes, i magnati del petrolio e anche le aziende italiane non si tirano indietro (Eni e Benetton in primis). Sono interessate a controllare i mezzi di produzione del cibo (la terra), a creare enormi piantagioni per la produzione dei biocarburanti, a fare affari nei mercati finanziari dei beni alimentari.
Il risultato è una nuova forma di colonialismo: tolgono terre fertili alle comunità rurali che le hanno sempre coltivate per sfamarsi, distruggono interi ecosistemi, spargono pesticidi a fiumi e “chiudono la bocca” a chi giustamente protesta. La maggior parte delle terre in questione sono demanio statale, quindi terre del popolo, ma gestite da governi corrotti che per pochissimi dollari affittano per molti anni le terre a grandi industrie straniere senza considerare le comunità che su quei territori vivono, generando: sfruttamento del lavoro per i braccianti che trovano impiego in loco, e dando avvio a grandi flussi migratori per tutti quelli che sopravvissuti alle rivolte (che passano per lo più in sordina) si sono visti strappare l’unico mezzo di sostentamento.
Il “land grabbing” è da considerarsi anche parte integrante di un modello di agribusiness promosso da istituzioni come la Banca Mondiale, Il Fondo Monetario Internazionale, la FAO e l’Unione Europea che legittimano di fatto enormi violazioni dei diritti dei contadini. L’istituzione diviene dunque parte integrante di questo problema intaccando gravemente l’accesso alla terra e la sovranità alimentare dei popoli coinvolti. La terra così controllata diventa un luogo di produzione industriale, di sfruttamento e di grandi piantagioni a monocultura, e rende ancora più povere le persone che fino a poco tempo prima la lavoravano. Anche in Italia sta accadendo qualcosa di analogo. Con l’introduzione dell’Art.66 del decreto-legge n.1 del 24 gennaio 2012 si programma la vendita dei terreni agricoli o a vocazione agricola demaniali. Vince anche qui la logica del profitto e si avvia il processo di svendita dei beni pubblici a soggetti privati in nome di una più efficiente gestione.
Si sono venduti l’energia, i trasporti, gli acquedotti, gli immobili, le strade e adesso si vendono pure la terra!
Un paese che vende le terre agricole pubbliche è un paese che rinuncia definitivamente alla propria Sovranità Alimentare, è un paese che mette con prepotenza l’interesse privato al di sopra del bene comune, è un paese che non saprà come raccontare ai propri figli che si è venduto la terra in nome del bilancio finanziario.
Anche la violenza che si consuma da anni nelle terre dalla nostra Val di Susa, terre per lo più contadine viene perpetrata in nome del profitto. E’ chiaro ormai che la lotta NoTav è la lotta di tutti e tutte coloro che si battono contro la devastazione del territorio, contro la definitiva trasformazione in merce delle nostre vite e delle nostre terre. E’ per questo che vi invitiamo non solo a collaborare all’autogestione dell’orto urbano la TERRA ZapPATA neonato al CSOA Gabrio in un ottica di riappropriazione del nostro diritto all’accesso alla terra, ma anche alla proiezione di THE LAST FARMER: Neoliberismo,Globalizzazione e Agricoltura contadina per una presa di posizione collettiva contro quelle politiche speculative che stanno trasformando ogni pezzo di mondo in una occasione per fare profitti.