Lunedì 25 Novembre 2013
#Assedio al comune di Torino!
Dopo 2 occupazione dell’anagrafe centrale, 5 incontri e tante vane promesse, il comune di Torino continua a non concedere la RESIDENZA a rifugiat* e occupant* di case.
L’amministrazione nega questo diritto fondamentale costringendo centinaia di persone in una condizione di precarietà e non esistenza!
LA PAZIENZA E’ FINITA – RIPRENDIAMOCI TUTTO!!
Ore 16:30 – P.zza Palazzo di Città – Torino
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I Rifugiati e le Rifugiate dell’exMoi, gli spazi occupati di Zona San Paolo, gli occupanti e le occupanti di Pietra Alta e Corso Traiano vi scrivono per chiedere il vostro sostegno e la vostra solidarietà.
Siamo uniti dalla lotta per il riconoscimento della nostra esistenza sul territorio torinese. L’amministrazione comunale ci nega il diritto ad avere una Residenza e, di conseguenza, ci nega l’accesso a molti contratti di lavoro, l’accesso ai servizi sociali, l’accesso agli asili nido per i nostri figli, l’accesso ai corsi di formazione professionale e, in alcuni casi, la possibilità di rinnovare permesso di soggiorno. Ci siamo mostrati, durante questi sette mesi, estremamente disponibili a un dialogo costruttivo con le istituzioni. Abbiamo incontrando il sindaco e la presidentessa della camera. Abbiamo ottenuto diversi incontri con l’assessore Gallo, ma abbiamo raccolto unicamente vaghe promesse; l’ultima è stata l’impegno di tenere un ulteriore incontro, da fissare entro il 10 novembre, per formalizzare le modalità secondo le quali avremmo potuto accedere a un nostro diritto.
Ad oggi non abbiamo avuto risposte e nessun incontro è stato fissato. Per questo e per rifiutare la precarietà a cui le istituzioni di questa città e di questo paese ci condannano vi chiediamo di aderire alla nostra protesta e di sostenerla, non con beni materiali, ma con la vostra presenza fisica. Lunedì 25 novembre, alle ore 16.30 ci ritroviamo in Piazza Palazzo di Città per assediare il comune di Torino e, a testa alta, chiedere delle risposte serie, tese alla risoluzione reale di un problema non a temporeggiare, né a illudere.
I RIFUGIATI E LE RIFUGIATE DELL’EXMOI
GLI SPAZI OCCUPATI DI ZONA SAN PAOLO
GLI OCCUPANTI E LE OCCUPANTI DI PIETRA ALTA E CORSO TRAIANO
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IL COMUNICATO DEI RIFUGIAT* DELL’EXMOI E DEL COMITATO CHE LI SOSTIENE.
Il 30 marzo scorso alcune delle palazzine dell’ex Villaggio Olimpico sono state occupate da Rifugiati inseriti nel progetto ENA (Emergenza Nord Africa). Dopo due anni di puro assistenzialismo, erano stati buttati in strada da quei campi di accoglienza che hanno rappresentato solo una speculazione sulla vita delle persone. Per due anni consegnati all’invisibilità, ai margini della città, senza aver avuto la possibilità di integrarsi e conquistare una vera autonomia. Da allora qualcosa è cambiato: i rifugiati si sono riappropriati della loro dignità riappropriandosi di un tetto sotto il quale vivere, rinunciando a dormire nelle stazioni e organizzandosi per rivendicare i propri diritti. Qualcos’altro, invece, non è cambiato: purtroppo, a tutt’oggi, i 600 rifugiati che occupano l’exMoi sono degli invisibili, lo sono per le istituzioni italiane. Nessuna soluzione alternativa è stata concessa agli occupanti, che si vedono negati diritti fondamentali, uno tra tanti la Residenza.
Per ottenere il riconoscimento della nostra presenza sul territorio Torinese lottiamo da circa sette mesi insieme agli occupanti di Zona San Paolo, Pietra Alta e Corso Traiano. Una prima occupazione simbolica dell’anagrafe centrale ci ha fatto ottenere un incontro con l’assessore all’anagrafe Gallo. La proposta del comune è stata quella di costituire un’associazione (fatta da rifugiati e italiani) che, in una sede fittizia, concedesse agli occupanti un particolare tipo di residenza non chiaramente definito dalla legislazione italiana: la residenza collettiva. La residenza collettiva è distinta da quella individuale perché non garantisce l’accesso ai servizi sociali e, in ogni caso, nega l’autonomia dell’individuo che deve accettare la mediazione di un’associazione e non può godere di un accesso diretto all’anagrafe; inoltre, pensare di affidare questo onere a un’associazione già esistente sul territorio significherebbe comunque avallare la non assunzione di responsabilità da parte delle istituzioni cittadine. Questa prima proposta è sempre rimasta su un piano ideale. Il comune, oltre a non assumersi la responsabilità di registrare la presenza di individui sul territorio senza la mediazione di terzi (parliamo di privati cittadini), non ha mai formalizzato il suo impegno né dato agli occupanti gli strumenti per procedere autonomamente in questo senso. Ciò ci ha portato a occupare nuovamente l’anagrafe, questa volta non in maniera simbolica, per chiedere chiarimenti e proposte fattive. Dal secondo incontro è scaturita una nuova proposta: una residenza collettiva per piccoli gruppi, da prendere negli stessi stabili occupati. Il comune continua a richiedere la presenza di un italiano (o di qualcuno che abbia un “rapporto stabile col territorio”) come capo residenza. Ci viene assicurato che la residenza collettiva è equiparata, in diritti, a quella individuale, cosa di cui ci dobbiamo fidare sulla parola, non essendoci una legislazione specifica in tale senso. L’assessore si impegna a far arrivare la questione alla XXX assemblea ANCI, svoltasi a Firenze dal 23 al 25 ottobre 2013, in modo da trovare delle soluzioni condivise sul piano nazionale, e ci promette un nuovo incontro entro il 10 novembre per formalizzare i nostri accordi. A oggi il comune non risponde alla nostra richiesta, esprimendo la volontà politica di non porre rimedio a questo errore tutto istituzionale, lavandosene le mani, negando ai rifugiati la possibilità di accedere a un diritto fondamentale e di espletare quello che è il dovere di ogni cittadino: denunciare la sua presenza e permanenza su un territorio. A oggi gli abitanti dell’exMoi sono ancora invisibili.
Per questo vi chiediamo di aderire alla nostra protesta: lunedì 25 novembre, alle ore 16.30 in Piazza Palazzo di Città. Assediamo il comune di Torino!
I RIFUGIATI E LE RIFUGIATE DELL’EXMOI
IL COMITATO DI SOLIDARIETA’ CON RIFUGIATI E MIGRANTI