Quale futuro per l’ex-Diatto? Assemblea pubblica sabato 05/02

A due settimane dalle violenze poliziesche di sabato 15 gennaio, una gioiosa biciclettata ha attraversato i quartieri di San Paolo, Cenisa e Cit Turin per informare e portare le ragioni che ci spingono ad opporci all’ennesima colata di cemento prevista nell’area Ex Westinghouse.
Un nuovo ipermercato Esselengua spazzerà via i giardini e l’edificio dell’ex caserma Lamarmora che ora ospita tante associazione e attività come Comala. Se verrà realizzato questo progetto, vedremo aumentare il traffico, l’inquinamento e tante piccole attività commerciali verranno spazzate via dalla potente GDO.

Sappiamo bene che la lotta è appena all’inizio ed è imbarazzante vedere come la nuova amministrazione comunale taccia sulle questioni poste, ma in realtà sta portando avanti l’iter per l’approvazione definitiva del progetto, anzi rilanciano sui media la loro idea di città che ci aspetta. L’assessore Mazzoleni rilancia sui media la sua idea di città e dichiara di essere pronto a far qualsiasi cosa per attrarre investitori e immobiliaristi privati che fanno scempio dei nostri quartieri.
Per proseguire la lotta ci siamo dat* un nuovo appuntamento per sabato 5 febbraio 2022 ai giardini di via Revello simbolo per noi di come la resistenza popolare sia capace di fermare le speculazioni per salvaguardare la vivibilità e la salute di chi i quartieri li abita.
Come molt* sanno questo giardino era il primo spazio occupato dal collettivo del CSOA Gabrio ed esso fu riconsegnato al comune che bonificò l’area dall’amianto, trasformandolo in nuova area verde grazie alle pressioni delle associazioni e delle abitant@ del quartiere.
Di fronte al giardino sorgono i ruderi di quella che fu la Fabbrica Diatto/SniaViscosa, anche essa simbolo di resistenza alle speculazioni. Infatti, il primo progetto di trasformazione dell’area (approvato più di 10 anni fa nel 2012) prevedeva l’edificazione di 5 palazzi da 8 piani e un supermercato (che originalità!) tutti con relativi parcheggi interrati multipiano ed una ridicola area verde di 30m2!
Anni di lotta e resistenza hanno comportato un cambio radicale del progetto: nell’ultimo approvato nel 2020, l’area verde ora prevista è di 2 ettari, viene accettata la costruzione di un unico edificio di 6 piani al posto di 5 palazzi. Il comune ha inoltre riacquistato l’edificio storico che nel progetto originale avrebbe dovuto ospitare il supermercato. L’edificio è sottoposto a vincolo architettonico ed è posto lungo via Frejus tra via Revello e via Cesena: il comune ha promesso di ristrutturarlo, renderlo pubblico e metterlo a disposizione di tutt@, ma i lavori ancora non sono iniziati.
Sono tanti i motivi che ci spingono a tornare qui: il cubo di cemento che atterrerà in quest’area dovrebbe essere l’ennesimo studentato di lusso da 600 posti letto che, inoltre, avrà a disposizione in forma privata metà della prevista area verde strappata alla cementificazione con la lotta.
Un cubo di cemento alieno al resto del quartiere, in cui mancano tanti servizi pubblici sia sanitari (non abbiamo più un pronto soccorso per esempio perché l’ospedale Martini è stato nuovamente scelto come punto raccolta delle degenza Covid di tutta la città e rifiuta qualsiasi altro tipo di malat@) sia culturali (biblioteca!) e spazi di socialità.
Apprendiamo con orrore che il sindaco applaude i privati che si offrono di montare una tendopoli per dare un tetto a chi vive in strada, mentre di nuovo si ospitano malat@ e si vaccina in un parcheggio al Valentino, gli/le studentesse studiano nei gazebo: ci pare evidente il contrasto tra ciò che chiediamo noi e i progetti della “politica” di palazzo.

Ci vediamo sabato 5 febbraio ai giardini di via Revello dalle 10 in poi, con pranzo condiviso ed assemblea pubblica contro le speculazioni in città dalle ore 14