CONTRO CARCERE E CPR

Domenica 12 febbraio un corteo partecipato e determinato ha attraversato la città per ribadire il No al 41 Bis e all’ ergastolo ostativo, No ai Cpr e a tutte le gabbie.
Nella giornata di ieri (12/02/23) siamo ritornatə in strada in solidarietà con Alfredo che da più di 115 giorni è in sciopero della fame e per chi come lui, attraverso il proprio corpo, denuncia le condizioni di non-vita imposte nel regime di 41 bis.

Siamo scesx per le strade anche per tenere alta l’attenzione sulle rivolte che nelle ultime due settimane hanno interessato vari CPR in Italia, fra cui quello di corso Brunelleschi, che si trova proprio nella nostra città. Tutto questo per non lasciar cadere nel dimenticatoio le lotte di chi ha deciso di ribellarsi ad uno stato razzista e torturatore.
Uno stato che da una parte occulta le trattative con la mafia e i veri mandanti delle stragi degli anni 70 e 80 e dall’altra rinchiude e tortura prigionieri politici e persone senza documenti. Sono oltre 30 le persone che negli ultimi 24 anni hanno perso la vita nei CPR, centinaia quelle che denunciano violenze e torture, tutto questo in nome della fortezza Europa.
In Italia, come in Europa, è quasi impossibile entrare legalmente, i meccanismi di esclusione sono costanti e fatti apposta per permettere che i migranti diventino profitto per qualcuno. Lo vediamo ogni giorno in corso Verona, a Torino, dove le persone migranti sono costrette a rimanere in fila per mesi prima di poter accedere all’ufficio immigrazione e comunque ottenere soltanto un appuntamento dopo 5-6 mesi, se non un anno. Tutto ciò marginalizzando e creando le condizioni per ingrassare la macchina detentiva e delle deportazioni.
La detenzione amministrativa è un business, sono bandi da milioni di euro a cui ovviamente partecipano le grandi multinazionali che, per aumentare i propri ricavi, riducono al minimo i servizi e costringono le persone a vivere in delle squallide gabbie, dove vengono imbottitə di calmanti e sedativi per evitare che si ribellino.
Ma questo meccanismo pochi giorni fa si è inceppato, i detenuti di Torino (ma non solo) hanno deciso di reagire e hanno dato fuoco alle loro gabbie, consci che non avrebbero ottenuto la libertà ma che almeno avrebbero generato delle crepe all’interno di questo sistema.
Oggi la capienza del lager di corso Brunelleschi si è ridotta da 130 a poco più di 40 posti.
Allo stesso modo Alfredo ribellandosi è riuscito ad aprire una breccia nella battaglia contro il 41 bis e l’ergastolo ostativo.
Ieri i pochi detenuti rimasti dentro il cpr sono stati completamente assediati dalla polizia, schierata in forze sia all’interno che all’esterno della struttura, per ostacolare ulteriori ribellioni dall’interno e per impedire alle persone solidali di portare il proprio supporto alle lotte dei detenuti. 
Un assurdo dispiegamento di forze che non ci ha comunque impedito di comunicare con i reclusi e di manifestare il nostro sostegno e la nostra solidarietà.
Combattiamo l’invisibilizzazione dei compagni e delle compagne in carcere e dei/delle migranti senza documenti rinchiusi dentro al cpr, ben lontani dagli occhi della società. 
Sempre solidali e al fianco di chi lotta contro la propria gabbia!
Mai più CPR Mai più Lager